La domanda della consigliera Mazzoni
“In merito alle notizie relative alla riapertura delle scuole e al piano vaccinazioni, domanda al Sindaco e alla Giunta una valutazione politico-amministrativa della situazione descritta; se non si ritiene opportuno fare uno screening completo (tamponi o sierologici rapidi) dell’intera popolazione scolastica e come si sta predisponendo il nuovo tracciamento dei casi; se non si ritiene opportuno, visto il perpetrarsi della situazione pandemica, fare ulteriori passi per l’innovazione della medicina scolastica anche attraverso l’utilizzo di luoghi diversi da quelli ad oggi preposti; se non si ritiene opportuno che il personale scolastico, visto l’alto rischio di esposizione al contagio, non debba essere inserito già nella prima fase dell’agenda vaccinale”.
La risposta dell’assessora Zaccaria
“Grazie consigliera, lei ha posto delle domande specifiche a cavallo fra scuola e sanità e questo è il motivo per cui ho chiesto un contributo all’assessore Barigazzi, contributo che è arrivato anche in parte direttamente dalla Asl, in questo modo abbiamo cercato di dare una risposta un po’ più complessiva alle domande che ha posto.
Al momento non è previsto uno screening dell’intera popolazione scolastica anche perché esistono differenze importanti in termini di tassi di incidenza tra le varie classi di età: si pensi che il tasso di incidenza varia dai 112 casi osservati ogni 100.000 abitanti nella classe di età 0-5 anni ai 245 casi ogni 100.000 nella classe di età 14-19 anni. Quindi ipotizzare uno screening in una popolazione prevede che esistano condizioni di diffusione del contagio tali da giustificarlo che, in questa attuale situazione epidemiologica, non esistono visto che è confermato che il contagio nella popolazione scolastica ad oggi, soprattutto nelle classi di età dei più piccoli, come sappiamo, non è elevato per fortuna. Inoltre esistono, sul territorio, opportunità di esecuzione gratuita di tamponi antigenici rapidi presso le farmacie che hanno aderito all’iniziativa promossa dalla Regione Emilia-Romagna e che permettono alle famiglie con studenti di provvedere autonomamente all’esecuzione del test e quindi si è avviato un percorso di monitoraggio locale dell’infezione. Da questo punto di vista comunque sappiamo che la competenza per avviare un’azione di sistema su questa popolazione è necessariamente regionale (per ragioni di omogeneità) e certamente si cercherà di capire quali sono le intenzioni in tal senso.
Una importante azione da svolgere invece in queste attuali condizioni epidemiologiche è un rafforzamento ed un impegno per realizzare rapidamente il tracciamento dei casi e dei relativi contatti stretti. Su questo aspetto, in accordo con la CTSS e con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Bologna, sono state adottate modalità rapide ed efficienti per la presa in carico di potenziali casi come anche sono state condivise le procedure per la gestione dei casi e dei contatti stretti. Questo approccio sta dando concreti risultati, l’abbiamo francamente proprio visto e rilevato, nel miglioramento dei tempi di attivazione di tutte le azioni di diagnosi e di eventuali conseguenti provvedimenti di sanità pubblica (isolamenti e quarantene). Esiste in questo senso un attivo tavolo di lavoro con l’Ufficio Scolastico Provinciale a cui partecipa anche un rappresentante della CTSS per tenere monitorata una situazione che, come sappiamo, è anche molto cambiata nel tempo.
Sono d’accordo con lei consigliera che la pandemia ci deve portare quanto prima a una riflessione su un nuovo sistema di relazioni tra sanità e scuola. In questo senso credo vada aperto un dibattito anche sulla medicina scolastica che deve però avere una cornice nazionale che non intravedo nell’attuale discussione. Realisticamente, nell’immediato, penso possiamo piuttosto puntare su un rafforzamento e potenziamento, operando anche miglioramenti della rete di assistenza pediatrica costituita dai Pediatri di Libera Scelta che possono avere un riferimento istituzionale nella Unità Operativa Complessa Pediatria Territoriale dell’Azienda USL come nei Servizi di Igiene Pubblica, questa mi sembra una strada un po’ più realistica da perseguire nell’immediato senza aspettare l’apertura di un dibattito nazionale.
Infine la pianificazione della campagna di vaccinazione anticovid-19 e i criteri con cui farla, definita dal governo centrale e coordinata a livello locale dalla Regione Emilia-Romagna, ha già indicato che il personale scolastico, come tutti gli operatori che lavorano in ambito di servizi essenziali, dovrà essere oggetto di attiva proposta di vaccinazione. In questo senso è prevista una fase della campagna vaccinale dedicata a questa tipologia di lavoratori dopo la conclusione della prima fase destinata al personale socio-sanitario e ai cittadini ospiti di strutture residenziali per anziani come a tutti i cittadini anziani considerati particolarmente fragili ed a rischio per età e patologie concomitanti e che quindi devono avere la priorità, però diciamo che questa indicazione è già arrivata e speriamo che i tempi non siano troppo lunghi”.
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