REGGIO EMILIA – Sensibilizzare il tessuto imprenditoriale reggiano perché possano essere ricollocati al più presto i 26 lavoratori coinvolti dall’improvvisa chiusura della SaRe di Bibbiano. Questo il motivo dell’incontro che si è tenuto oggi pomeriggio a Palazzo Allende, su iniziativa di tutte le istituzioni locali: oltre alla Provincia, l’Assessorato alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna, l’Agenzia regionale per il lavoro ed il Comune di Bibbiano. Con loro, sindacati e lavoratori e un rappresentante di Unindustria, al quale è stata illustrata la criticità della situazione creatasi per i 26 lavoratori a seguito del licenziamento collettivo per cessazione di attività deciso improvvisamente lo scorso maggio dalla famiglia Spiezia di Nusco che dall’area Vesuviana, quarant’anni fa, portò a Barco una trentina di famiglie per aprire il Salumificio Reggiano.
In queste settimane, la proprietà si è infatti sempre rifiutata di utilizzare i tanti strumenti che pure – a livello sia nazionale sia regionale – avrebbero potuto rendere meno drammatica la situazione dei 26 lavoratori licenziati dall’oggi al domani. Da qui la decisione di rivolgere un appello al tessuto economico locale perché, oltre alle iniziative che i Centri dell’impiego hanno già avviato, si possano individuare le esigenze delle imprese delle reggiane in modo da incrociare il più rapidamente possibile domanda e offerta di lavoro. L’obiettivo è quello di favorire il ricollocamento delle 15 professionalità che ancora non hanno trovato occupazione e che – come tutti gli ex lavoratori SaRe – devono oltretutto ancora ottenere garanzie sul pagamento del Trattamento di fine rapporto.
Da parte di Unindustria è stata manifestata ampia disponibilità: l’incontro si è quindi chiuso con l’impegno di tutti alla massima collaborazione per favorire la ricollocazione dei lavoratori e, da parte delle istituzioni, a riconvocare le parti a fine settembre per un aggiornamento della vicenda.