RIMINI – Si chiama Maxim, ha tre mesi, ed è il più giovane profugo dall’Ucraina arrivato a Rimini. Due giorni di viaggio insieme alla madre e alla nonna, fuggiti con solo quello che avevano addosso. Il padre di Maxim è rimasto nel suo paese a combattere. Ed è solo una delle tante storie che in pochi giorni possono raccontare i volontari di Riviera Sicura. Gli arrivi sono senza sosta, giorno e notte. La maggior parte sono donne e bambini, gli uomini rimangono a combattere e nella maggior parte dei casi i contatti si interrompono poco dopo la partenza dei profughi perchè il credito telefonico si esaurisce dopo una o due chiamate.
“Arrivano impauriti – dice Giosuè Salomone, Presidente di Riviera Sicura – ma ad accoglierli trovano Sasha, Tatiana, Marta, Dmitri e tanti altri volontari ucraini che li rassicurano nella loro lingua. Provvediamo immediatamente alle prime necessità: vestiti, biancheria intima, pasti caldi, wifi per contattare i loro congiunti in Ucraina. Ci ringraziano e noi rispondiamo con un sorriso: non riusciamo nemmeno a fare domande perchè ad ogni arrivo siamo assaliti dalle emozioni”.
I telefoni squillano anche di notte e gli albergatori di Riviera Sicura rispondono al primo squillo. Perchè ogni minuto è prezioso. Perchè anche quando le camere libere sono finite qualcosa si dovrà trovare per le famiglie che arrivano dopo un viaggio lungo da 20 a 80 ore.
E anche gli albergatori di Riviera Sicura impossibilitati ad aprire i loro alberghi non stanno facendo mancare il proprio aiuto: una continua processione per portare giocattoli, pannolini, omogeneizzati, vestiti, biancheria, generi alimentari.
I telefoni sono roventi, non smettono di squillare; e continue anche le email e i messaggi attraverso i social network. E non solo dall’Italia: arrivano chiamate da Malta, dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Germania.
“Oggi rischiamo già di vedere esaurite le camere disponibili – continua Giosuè Salomone – ma non possiamo lasciare nessuno a dormire in Auto. Proveremo ad aprire, in emergenza, altri alberghi fino a ieri chiusi. Abbiamo notizie di un bus con 58 profughi che sta per partire alla volta dell’Italia. E’ una costante corsa contro il tempo: per ogni famiglia che arriva deve esserci una camera riscaldata pronta ad accoglierla”.
Riviera Sicura fa appello anche ai proprietari di seconde case perchè le mettano a disposizione in questa fase di emergenza, in attesa che il Governo e le Prefetture approntino un piano di accoglienza.
“Purtroppo la guerra corre più veloce della burocrazia. – chiude Giosuè Salomone – Noi ci siamo e continueremo ad esserci, ma non possiamo reggere a lungo. Serve un tavolo immediato con Comune, Regione e Prefettura perchè si stili un programma di accoglienza. E quando dico immediato intendo oggi, domani al massimo. Confidiamo nel buon senso delle Istituzioni che, spero, non ci lascino da soli ad affrontare questo dramma umanitario.”