Forli Cesena

Prezzi al consumo nelle province di Forlì-Cesena e di Rimini

Crescita dell’inflazione nel 2021, dopo un 2020 in negativo, misurata dall’indice dei prezzi al consumo ISTAT per l’intera collettività (NIC)

FORLÌ-CESENA – RIMINI – Nel 2021, a livello nazionale , dopo la flessione dello 0,2% del 2020, i prezzi al consumo sono tornati a crescere, con una media annua del +1,9%, registrando l’aumento più ampio dal 2012 (+3,0%). La ripresa dell’inflazione è stata trainata dalla dinamica dei prezzi degli Energetici, con un aumento del +14,1%, mentre l’anno precedente erano diminuiti dell’8,4%. Al netto di questi beni, la crescita dei prezzi al consumo nel 2021 è la stessa registrata nel 2020, pari a +0,7%. Di conseguenza, per il 2022, l’inflazione acquisita, cioè la crescita media che si avrebbe nell’anno se i prezzi rimanessero stabili fino a dicembre, è pari a +1,8%, diversamente da quanto accaduto per il 2021, quando fu -0,1%.

“Ad un’analisi generale, a fronte di una forte richiesta di stabilità, lo scenario in questa fase è purtroppo caratterizzato, oltre che da un aumento dei prezzi sempre più sostenuto e vischioso, da difficoltà di reperimento di manodopera e di materie prime e semilavorati, cruciali in un contesto dove le catene globali del valore sono in veloce e continua riconfigurazione – commenta Roberto Albonetti, Segretario Generale della Camera di commercio della Romagna –. Il 2022, almeno nel primo semestre, appare come un anno di ritorno alla ormai “normale” incertezza, in uno scenario fortemente condizionato dall’evoluzione endemica dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, va evidenziata una forte tenuta e resilienza del nostro sistema economico-imprenditoriale, dove, con grande responsabilità, gli imprenditori hanno ridotto i margini di contribuzione favorendo un contenimento dell’indice di inflazione. É bene continuare a supportare il sistema delle imprese attraverso un abbattimento strutturale degli oneri di sistema sul costo dell’energia, una proroga dei prestiti garantiti e riconfermando strumenti quali la CIG Covid in settori particolarmente colpiti quali il turismo ed il terziario. In un contesto che rimane difficile emerge, molto positivamente, il consolidamento di forti specializzazioni e filiere, la conferma di competenze distintive, consolidate e nuove, finalizzate allo sviluppo di percorsi di innovazione e internazionalizzazione in un’ottica di sostenibilità. Da non sottovalutare, inoltre, le opportunità presenti nel PNRR, anche e non solo nella fase di esecuzione, ma soprattutto per esplorare e realizzare azioni orientate ad una visione innovativa e di sistema, supportata dalla condivisione di dati e conoscenza”.

Nell’ambito dell’Osservatorio Economico, la Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini ha elaborato alcuni d ati circa l’andamento dell’inflazione nei territori di riferimento dell’Ente, relativi all’anno 2021.

La dinamica dei prezzi al consumo in provincia di Forlì-Cesena
In termini medi annui, la variazione dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per l’intera collettività (NIC) per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena), nel 2021, è stata pari a +2,1% (+2,0% in Emilia-Romagna, +1,9% a livello nazionale); questa fa seguito alla chiusura in negativo dell’anno 2020 (sul 2019) e si pone come il maggior incremento nel medio periodo (ultimi cinque anni). Tale variazione media deriva da una crescita dei prezzi della maggior parte dei capitoli di spesa che concorrono a determinare il risultato dell’indice, soprattutto quelli afferenti ai beni energetici e ai trasporti.

Nel dettaglio, in base alle divisioni di spesa, il maggior incremento dei prezzi riguarda le voci “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+7,5%) e “trasporti” (+4,0%). In merito alla prima, occorre specificare che la crescita è dovuta soprattutto alle componenti dell’elettricità, del gas e degli altri combustibili (+16,9%), rispetto ad abitazione ed acqua, con un aumento verificatosi soprattutto nella seconda parte dell’anno e, in particolare, nell’ultimo trimestre (+33,6% la variazione media su ottobre-dicembre 2020).

