PIACENZA – Prosegue sino al 29 ottobre, presso la biblioteca Passerini Landi, la mostra “Hokusai, le 100 vedute del Fuji – 100 modi per parlare di Dio senza mai nominarlo”. La raccolta delle Cento vedute del Fuji è considerata da molti esegeti il capolavoro nonché il testamento spirituale del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai (Edo, 1760-1849) le cui opere furono fonte di ispirazione per molti artisti europei del XIX secolo. Oltre all’originale del “libro capolavoro di Hokusai” esposto in una teca, nel salone monumentale della biblioteca appassionati o esperti d’arte, neofiti o semplici curiosi potranno apprezzare tutte le riproduzioni (debitamente ingrandite) delle xilografie che lo compongono, immagini bellissime accompagnate da didascalie di semplicità cristallina che prendono per mano il visitatore e lo accompagnano passo passo nel tour in bianco e nero delle tavole.
Attorno alle Cento vedute del Fuji del grande Hokusai, il curatore Bruno Gallotta ha cucito non solo un generoso catalogo, ma anche un allestimento essenziale e godibilissimo, nella forma e nei contenuti. I molteplici livelli di lettura ben si adattano sia ai profani – che restano rapiti dalla poesia delle tavole e dai coloratissimi oggetti che accompagnano l’esposizione – sia a chi già conosce l’arte giapponese, che potrà scovare uno scrigno di tesi innovative e per certi versi rivoluzionarie.
A catturare l’attenzione, al di là del tratto magico di Hokusai, provvede l’atmosfera profondamente zen che circonda questo lungo e leggiadro cammino verso e attorno il monte simbolo del Giappone: realtà o metafora? corsia preferenziale verso il Buddha o anche strada per il Dio “proibito” alla cristianità di allora? Dilemmi importanti, per risolvere i quali vengono in aiuto, assieme alle didascalie e ai pannelli descrittivi, i bei manuali esegetici rilegati a mano alla maniera giapponese che la mostra offre in libera consultazione ai visitatori. Per il visitatore sarà così facile lasciarsi andare alla bellezza del disegno, sia che richiami l’operosità dell’uomo o la delicatezza del ciliegio, la forza della natura o l’armonia del gesto, l’avvicendarsi di villaggi, boschi e sentieri così come la presenza magnetica e rassicurante del Fuji: un simbolo verso cui ascendere, ma anche sotto cui incontrarsi e unirsi, umili e potenti, di qualsiasi credo e fede.
La visita è consigliata a tutti perché si tratta di un vero evento, l’esposizione delle originalissime ed eccentriche tavole da cui prende il titolo, oltre che una grande meditazione e il risultato di un luminoso sogno illustrato attraverso fremiti di energia, movimento ed essenza spirituale. Ma lo è anche perché il tempo stringe: dopo una conferenza sulla figura di Hokusai a tutto tondo in calendario per il 28 ottobre alle 17.30, la mostra, fulcro della manifestazione “Ottobre Giapponese”, chiuderà i battenti il prossimo 29 ottobre.