FERRARA – Tra domenica 10 febbraio e mercoledì 6 marzo saranno anche quest’anno diversi, in città e provincia, gli appuntamenti pubblici, i momenti di approfondimento e celebrativi e gli incontri con il mondo della scuola che si propongono di richiamare l’attenzione su una delle pagine più tragiche della nostra storia recente rimasta per lungo tempo nell’oblio. L’occasione è la celebrazione del “Giorno del ricordo”, istituito il 10 febbraio con legge del 2004 in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati e della più complessa vicenda del confine orientale.
Il programma delle Celebrazioni del ‘Giorno del Ricordo 2019’ è stato illustrato nella mattinata di martedì 5 febbraio nella residenza municipale dal vicesindaco e assessore alla Cultura Massimo Maisto, dal presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Comitato Provinciale di Ferrara Flavio Rabar, dalla direttrice del Museo del Risorgimento e della Resistenza Antonella Guarnieri, dalla dirigente dell’Istituto scolastico ‘Vergani-Navarra’ Roberta Monti, dal presidente e dal docente del Conservatorio ‘Frescobaldi’ di Ferrara Francesco Colaiacovo e Achille Galassi.
“Quella del ‘Giorno del ricordo’, data importante per il nostro Paese, è una ricorrenza che sentiamo profondamente. – ha affermato il vice sindaco Massimo Maisto – Ferrara, fra le città che ospitò nella prima fase dei tragici eventi diversi esuli da quei territori, da alcuni anni si è impegnata moltissimo su questo tema. Evitando ogni polemica e grazie anche alla partecipazione della rete dell’associazionismo locale, lo vive infatti come un doveroso momento di ricordo, occasione di indagine storica e di coinvolgimento delle giovani generazioni. Cito in particolare – ha proseguito l’assessore – l’intitolazione della rotonda di corso Isonzo ai Martiri delle Foibe, la costante azione di ricerca messa in campo dal Museo del Risorgimento e della Resistenza e le molte iniziative divulgative rivolte delle scuole. Ogni anno poi, uno dei momenti più attesi delle celebrazioni è diventata l’esibizione musicale dei giovani allievi del conservatorio Frescobaldi”.
DOMENICA 10 FEBBRAIO 2019 – ORE 10.30 Duomo di Ferrara – Piazza Cattedrale. Alla Santa Messa domenicale, celebrata da Sua Eccellenza Mons. Gian Carlo Perego Arcivescovo di Ferrara/Comacchio, saranno ricordate le genti dell’Isaia, Fiume e Dalmazia, costrette ad abbandonare il loro suolo, ove da secoli erano presenti, nel secondo dopoguerra. Lettura finale della “Preghiera per l’infoibato”, scritta da Sua Eccellenza Mons. Antonio Santin, Vescovo della Diocesi di Trieste e Capodistria dal 1938 al 1975.
Domenica 10 febbraio alle 15, al cinema Santo Spirito, proiezione del firm “Red land -rosso Istria” di Maximiliano Hernando Bruno a cura dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e del circolo culturale Massimiliano Kolbe. Ingresso libero. Seguirà dibattito.
LUNEDI’ 11 FEBBRAIO 2019 – ORE 12.00 Ferrara – Rotonda confluenza corso Isonzo – corso Piave -Via Ripagrande – Via Piangipane. Omaggio ai Martiri delle Foibe, cui è intitolata la Rotonda. Deposizione di una corona di alloro, alla presenza delle Autorità, Associazioni, Cittadinanza ed una rappresentanza di Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati di Ferrara.
SABATO 16 FEBBRAIO 2019 – ORE 16.00 Ferrara – Palazzo Bonacossi – Via Cisterna del Follo, 5 Tradizionale concerto del Conservatorio Musicale di Ferrara “Girolamo Frescobaldi”, in occasione del ‘Giorno del Ricordo 2019′.
GIOVEDI’ 21 FEBBRAIO 2019 – ORE 10.30 Ferrara – Istituto ‘Vergani Navarra’- Via Sogari, 3 Incontro con studenti dell’Istituto – che dal 1905 al 1949 fu adibito campo profughi – aperto alla partecipazione della cittadinanza. Antonella Guarnieri, Direttrice del Museo del Risorgimento e della Resistenza del comune di Ferrara illustrerà il quadro storico delle vicende in Istria, Fiume e Dalmazia durante e dopo il secondo conflitto mondiale mentre Flavio Rabar, Presidente del Comitato Provinciale di Ferrara dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, tratterà dell’esodo della popolazione italiana, dell’accoglienza ricevuta e dei campi profughi.
