A tal proposito la consigliera di Parità della Provincia di Rimini, Carmelina Fierro dichiara:
“Le mura di casa possono salvare le persone dal contagio del Covid-19 ma non certamente dalla violenza fisica e psicologica che in questo momento rischiamo di non vedere da nessuna parte. L’isolamento, la convivenza forzata e l’instabilità socio-economica in questo periodo di emergenza possono comportare per le madri e i loro figli/e un maggior rischio relativo alla violenza domestica soprattutto in contesti di preesistente conflitto tra i partner.
La chiusura delle scuole, dell’aziende e di ogni forma di vita sociale non virtuale sta compromettendo la possibilità per le vittime di chiedere aiuto e per noi di vederle. Il Ministero dell’Interno con la comunicazione dello scorso 27 marzo invita alla ‘massima sensibilizzazione alla problematica .. ad un ulteriore innalzamento della soglia di attenzione, della capacità di percezione .. di percezione della violenza e della solidarietà necessaria’. E’ un appello rivolto non solo alle istituzioni deputate alla protezione e alla sicurezza ma anche a ciascuno di noi.
Siamo chiusi in casa e collegati virtualmente con il mondo intero, ma anche con il nostro mondo più prossimo: i vicini. I vicini sono le uniche persone che fisicamente vediamo, che sentiamo e che riconosciamo. Per questo sentiamoci vicini e diventiamo sentinelle nei nostri palazzi e nelle nostre dimore. E’ un appello a tenere viva la nostra percezione della violenza e sentirci protagonisti nel costruire la nostra società di attenzione all’altro che soffre. Non è vero che non possiamo fare nulla come non è vero che tanto cosa vuoi che si muova.
Qualcosa di importante si muove e anche questa circolare uscita ieri è un primo passo. Le donne escono dalla violenza non solo se sostenute ma se concretamente hanno la possibilità di essere autonome. L’indipendenza psicologica cammina insieme all’indipendenza economica e questa solo il lavoro può garantirla. La circolare dell’Inps di ieri riconosce una sgravio contributivo per l’assunzione a tempo indeterminato da parte delle cooperative sociali di donne vittime di violenza di genere.
E’ l’esempio concreto dell’attivazione di tutti gli attori coinvolti: centri anti-violenza (da sempre aperti anche in questa situazione di covid-19), servizi comunali, imprese. Si tratta di quella sinergia e attivazione riconosciuta già l’anno scorso nel protocollo antiviolenza promosso dalla Prefettura di Rimini. Si tratta dei giusti passi verso l’attenzione alla violenza e del desiderio e della necessità di farla emergere per rimuoverla. Il desiderio di un mondo non ingabbiato dalla rabbia e dalla paura.”
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