La Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena ha approvato, nei giorni scorsi, la ripartizione nei diversi distretti sulla base della popolazione oltre i 75 anni, la presenza di disabili, le percentuali di spesa dell’anno precedente e i preventivi presentati dai distretti stessi.
Le risorse sono così ripartite: oltre 18 milioni per Modena, quasi dieci milioni ciascuno per i distretti di Carpi e Sassuolo, oltre otto milioni per Mirandola e Vignola, quasi sei milioni per Castelfranco Emilia e oltre quattro milioni per Pavullo.
«Sono risorse fondamentali – hanno sottolineato Gian Carlo Muzzarelli e Alberto Bellelli, copresidenti della Conferenza – che, grazie all’impegno straordinario della Regione, rafforzano la rete dei servizi, migliorano la qualità dei livelli di assistenza, aumentando anche le persone alle quali riusciamo a fornire l’assistenza necessaria. La capacità di fornire risposte sempre più adeguate alle esigenze della famiglie rappresenta una sfida fondamentale per il futuro, in presenza di una prospettiva di vita che si allunga grazie anche all’eccellenza dei nostri servizi sanitari».
La quota modenese dei fondi a livello regionale per tipologia di intervento prevede oltre 44 milioni per le attività rivolte agli anziani sulla base dei dati demografici, oltre 17 milioni per i disabili e un milione e mezzo per le disabilità gravi come la Sla.
In base ai dati relativi al 2016 gli anziani over 75 sono oltre 82 mila in crescita (erano oltre 68 mila nel 2006), e gli over 85 sono quasi 26 mila, quando erano 17 mila nel 2006.
Le risorse del Fondo regionale (Frna) finanziano gli assegni di cura per anziani e disabilità gravissime e gravi, l’assistenza domiciliare, le strutture diurne e residenziali, i centri socio-riabilitativi per disabili, ma anche le soluzioni residenziali per le gravi disabilità acquisite e le nuove opportunità a supporto alle famiglie come i ricoveri temporanei.
Poi ci sono le iniziative di emersione e qualificazione del lavoro di cura delle assistenti familiari; le iniziative di sostegno delle reti informali di solidarietà sociale (dal “portierato” al “custode” sociale, “alloggi con servizi”) valorizzando il ruolo delle associazioni di volontariato; infine la consulenza e sostegno economico per l’adattamento domestico; i servizi di e-care, in particolare telesoccorso e teleassistenza e gli interventi non direttamente assistenziali, ma tesi a ridurre il disagio, attraverso un accesso agevolato ai servizi.
A queste risorse si aggiungono i fondi del nuovo progetto regionale “Dopo di noi” pari a oltre un milione di euro per favorire l’autonomia e la permanenza nelle proprie abitazioni delle persone non autosufficienti, quando viene a mancare l’assistenza della famiglia.
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