È quanto chiede il Consiglio provinciale nell’ordine del giorno approvato nella seduta di lunedì 23 maggio e che chiede, inoltre, ad Upi di attivarsi, con il Governo, con il Parlamento e con le forze politiche di maggioranza e di opposizione, affinché le norme più urgenti sulle Province siano approvate rapidamente.
Sull’ordine del giorno, approvato dal consiglio all’unanimità, il consigliere Antonio Platis ha sottolineato quanto «la Provincia sia un ente necessario e il suo rafforzamento è indispensabile in una fase delicata come quella che viviamo, anche alla luce delle ingenti risorse assegnate dal Pnrr ai Comuni» mentre per Paola Guerzoni «il ruolo di coordinamento del sistema locale dei Comuni e delle Unioni dei comuni, da parte della Provincia è fondamentale per la crescita territoriale».
Maria Costi e Iacopo Lagazzi hanno ringraziato il personale della Provincia «indispensabile nel supportare le amministrazioni locali anche nella realizzazione delle infrastrutture» mentre per il consigliere Stefano Venturini «il grande impegno profuso per il territorio rende la Provincia un ente fondamentale che deve tornare ad essere pienamente valorizzato».
Infine, il presidente Gian Domenico Tomei ha sottolineato come «l’essere “casa dei Comuni” significhi semplificare l’azione amministrativa dei territori, anche grazie alle convenzioni che abbiamo stipulato con i comuni modenesi, come ad esempio l’ufficio di avvocatura unico, strumento di grande utilità per le nostre amministrazioni nelle procedure negoziali».
Nel corso del dibattito è inoltre emersa la necessità di garantire un normale funzionamento degli organi, di consolidarne le funzioni fondamentali e di giungere alla revisione del sistema elettorale, anche in ragione di un rinnovato ruolo strategico che le Province hanno nel rilancio del Paese, grazie ai fondi che il PNRR assegna agli Enti Locali, rendendo evidente il ruolo di “cerniera istituzionale” delle Province nei confronti dei piccoli Comuni verso le Regioni e lo Stato, offrendo supporto e collaborazione attiva in quella logica di “casa dei Comuni” più volte richiamata da Governo e Parlamento.
La riforma della Province prevede, oltre a maggiori risorse e una più ampia dotazione organica, la coincidenza della durata del mandato in cinque anni sia per i presidenti che per i Consigli di Province e Città metropolitane e il ripristino della Giunta con assessori in numero variabile da tre a quattro a seconda della popolosità della provincia, che nel caso di quella di Modena sarà di tre assessori.
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