Giovannino Guareschi e Remo Gaibazzi, due protagonisti dell’arte e della cultura italiana, sono nati entrambi nel Comune di Roccabianca: Guareschi nasce a Fontanelle il primo maggio nel 1908 e muove a Cervia il 22 luglio del 1968, Gaibazzi nasce a Stagno, oltre l’argine, dentro la golena il 29 dicembre 1915 e muore a Parma il 25 luglio del 1994.
Le due mostre sono state presentate mercoledì 15 settembre nella sede della Provincia, dal Presidente Diego Rossi, Alessandro Gattara Sindaco di Roccabianca, Marco Scaltriti dell’Associazione Castello Eventi e dai curatori Giorgio Casamatti e Guido Conti, presenti Giorgio Mazzocchi e Maurizio Gatti dell’associazione “Remo Gaibazzi”.
Si tratta di due esposizioni distinte che dialogano tra di loro, come spiega il Sindaco di Roccabianca Alessandro Gattara: ”La terra d’origine non è il solo elemento che li accomuna, entrambi affondano le radici nella tradizione europea del giornalismo satirico e umoristico per poi intraprendere due percorsi artistici diversi: le due mostre sono nate dopo anni di studi e ricerche sull’umorismo e l’arte europea tra Otto e Novecento.”
“Ben volentieri presentiamo la mostra su questi due figli della Bassa, grandi protagonisti della cultura e dell’arte, che dialogano con l’Europa e il mondo – afferma il Presidente della Provincia Diego Rossi – Le due mostre vogliono costruire un percorso d’indagine sui rapporti tra Guareschi e Gaibazzi, ripercorrendo l’evoluzione di questi artisti dai molti talenti, uscendo da una lettura riduttiva e provinciale.”
Le due mostre, ad ingresso gratuito, sono aperte di sabato, domenica e festivi, il mattino dalle 10 alle 12, il pomeriggio dalle 15 alle 18, nelle sale e in spazi suggestivi mai aperti al pubblico del Castello di Roccabianca, messo a disposizione dalla famiglia Scaltriti, proprietaria del maniero.
Sono state realizzate grazie ai contributi del Ministero della Cultura per Parma Capitale italiana della Cultura 2020+21 e di Fondazione Cariparma, e grazie alla collaborazione delle associazioni “Remo Gaibazzi” e “Archivio Giovannino Guareschi”.
La mostra su Guareschi attraverso la ricostruzione della sua vicenda biografica e creativa vuole indagare le motivazioni che lo hanno reso uno degli autori italiani più conosciuti e tradotti nel mondo e indaga la vita da romanzo di questo scrittore che ha venduto venti milioni di copie di libri, con traduzioni in oltre trenta lingue, ha trasformato la geografia dell’immaginario di questa terra, e ha saputo dare un contributo importante alla storia del giornalismo italiano.
Quella su Gaibazzi si concentra invece sulla sua lunga parabola nel campo della grafica umoristica in cui, per certi versi, sembra raccogliere il testimone lasciato da Guareschi come autore di punta dei numeri unici satirici parmigiani.
Spesso si scrive di Gaibazzi, del suo lavoro nei giornali satirici e umoristici, come una “preistoria” del suo essere artista, rispetto ad una produzione più alta e più seria, dimenticando che all’interno del mondo dell’umorismo dialogano giornalismo, letteratura e disegno. Si tratta di una tradizione europea di primo piano non solo in Francia in cui sono fioriti scrittori del calibro di Anton Čechov, Carlo Collodi, Giovannino Guareschi e artisti come Erberto Carboni, Juan Gris, Henri de Toulouse-Lautrec.
La mostra racconta la collaborazione e la formazione di Gaibazzi sui giornali umoristici, i suoi rapporti con Guareschi quando lavorava al “Bertoldo”, vera e propria palestra per scrittori, disegnatori, pittori e giornalisti tra Otto e Novecento.
Se Guareschi ha affondato le radici negli umori e nelle tradizioni della nostra terra e di Parma portandole del mondo, Gaibazzi ha portato il mondo dentro la sua pittura e la sua arte, senza mai spostarsi dal teatro quotidiano non solo di una sua città, ma dal centro storico, come un cuore vitale e pulsante.
Due mostre separate ma che parlano entrambe di una Parma già “capitale della cultura”, coi suoi caffè letterari, polo di attrazione per intellettuali, scrittori, disegnatori.
Foto:
1. Un momento della presentazione: Scaltriti, Conti, Rossi, Gattara, Casamatti.
2. La locandina
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