RIMINI – E’ accusato di aver intimidito alcune prostitute, arrivando addirittura a minacciarle di morte se non avessero abbandonato la loro ‘zona’ di lavoro e di porto d’armi abusivo.
A fermare il 39enne del Kazakistan è stata martedì sera una pattuglia del Nucleo Pronto Intervento Polizia Municipale, in servizio in borghese nell’ambito dell’attività a contrasto del fenomeno della prostituzione.
Nel corso dei controlli nella zona di Torre Pedrera, gli agenti hanno identificato alcune ragazze presenti in un’area di servizio lungo la Statale 16.
Al momento dell’accertamento però sono state le stesse prostitute a chiedere l’aiuto della pattuglia, denunciando di essere oggetto di intimidazioni da parte di uno straniero.
L’uomo, secondo il racconto delle donne, le aveva minacciate di morte ordinando loro di lasciare subito l’area che stavano occupando e di non farvi più ritorno.
Lo straniero, D.R., di nazionalità Kazaka, ex poliziotto russo e pugile professionista, è già noto alle Forze di Polizia per numerosi precedenti tra cui anche numerose resistenze e violenza a pubblico ufficiale.
Giunto sul posto a forte velocità bordo di un’auto, in un primo momento ha tentato di evitare il controllo e ha cercato di celare un’arma che aveva in mano, nascondendola sotto la cintura.
L’uomo però, dopo essere stato bloccato, non ha opposto particolari resistenze ai due agenti che hanno rinvenuto e sequestrato l’arma, poi risultata una fedele riproduzione di pistola semiautomatica sprovvista di tappo rosso.
Gli agenti quindi hanno proceduto ad accompagnare lo straniero in ufficio per l’identificazione di rito e per la contestazione del porto d’armi abusivo e per le minacce e violenze sessuali perpetrate nei confronti delle ragazze, che hanno sporto regolare denuncia.
Gli operatori provvedevano inoltre a compiere le dovute indagini per riscontrare quanto denunciato dalle ragazze, acquisendo immagini di videosorveglianza.