Il punto della situazione
Partita con circa una settimana di ritardo sulla consueta tabella di marcia, a pochi giorni dal giro di boa di metà percorso la campagna 2016 procede nel rispetto degli obiettivi di produzione e, soprattutto, nel segno della buona qualità della materia prima. Complice un andamento climatico senza eccessive ondate di calore e con notti relativamente fresche che hanno favorito una corretta maturazione delle bacche, ben colorate e con grado brix superiore a 5, valore che esprime un elevato tenore zuccherino, più alto della media dell’ultimo quinquennio. Si stima che in tutto il settentrione, bacino di riferimento dell’Organizzazione interprofessionale (Oi) del pomodoro da industria del Nord Italia che raggruppa gli attori della filiera di 4 regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, oltre alla provincia di Bolzano), le consegne alle industrie di “oro rosso” abbiano raggiunto nella giornata di oggi (ieri per chi legge, ndr) la cifra complessiva di quasi 1,3 milioni di tonnellate, pari al 45% del quantitativo contrattato, ottenute su oltre il 50% della superficie coltivata, di cui quasi 26.900 in Emilia-Romagna.
Le sfide per il settore
Una giornata di full immersion, quella dell’assessore Caselli, in una delle provincie più importanti della regione per il pomodoro da industria (circa 4.700 gli ettari coltivati e nove impianti di lavorazione), per un aggiornamento della situazione e per confrontasi con gli operatori sulle sfide future per il settore, alle prese con una concorrenza internazionale sempre più agguerrita: “In un mercato sempre più globalizzato- ha insistito Caselli incontrando i rappresentanti delle associazioni deli agricoltori, delle Organizzazioni di produttori (Op) e dell’industria- l’Emilia-Romagna deve competere puntando sulla qualità e sulla fascia alta del mercato, intensificando gli sforzi sul versante della ricerca varietale e dell’innovazione di prodotto. Solo così possiamo difendere il valore delle nostre produzioni e incrementare il reddito dei produttori”. ”Altrettanto importante- ha concluso- è continuare a lavorare sul rafforzamento della filiera: sui mercati internazionali non si può andare in ordine sparso, ma bisogna organizzarsi e darsi strategie mirate come si sta facendo in Emilia-Romagna”.
Una valutazione condivisa da Rossella Martelli, vicepresidente vicario dell’Oi del pomodoro da industria del Nord Italia: “Per noi è importante mantenere un dialogo costante con le istituzioni. La Regione Emilia-Romagna ha sempre creduto fortemente nell’importanza della filiera e ha fornito gli strumenti legislativi per la nascita della nostra organizzazione interprofessionale”. L’Oi del Nord Italia coinvolge circa 2.000 agricoltori raggruppati in 15 Op e 29 stabilimenti di trasformazione. Nel corso degli incontri con gli operatori l’assessore Caselli ha annunciato l’intenzione di portare al più presto le esigenze del settore sui tavoli dell’Areflh, l’associazione delle regioni ortofrutticole europee di cui è stata eletta presidente pochi mesi fa. (G. Ma.)
(Un momento della visita dell’assessore Caselli, al centro della foto, allo stabilimento Emiliana Conserve a Busseto, nel Parmense)
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