Nella Bassa presenti oltre 33mila tonnellate
REGGIO EMILIA – A distanza di circa quattro mesi dalla presentazione delle modalità di censimento della presenza di amianto nell’area della Bassa reggiana e del protocollo d’intesa siglato dall’Unione dei Comuni “Bassa Reggiana”, da Sabar Servizi, Arpa e Asl, i dati dello studio sono stati presentati questa mattina in Provincia dal presidente Giammaria Manghi, insieme a sindaci e amministratori dei Comuni dell’Unione ed al direttore di Sabar Marco Boselli, alla presenza anche di Lia Gallinari del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl e a Romeo Broglia di Aerodron. Un tema significativo, quello della lotta all’amianto intrapresa dalle istituzioni locali, in quanto nell’intera provincia reggiana sono stati registrati – dal 1996 al 2014 – 308 casi di mesotelioma, in gran parte riconducibili all’esposizione a polveri di cemento-amianto.
“Si tratta di una mappatura che non ha precedenti in regione, coinvolgendo ben 70.000 abitanti – ha sottolineato il presidente di Provincia e Unione dei Comuni Bassa reggiana, Giammaria Manghi – Ora, sulla base dei dati numerici sui quantitativi di amianto, passeremo alla fase due, coinvolgendo i cittadini e puntando sullo smaltimento anche di grandi quantitativi da una parte, proseguendo nell’opera di sensibilizzazione a formazione nelle scuole grazie alla sensibilità di Sabar dall’altra”.
Soddisfatto di questa esperienza – “la prima che ha coinvolto più Comuni” ha sottolineato Romeo Broglia – anche l’Aerodron che, oltre che nelle rilevazioni, collabora con i droni anche ai momenti formativi nelle scuole medie. Lia Gallinari del Dipartimento di Sanità pubblica ha infine garantito “la massima collaborazione dell’Ausl a questo bell’esempio di cittadinanza attiva, che conferma grande attenzione e partecipazione, e non più allarmismo come in passato, a queste tematiche”.
I dati
Con i dati del censimento è stata elaborata una tabella dalla quale si evincono il numero di coperture e le superfici con la presunta presenza di eternit in ogni Comune, rilevati attraverso dei droni messi a disposizione dall’azienda Aerodron che hanno sorvolato in questi mesi i 315 chilometri quadrati del territorio dell’Unione. Dalle ortofoto (che hanno un’attendibilità superiore al 90%) è emerso che la distribuzione della presenza di eternit è piuttosto equamente divisa, con concentrazione maggiore nelle zone industriali e nelle campagne: in totale, sui tetti degli otto Comuni sono state stimate 33.048 tonnellate di amianto, vale a dire che per ogni abitante sono presenti mediamente 30 metri quadrati di eternit, e che in futuro saranno da smaltire 450 chili a persona.
Creata questa “mappa del rischio”, saranno individuate le priorità di intervento: prima le coperture deteriorate individuate da Aerodron e a seguire le coperture in aree con maggiore densità di presenza di eternit adiacente a edifici di pubblico interesse come scuole o luoghi di cura. I Comuni invieranno poi una lettera informativa ai proprietari degli immobili con richiesta di valutazione dello stato di conservazione delle coperture in eternit, alla quale gli stessi dovranno rispondere comunicando il grado di intervento intrapreso o meno. In questo modo sarà possibile tenere mappata costantemente la presenza di eternit e dello stato di conservazione nonchè le rimozioni previste, per tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini, arrivando così alla creazione di un database sempre aggiornato oltre che a un sensibile miglioramento della situazione attuale.
Costi e finanziamenti
In questi mesi è stato inoltre riscontrato il successo per le modalità sperimentali di rimozione dell’eternit tramite il kit “fai da te” (acquistabili in 12 ferramenta distribuite sugli 8 Comuni) per quantitativi non superiori a 300 chili. Da maggio a oggi sono stati infatti effettuati 35 i ritiri, alcuni dei quali anche da parte di cittadini stranieri residenti sul territorio, per un totale di 8.790 chili di eternit avviati a smaltimento. Per quanto riguarda invece capannoni industriali o agricoli, si punta a finanziamenti pubblici che, nel caso del bando Inail, coprono a costo zero il 65% della spesa con un tetto di 130.000 euro.
Per ogni ulteriore informazione è possibile consultare il sito internet di Sabar, www.sabar.it