Al Campus Scienze e Tecnologie l’incontro per i giovani ricercatori dell’European network for Particle physics, Lattice field theory and Extreme computing, progetto dedicato alla Fisica delle particelle elementari
PARMA – Da martedì 17 a venerdì 20 settembre si terrà al Campus Scienze e Tecnologie dell’Ateneo il primo Workshop di EuroPLEx (European network for Particle physics, Lattice field theory and Extreme computing), una rete di ricerca finanziata dall’Unione Europea nell’ambito di Horizon2020, il programma quadro per la promozione della ricerca e dell’innovazione.
Per la prima volta si ritroveranno tutti insieme i 15 giovani ricercatori (provenienti da tutto il mondo) che entro i prossimi tre anni conseguiranno un Dottorato di Ricerca in Fisica Teorica presso le 9 università europee coinvolte nel progetto. Arriveranno a Parma, insieme con i loro supervisori scientifici, da Germania (Berlino, Bielefeld, Regensburg), Regno Unito (Edimburgo e Swansea), Irlanda (Dublino), Spagna (Madrid) e Danimarca (Odense). Parma è la sede dell’incontro perché l’Ateneo è l’ente coordinatore del progetto, che vede la responsabilità scientifica di Francesco Di Renzo, docente di Fisica Teorica al Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche (SMFI).
Il finanziamento assegnato ad EuroPLEx dall’Agenzia Esecutiva per la Ricerca (REA) della Commissione Europea ammonta a poco più di 4 milioni di euro, di cui circa 700.000 euro sono destinati al Dipartimento SMFI. Dei 15 ricercatori, 2 sono al lavoro a Parma (una giovane indiana e un giovane svedese).
La Fisica delle particelle elementari è l’oggetto principale degli studi di EuroPLEx. È un campo che ha conosciuto anche in anni recenti successi straordinari: si pensi alla scoperta del bosone di Higgs all’acceleratore LHC presso il CERN di Ginevra. Eppure, abbiamo ragione di credere che la nostra è ancora solo una conoscenza parziale, una descrizione efficace di un quadro più ampio, entro cui alcuni importanti fenomeni sfuggono alla nostra comprensione (si pensi ad esempio al problema della materia oscura).
L’idea fondamentale di reti di ricerca come EuroPLEx è che la mobilità dei ricercatori entro un quadro di azioni di ricerca collaborative è una premessa importante per il successo dei programmi scientifici. Questo lavoro in rete si estende anche al di là delle 9 università sedi del progetto: per questo, saranno a Parma anche i rappresentanti dei partner di EuroPLEx. Fra questi, 5 istituzioni di ricerca (il CERN, la tedesca DESY, la statunitense BNL e 2 gruppi delle università di Birmingham e Groningen), che assicurano un costante contatto con alcuni dei più importanti esperimenti di fisica delle particelle condotti in tutto il mondo.
Uno dei punti di forza del progetto è la formazione di professionalità che potranno spendersi non solo in ambiente accademico. Le ricerche di EuroPLEx non sarebbero possibili senza la cooperazione di strumenti di indagine matematico/formali e numerici: per questo due grandi aziende produttrici di sistemi di calcolo ad elevate prestazioni (CRAY e nVidia) sono partner del progetto. Un’altra premessa imprescindibile per la ricerca di EuroPLEx è la capacità di analizzare in modo affidabile grandi moli di dati per trarne informazioni significative (e previsioni, nel caso). Questa è d’altronde una delle sfide della nostra società, dalla medicina all’economia, dalla fornitura di servizi all’industria della cultura e della comunicazione. Per questo, altri 3 partner industriali coopereranno con le ricerche di EuroPLEx: la ditta parmigiana Maps, la ditta inglese WePredict (attiva nel mondo automotive) e la branca tedesca di Google.
In un mondo sempre più dipendente dalla comunicazione, la scienza deve saper parlare al grande pubblico e assumersi la responsabilità delle ricadute delle proprie azioni. Per questo, altri due partner industriali di EuroPLEx vengono dal settore della industria della comunicazione scientifica: la spagnola Prensa Científica e la società di Trieste SISSA Medialab.