Presentate all’Università di Parma le opere dell’Aula dei Filosofi restaurate grazie al supporto del Rotary Club Parma

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Cerimonia opere restaurate – foto dal sito dell’Università di Parma

La grande pala con la “Vergine in trono col Bambino e i santi Lorenzo e Giovanni Battista” e i due “Angeli” lignei che la fiancheggiano

PARMA – Si è tenuta il 7 dicembre all’Università di Parma la cerimonia di presentazione delle opere dell’Aula dei Filosofi restaurate grazie al supporto del Rotary Club Parma. Si tratta della grande pala con la Vergine in trono col Bambino e i santi Lorenzo e Giovanni Battista e degli Angeli lignei che la fiancheggiano, ad oggi praticamente sconosciuti.

Alla cerimonia hanno partecipato il Rettore Paolo Martelli, Andrea Errera, Presidente pro tempore del Rotary Club Parma, Giusi Zanichelli, Past President del Rotary Club Parma e storica dell’arte, le restauratrici Anna Morestori e Francesca Devita e i finanziatori del restauro Pier Luigi Azzali e Renée Bormioli.

L’Aula dei Filosofi dell’Università di Parma è ben nota per gli ovali dipinti da Clemente Ruta nel terzo-quarto decennio del XVIII secolo, ma completamente ignoti agli studi risultano proprio la grande pala con la Vergine in trono col Bambino e i santi Lorenzo e Giovanni Battista e i due Angeli lignei. Le opere provengono dalla cappella dell’ospedale di San Lorenzo di Calerno (RE), fondata dai canonici della Cattedrale di Parma nel XII secolo, acquisita dall’Ordine Ospedaliero Gerosolimitano, divenuto in seguito Sovrano Militare Ordine di Malta; infine passò, dopo la demanializzazione dell’età napoleonica, agli Ospizi Civili di Parma che nel 1960 divisero il patrimonio artistico della cappella fra vari enti cittadini.

Una lapide tuttora esistente nella cappella testimonia i grandi lavori fatti eseguire da Camillo Colloreto, abate commendatario dell’Ospedale tra il 1580 e 1613, tra i quali si ricorda in particolare il nuovo altare con la pala soprastante. Sulla dalmatica del santo titolare, San Lorenzo, si staglia un complesso stemma che appartenne ad Alof di Wignacourt, Gran Maestro dell’Ordine tra il  1601 e 1622, responsabile non solo della fortificazione e dell’acquedotto de La Valletta, ma anche dell’arrivo a Malta di Caravaggio; questa presenza non solo attesta gli stretti legami del Wignacourt con la nobile famiglia Colloreto, i cui membri compaiono frequentemente nei registri dell’Ordine, ma permette di fissare l’esecuzione dell’opera tra 1601 e 1613. Il pittore cui fu affidata l’esecuzione denuncia strettissimi legami con Lorenzo Lotto, di cui cita fedelmente le pale di Ancona e di Fermo.

Anche gli Angeli lignei potrebbero avere la stessa provenienza, ma non sono identificabili nei documenti superstiti; l’analisi delle due sculture, con il loro raffinato modellato e il dinamismo delle forme, permette però di accostarli a Lorenzo Haili, intagliatore attivo in varie chiese parmensi nella seconda metà del XVII secolo e di cui resta anche l’Annunciazione alla Galleria Nazionale nel Complesso Monumentale della Pilotta.

Il restauro curato dal Rotary Club Parma restituisce dunque al dibattito critico due importanti testimoni della cultura emiliana seicentesca, aprendo la via a nuove ricerche, e recupera un frammento sommerso del nostro passato, permettendo di comprenderlo in una nuova prospettiva.