Question Time, chiarimenti in merito a servizi educativi per bambini e ragazzi con disabilità

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BOLOGNA – L’assessora alla Scuola Susanna Zaccaria ha risposto oggi alla domanda di attualità della consigliera comunale Federica Mazzoni (Partito Democratico) in merito ai servizi educativi per bambini e ragazzi con disabilità.

La domanda della consigliera Mazzoni:

Visti gli articoli di stampa allegati la sottoscritta domanda al Sindaco e alla Giunta quali sono le azioni volte a garantire la continuità educativa dei bambini/ragazzi con disabilità ed il sostegno alle loro famiglie.

La risposta dell’assessora Zaccaria:

“Condivido in pieno le sue preoccupazioni consigliera e anche il rammarico di non essere ancora riusciti ad attivare questo tipo di intervento. Faccio una precisazione rispetto a come ha presentato la sua domanda, l’ho detto diverse volte in questa sede, non è che non sia possibile attuare la didattica a distanza, perché noi in realtà l’abbiamo messa in campo da diverse settimane, anche per ragazzi con disabilità. Ci tengo molto a questo aspetto perché, in collaborazione con l’Ausl abbiamo rivisto i singoli piani educativi. Nelle situazioni in cui si è ritenuto che fosse fruibile sono state fatte delle riprogettazioni caso per caso per fare fronte ai diversi bisogni. Sono tutte situazioni che vengono continuamente rivalutate, approfondite, per verificarne una reale fruibilità da parte degli alunni e qualora questo non fosse, gli interventi vengono continuamente adeguati e rimodulati.

Da qualche settimana questi interventi sono stati messi in campo, il problema è quello che ha evidenziato lei, quando parliamo di disabilità non tutte le situazioni e condizioni psicofisiche dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, consentono una fruizione della didattica a distanza. Il problema è rimasto dunque lo scoglio degli interventi domiciliari, che sono consentiti dalla normativa che attualmente è in essere per situazioni che devono però essere specificamente individuate, quindi non per tutte, ma per situazioni più gravi o con determinate caratteristiche che noi dobbiamo individuare. Questa parte rispetto alle modalità, mettendo prima di tutto davanti la sicurezza delle famiglie che ricevono in casa l’educatore e gli educatori stessi, ha portato a una istruttoria che si è rivelata molto lunga.

La settimana scorsa la neuropsichiatria infantile ha validato e integrato il protocollo che noi abbiamo elaborato per svolgere questi interventi, nessun grande comune era riuscito ancora a partire, stanno partendo proprio in questo periodo a fronte del primo allentamento con questo tipo di intervento, perché abbiamo incontrato degli ostacoli oggettivi, alcuni che ci hanno fatto proprio perdere tempo, come le iniziali difficoltà di interpretazione, finché non è uscito invece l’articolo 48 a chiarire che, se pur con alcune caratteristiche, questi interventi si possono fare. Adesso sono partiti i confronti di questo testo con i sindacati e in questa settimana avremmo dei confronti anche con le famiglie, perché in questo testo ci sono diversi impegni sui comportamenti che devono essere tenuti per la sicurezza di tutti e che riguardano tutti i soggetti coinvolti.

Mi permetto di dire che noi vogliamo attuare questi interventi al più presto e che stiamo cercando di intensificare tutta questa parte di confronto, perché abbiamo ben presente, personalmente questa cosa mi pesa, l’ho già detto anche in altre sedei, la grandissima preoccupazione di queste famiglie, che affrontano alcune delle situazioni più difficili che ci sono. Io spero molto che la prossima volta che ci troveremo a parlarne in qualche sede io vi possa dire che sono partiti o stiamo partendo con questi interventi, di cui comprendo benissimo l’urgenza.

Per quanto riguarda il progetto che era oggetto dell’articolo di stampa, questo progetto è stato seguito dai colleghi Lombardo e Lepore che ringrazio moltissimo, perché hanno dato quella che è una vera a propria boccata d’aria. Faccio riferimento a questo progetto per dire una cosa che riteniamo molto importante: il progetto del Circolo la Fattoria è stato svolto con Angsa non perché sia stata fatta una scelta rispetto alle diverse condizioni di disabilità, ma per una interlocuzione che è avvenuta in particolare con questa associazione. Ma ce ne sono già altre che stanno prendendo in considerazione questa possibilità, con altri tipi di disabilità, per avere un confronto con noi e vi sposso dire che ci sono già altri luoghi disponibili. Quindi molto probabilmente anche una interlocuzione per l’estensione di questo progetto proseguirà e riusciremo ad ampliare rispetto alle esigenze di altre associazioni. Anche su questo ci potranno essere degli aggiornamenti”.