A seguire, nell’ordine, troviamo le seguenti divisioni: “abbigliamento e calzature” (+2,4%), “ricettività e ristorazione” (+2,2%), “servizi sanitari e spese per la salute” (+1,4%), “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,6%), “bevande alcoliche e tabacchi” (+0,4%) e “ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,4%). Sostanzialmente stabili “mobili e articoli per la casa” (+0,1%) mentre risultano in calo “comunicazioni” (-2,8%) e “istruzione” (-2,3%).

L’inflazione media annua rilevata in provincia nel 2021 è stata tra le maggiori in regione, insieme a quella rilevata a Reggio Emilia (+2,3%) e a Bologna (+2,1%).

In ultimo, la variazione medio annua 2021 dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per famiglie di operai e impiegati (FOI) per il capoluogo forlivese, e quindi per la provincia in generale, è stata pari al +2,1% (come il NIC); anche in questo caso, sono le voci “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” e “trasporti” quelle che registrano le maggiori variazioni positive (rispettivamente, +6,5% e +4,1%).

La dinamica dei prezzi al consumo in provincia di Rimini
In termini medi annui, la variazione dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per l’intera collettività (NIC) per il capoluogo di Rimini (estendibile all’intera provincia), nel 2021, è stata pari a +1,9% (+2,0% in Emilia-Romagna, +1,9% a livello nazionale); questa fa seguito alla chiusura in negativo dell’anno 2020 (sul 2019) e si pone come il maggior incremento nel medio periodo (ultimi cinque anni). Tale variazione media deriva da una crescita dei prezzi della maggior parte dei capitoli di spesa che concorrono a determinare il risultato dell’indice, soprattutto quelli afferenti ai beni energetici e ai trasporti.

Nel dettaglio, in base alle divisioni di spesa, il maggior incremento dei prezzi riguarda le voci “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+6,7%) e “trasporti” (+4,7%). In merito alla prima, occorre specificare che la crescita è dovuta soprattutto alle componenti dell’elettricità, del gas e degli altri combustibili (+15,6%), rispetto ad abitazione ed acqua, con un aumento verificatosi soprattutto nella seconda parte dell’anno e, in particolare, nell’ultimo trimestre (+30,4% la variazione media su ottobre-dicembre 2020).

A seguire, nell’ordine, troviamo le seguenti divisioni: “ricettività e ristorazione” (+2,4%), “servizi sanitari e spese per la salute” (+1,3%), “bevande alcoliche e tabacchi” (+0,5%), “ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,4%) e “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,3%). Sostanzialmente stabili “mobili e articoli per la casa” (-0,1%) mentre risultano in calo “comunicazioni” (-2,8%), “abbigliamento e calzature” (-1,8%) e “istruzione” (-0,9%).

L’inflazione media annua rilevata in provincia nel 2021 è stata la più bassa in regione, insieme a quella rilevata a Parma, Ferrara e Ravenna (+1,9% in tutte e tre); le più alte, invece, si sono verificate a Reggio Emilia (+2,3%), a Bologna (+2,1%) e a Forlì-Cesena (+2,1%).

In ultimo, la variazione medio annua 2021 dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per famiglie di operai e impiegati (FOI) per il capoluogo riminese, e quindi per la provincia in generale, è stata pari al +1,9% (come il NIC); anche in questo caso, sono le voci “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” e “trasporti” quelle che registrano le maggiori variazioni positive (rispettivamente, +5,9% e +4,8%).

Nota esplicativa:

– il NIC è un indice dei prezzi al consumo che misura l’inflazione a livello dell’intero sistema economico; in altre parole, considera l’Italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche;
– il FOI è un indice dei prezzi al consumo basato su un paniere di beni e servizi che rappresenta i consumi di una famiglia, la cui persona di riferimento è un lavoratore dipendente (extragricolo). È, quindi, un indice più specifico del NIC, utilizzato come base per adeguare periodicamente i valori monetari, come ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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