Dai primi rilievi dei tecnici, avvenuti nella mattina di giovedì 24 dicembre, a seguito del cedimento di due archi all’altezza della pila danneggiata, è emerso che, allo stato attuale, per recuperare la struttura servirà una variante al progetto originario: oltre al ripristino della fondazione della pila stessa, infatti, sarà necessario prevedere la ricostruzione dei due archi con un prevedibile aumento della spesa al momento stimabile nell’ordine di circa 500 mila euro che si aggiungeranno ai 250 mila già stanziati dalla Provincia, oltre al probabile prolungamento dei lavori dai due mesi previsti a circa quattro mesi.
L’assegnazione dei lavori partirà nei prossimi giorni, come peraltro già previsto, con l’obiettivo di avviare l’intervento in gennaio, meteo permettendo.
Per intervenire sulle fondazioni della pila danneggiata, infatti, serve un livello del fiume sufficientemente basso, in quanto sarà necessario deviare la corrente dalla zona interessata dai lavori; finora i livelli idrometrici del fiume non hanno consentito di avviare qualsiasi operazione alla pila danneggiata, nemmeno di consolidamento provvisorio.
Nel cedimento di giovedì 24 dicembre nessuna persona è rimasta coinvolta, in quanto il ponte era interdetto al transito, appunto dal 6 dicembre.
Il progetto della Provincia prevede in una prima fase, quella che partirà a gennaio, il ripristino della pila e degli archi allo scopo di riaprire l’infrastruttura; seguirà un ulteriore intervento di manutenzione sulle altre quattro pile, dal costo di circa 700 mila euro, per il quale sono già state avviate le procedure per il finanziamento da parte della Protezione civile regionale.
Per fare il punto della situazione, a seguito del sopralluogo dei tecnici, si è svolto un incontro in video conferenza, nel pomeriggio di giovedì 24 dicembre, al quale hanno partecipato Gian Domenico Tomei, presidente della Provincia, Irene Priolo, assessora regionale alla Protezione civile e i responsabili dell’area Lavori pubblici della Provincia e della Protezione civile regionale.
L’infrastruttura sul fiume Panaro fu realizzata dalla Provincia nel 1947 sulle pile del ponte ottocentesco, distrutto durante le guerra, ed entrato in servizio solo agli inizi del secolo scorso, quando venne finalmente aperta la strada Gainazzo-Ponte di Samone-Castagneto di Pavullo, diventata provinciale nel 1960.
Il ponte è lungo oltre 100 metri con sei campate, è costruito in calcestruzzo con murature e rostri circolari in pietra lavorata.
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