Sono 4.457.318 a gennaio 2017, circa 3.000 in più in un anno, un aumento in controtendenza rispetto allo scenario nazionale. Online i dati rilevati dall’Ufficio statistico regionale
BOLOGNA – Ricomincia a crescere la popolazione in Emilia-Romagna, dove a gennaio 2017 si registrano 4.457.318 residenti: 2.925 in più rispetto a gennaio 2016. Un aumento in controtendenza rispetto al dato nazionale che, secondo i numeri stimati dall’Istat, segnano invece una diminuzione.
In regione oltre la metà della popolazione è di sesso femminile (51,5 %) e i quasi 3mila residenti in più riguardano soprattutto la fascia di popolazione con più di 44 anni.
E’ quanto si ricava dai dati sulla popolazione diffusi dall’Ufficio statistica della Regione Emilia-Romagna e rilevati in stretta collaborazione con gli uffici statistici provinciali e della Città metropolitana.
Sono 531.028 gli stranieri residenti iscritti all’anagrafe dei Comuni: in totale gli stranieri sono 3.000 in meno, soprattutto per effetto dei 25mila cittadini stranieri naturalizzati nel corso dell’anno, principalmente giovani adulti con figli molto spesso nati in Italia. Complessivamente la quota di stranieri è attorno al 12% del totale dei residenti ma tale valore viene superato in tutte le età sotto i 50 anni con la punta massima del 25% nella fascia 30-34 anni.
Resta comunque positivo il saldo naturale e migratorio della popolazione straniera. I residenti provengono da oltre 150 paesi, il 69,8% appartiene ad una di queste prime dieci comunità: Romania, Marocco, Albania, Ucraina, Cina, Moldova, Pakistan, Tunisia, India e Filippine. Circa la metà è cittadino di un Paese europeo: 22,8% di uno Stato membro dell’Ue28 e 27,5% di Paesi europei extra-Ue.
Tra i dati più significativi rilevati dagli uffici regionali, quelli relativi alle famiglie anagrafiche che in Emilia-Romagna sono 2 milioni. Tra queste sono più di 251mila quelle in cui è presente almeno un componente straniero. La dimensione media è di 2,21 componenti, il 65% delle famiglie è composta da uno/due persone e solo il 5% ne ha 5 o più (tra le famiglie straniere il 15%).
Inoltre, in quasi 2 famiglie su 5 (38%) è presente almeno un componente over 65 e circa in una su 4 (23,1%) è presente almeno un minorenne. La distribuzione della crescita sul territorio vede al primo posto la provincia di Bologna (circa 3.600 in più), seguono Rimini e Parma (oltre 1.000 ciascuna).
Altri dati sulla popolazione residente
L’incremento dei residenti riguarda la popolazione adulta e anziana e i cittadini italiani. Dei quasi 4,5 milioni di persone residenti in regione la metà sono donne, quota che cresce con l’aumentare dell’età: sopra gli 80 anni è di circa il 63,1%.
La sostanziale stabilità della popolazione residente avviene per compensazione tra incrementi positivi e negativi sulle diverse fasce di età: ad esempio, nel 2016 hanno compiuto 45 anni i nati nel 1971 cioè circa 51 mila persone. Nello stesso anno, hanno compiuto 30 anni i nati nel 1986, cioè appena 25 mila. Tenendo fissa la classe di età, 30-44 anni, la fotografia a due istanti successivi (1.1.2016 e 1.1.2017), rileva una diminuzione del contingente di persone. Dunque la maggiore sofferenza è tra tali classi centrali delle età lavorative che confermano il trend di diminuzione in corso da qualche anno dovuto a una delle generazioni più esigue mai nate nella storia demografica della regione.
Invece l’aumento maggiore riguarda i residenti con più di 44 anni. Per la fascia 0-14 il segno meno riflette la diminuzione dei nati dal 2009 (è infatti concentrata tra 0-9 anni) dove si contano circa 6mila unità in meno. Crescono i giovani tra 15-29 anni che beneficiano dell’immigrazione dall’estero e dall’Italia.
La popolazione straniera
I residenti stranieri, pur evidenziando dei tratti comuni rispetto alla struttura per età, marcatamente più giovane rispetto a quella degli italiani, presentano un elevato grado di eterogeneità rispetto alle variabili demografiche.
Alcune cittadinanze presentano una forte differenza di genere: ad esempio, l’80% dei cittadini ucraini residenti in regione è di sesso femminile come il 67% dei cittadini moldavi, mentre ciò è vero solo per il 36% degli stranieri provenienti dal Pakistan e il 41% dei tunisini.
Diversa è anche la dinamica di crescita: la variazione negativa complessiva è infatti attribuibile ad alcuni gruppi, ad esempio marocchini e albanesi, che hanno maggiormente usufruito dell’acquisizione di cittadinanza, al punto da annullare la crescita potenziale, mentre altri continuano ad accrescere la loro consistenza.
Il maggior numero di cittadini stranieri si osserva tra i giovani, 25% nella fascia 30-34 anni, 23% tra i 25-29enni, e tra i bambini in età prescolare (21%).
L’analisi per luogo di nascita restituisce un’immagine completamente diversa e rileva la crescente presenza di stranieri di seconda generazione. Il 97% dei bambini stranieri tra 0 e 2 anni residenti in Emilia-Romagna è nato in Italia. Sono nati in territorio italiano anche il 90% dei bambini stranieri tra 3 e 5 anni, quasi l’80% di quelli tra 6 e 10 anni e oltre il 55% dei ragazzi tra 11 e 13 anni.