MERCOLEDI’ 6 MARZO 2019 – ore 21.00 – Ferrara – Casa della Patria “Pico Cavalieri” – corso Giovecca , 165. In collaborazione con l’Associazione Culturale di Ricerche Storiche “Pico Cavalieri” serata dedicata all’Istria, Fiume e Dalmazia. Il Prof. Giovanni Stelli, Presidente della Società di Studi Fiumani di Roma, illustrerà la Storia di Fiume.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) GIORNO DEL RICORDO 2019
La giornata del 10 febbraio è stata istituita come “Giorno del Ricordo” con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Certamente complesse e controverse le vicende del confine orientale, già iniziate alla fine della prima guerra mondiale, con la fissazione dei confini fra l’Italia ed il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (dal 1928 Regno di Jugoslavia), che lasciava minoranze slovene e croate in Istria, Fiume e Zara e minoranze italiane nella Dalmazia. Pur prevedendo il trattato di Rapallo del novembre 1920 una tutela delle minoranze, tale aspetto non venne rispettato da entrambe le parti contraenti determinando: in Dalmazia un ridimensionamento della minoranza italiana ed in Istria, Fiume e Zara un tentativo, peraltro maldestro e non riuscito, di assimilazione di sloveni e croati. Con la seconda guerra mondiale e l’aggressione alla Jugoslavia il 6 aprile 1941, da parte di tedeschi, italiani, ungheresi e bulgari, a cui si affiancarono un significativo numero di collaborazionisti, iniziò una dura ed a volte feroce guerra partigiana, che ebbe in Tito la sua figura più rappresentativa. Dopo l’8 settembre 1943 i partigiani di Tito presero possesso di tutta l’Istria (ad eccezione delle città di Trieste, Fiume e Pola) e si ebbero moementi di grande violenza nei confronti degli italiani. In centinaia finirono nelle foibe. Ai primo di ottobre 1943 i tedeschi costrinsero i partigiani a ritirarsi e proseguire la lotta nella clandestinità. Il 1 maggio 1945 l’esercito di Tito (perchè tale era ormai diventato) prese possesso di Trieste e via via delle altre località dell’Istria e del Quarnaro (da Zara i tedeschi si erano ritirati il 30 ottobre 1944). Si ebbero delle vendette (come del resto accade in tutti gli stati d’Europa occupati dai nazisti) ma anche la volontà di allontanare gli italiani e vennero uccisi anche membri dei Comitati di Liberazione, esponenti di partiti antifascisti che non volevano l’annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia ed una serie di persone come commercianti, possidenti ed altri etichettati come “nemici del popolo”. Migliaia furono le vittime e la popolazione italiana cercò la salvezza nella penisola, cosa che si accentuò dopo il trattato di pace.
Circa 350.000 le persone che abbandonarono la loro terra e circa 80.000 di queste emigrarono in altre parti del mondo (Australia, Canada, Stati Uniti, Uruguay ed altri luoghi ancora). I rimanenti, la maggior parte, trovò rifugio in uno dei 109 campi profughi presenti in Italia. Con il passar del tempo gli esuli Giuliano Dalmati si inserirono perfettamente nel tessuto sociale ove si trovarono a vivere ed alcuni raggiunsero anche posizioni di prestigio: gli stilisti Ottavio Missoni e Mila Schon, il pugile Nino Benvenuti e il marciatore Abdon Pamich, gli scrittori Fulvio Tomizza e Enzo Bettiza, le attrici Alida Valli e Laura Antonelli, il cantautore Sergio Endrigo ed altri. Nella nostra provincia un ingegnere istriano, Giuseppe Di Drusco, dopo aver diretto bonifiche in Istria (saline di Capodistria e zona paludosa dell’Arsa) diresse i lavori per la bonifica di Valle Pega; le strade della Valle portano i nomi di località istriane: Trieste, Pola, Istria, Buie, ecc., un omaggio alla sua origine, come si evince da un fascicolo del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara.
Dal trattato di pace (10 febbraio 1947) sono passati 72 anni, i testimoni diretti che al momento dell’esodo erano adulti non ci sono più, restano i più giovani ma ora anziani ed i loro discendenti, ma restano anche gli italiani che non lasciarono la loro terra, ora in netta minoranza rispetto a sloveni e croati. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia gli italiani rimasti si sono organizzati per tener viva la storia e la cultura italiana in quelle terre. Coordinati dall’Unione Italiana, con sede a Fiume, sono presenti 6 Comunità degli Italiani in Slovenia, 43 in Croazia, ed una in Montenegro (Cattaro) che portano avanti, in modo significativo, la lingua e la cultura italiana. Sono ripresi i contatti tra gli Esuli e le Comunità, e pure con le Istituzioni di Slovenia e Croazia. Gli esuli da Pola ogni anno svolgono il loro raduno nella città, a Fiume i primi contatti, tramite la Società di Studi Fiumani che ebbe il primo incontro già nel 1989. Al Presidente della Società di Studi Fiumani, Amleto Ballarini-esule da Fiume) il 14 giugno 2016, in un affollato teatro, è stata consegnata la Targa d’Oro della città di Fiume-Rijeka dal Sindaco di Fiume per “il pluriennale significativo impegno nella promozione del dialogo intrapreso a Fiume e per l’immagine della città”. La Presidente della Repubblica di Croazia Kolinda Grabar Kitarovic ha pronunciato il discorso di apertura.
Si spera che si sia instaurato un clima costruttivo e continuativo di collaborazione, senza pregiudizi di ordine ideologico ed etnico, nella logica di far veramente parte di un’Europa dei Popoli.
Da rilevare che Fiume è stata designata per il 2020 capitale della cultura europea.
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