Bologna

Pieve di Cento: la piccola Bologna

PIEVE DI CENTO (BO) – Con una popolazione che raggiunge le 7.000 anime, Pieve di Cento è uno dei borghi italiani che mantiene intatta la sua conformazione da secoli, recentemente entrato a far parte della rete dei Borghi Bandiera Arancione del TCI.

Proprio per la sua posizione a metà strada tra le città d’arte di Bologna, Ferrara e Modena (non dista più di 35 Km dai tre capoluoghi), Pieve di Cento oggi è un borgo vivo e pieno di eventi sociali e culturali che contribuiscono a creare un ottimo stile di vita.

È inoltre citato spesso con l’appellativo di “Piccola Bologna”, grazie ai suoi portici che corrono lungo tutte le vie del centro storico, proprio come nella città felsinea.

Partecipanza Agraria Cento Ph partecipanzacento it

CENNI STORICI

I primi documenti relativi ad un primo insediamenti nell’area dell’attuale territorio del Pieve risalgono all’VIII e IX secolo d.C..

In quel periodo l’area, come molte parti del territorio fluviale tra Ferrara e Bologna, si presentava come una vasta e omogenea zona paludosa, ricca di valli da pesca e segnata dal corso del fiume Reno.

Pieve di Cento, come il nome stesso suggerisce, costituiva una “Pieve”, ovvero un’area territoriale soggetta ad una chiesa, detta appunto “pievana” e, cosa estremamente importante per l’epoca, era l’unica a possedere un fonte battesimale.

Fu cosi che in prossimità del luogo dove sorge l’attuale Collegiata di S. Maria Maggiore di Pieve di Cento si costruì un borgo elevato rispetto alle paludi circostanti. Era questo il periodo in cui nacque la famosa “Partecipanza Agraria Centese”, un’antica forma di proprietà collettiva di terreni interessati a bonifiche, che trae origine dal medioevo, tuttora in uso in Emilia e in Veneto nel Polesine di Rovigo. I terreni che circondavano laicità infatti, erano di proprietà del Vescovo di Bologna, che li concedeva in usufrutto ai soli abitanti di Cento, ma con due clausole: quella di migliorare i terreni, e quella di risiedervi stabilmente. Ogni 29 anni avveniva una redistribuzione dei terreni fra i figli maschi viventi delle famiglie partecipanti che, nel caso fossero senza eredi, avrebbero perso ogni diritto.

Quando, un secolo più tardi, le città e i borghi iniziarono a fortificarsi per difendersi dalle incursioni barbariche, chiesa e centro abitato furono compresi entro un perimetro fortificato. Nacque così il centro di Pieve di Cento, borgo fortificato ma la cui pieve continuava a mantenere il suo primato ecclesiastico e cittadino rispetto al vicino borgo di Cento.

Dapprima sotto l’influenza del Comune di Bologna, nel 1502 i due comuni centesi passarono sotto la dominazione della Famiglia Estense; essi facevano infatti parte del dono di nozze di Papa Alessandro VI Borgia alla figlia Lucrezia, andata in sposa da poco ad Alfonso I d’Este duca di Ferrara. Quando nel 1598 la dominazione estense ebbe termine nel 1598, il piccolo comune passò allo Stato della Chiesa divenendo possedimento pontificio fino al 1796 quando le truppe di Napoleone Bonaparte presero possesso del borgo, rivoluzionandone la vita ecclesiastica e civile.

Dopo una storia secolare sotto il dominio dello stato pontificio infatti, nel 1865 veniva fondata a Pieve di Cento la Società operaia di Mutuo Soccorso, istituzione filantropica di indirizzo liberale che intendeva soppiantare le iniziative assistenziali di indirizzo religioso e, nel 1889, la Società Mutua Cooperativa fra braccianti, per dare lavoro ai contadini.
Negli anni successivi la dottrina socialista conobbe a Pieve e a Cento, cosi come in tutta le Regione Emilia-Romagna, una grande diffusione tanto che nel 1908 venne fondata la Camera del Lavoro.

COSA VEDERE

Data la sua secolare vita e le molte vicissitudini che qui si sono svolte, il borgo di Pieve di Cento è un piccolo scrigno che conserva ancora intatto il lento passaggio della storia. Sono quindi molte le emergenze storico artistiche, oggi quasi tutte aperte e visitabili.

Innanzitutto la maestosa Rocca medievale che, situata nelle prossimità di Porta Bologna, venne costruita a seguito degli impegni reciproci intercorsi fra il Comune di Bologna e i pievesi dopo le contese del 1380. Oltre l’interesse storico, oggi la Rocca è la sede permanente del Museo delle Storie di Pieve, museo nelle cui otto sale viene esposto il racconto dei mille anni di storia di Pieve di Cento, dalla sua fondazione ai cambiamenti del territorio, fino a quelli dell’urbanistica e della società. Se siete intenzionati a visitare il Museo delle Storia di Pieve di Cento, vi consigliamo di scaricare l’APP “Pieve Welcome” tramite cui avrete la possibilità di accedere ai contenuti in realtà aumentata del Museo, oltre a conoscere ancora di più Pieve e le sue attività di accoglienza.

Museo Magi 900

Secondo in ordine di importanza è Il Museo MAGI 900, un eclettico museo d’arte privato, fondato dal mecenate e collezionista Giulio Bargellini. Proprio per la sua posizione defilata rispetto al caso delle città d’Arte, il Museo MAGI 900 è stato ideato come luogo della contemplazione e della comprensione dell’arte, ed è situato all’interno di un silo granario degli anni Trenta appositamente ristrutturato e recentemente ampliato.

L’attuale Collezione permanente è dedicata a numerosi protagonisti dei movimenti dell’arte e della cultura visiva tra XX e XXI secolo. Tra gli autori figurano maestri come BoldiniBurriCampigliCarràDe ChiricoGuttusoLigabueManzoniModigliani e oltre 2000 autori contemporanei, a molti dei quali sono stati dedicati nuclei tematici. Tra queste spiccano la collezione di opere minime 8×10 del regista Cesare Zavattini, il nucleo sulla performance realizzata al MAGI’900 dall’artista giapponese Shozo Shimamoto, quello dedicato all’Uomo della Pace e alla Belle Époque.

Da non perdere poi la Collegiata di Santa Maria Maggiore, l’antica pieve da cui ha origina tutta la comunità centopievese, è stata oggi riaperta dopo i danneggiamenti del terremoto del 2012, consentendo di ricollocare al loro posto preziosi dipinti di Guido Reni e del Guercino.

Sempre a tema pittura segnaliamo la Pinacoteca Civica di Pieve di Cento che, istituita nel 1980, conserva opere a tema religioso del XII secolo, alcune opere degli allievi del Guercino, uniti in un percorso espositivo che illustra tutta la storia della pittura contese.

Teatro A.Zeppilli PievediCento PhVinTer59

Ospitati presso il Palazzo Municipale vi sono poi il Teatro Comunale “Alice Zeppilli”, un tipico esempio di “teatro all’Italiana”, il Museo della Musica e la Scuola di Liuteria, tutti e tre espressione del grande rilievo che la Musica riveste in queste zone.

Da non perdere infine l’Oratorio della Santissima Trinità, considerato uno dei capolavori d’arte dell’intera provincia bolognese, e la Casa della Musica, progetto dello studio di architettura di Mario Cucinella, realizzato nell’area ex Lamborghini dopo un’attenta bonifica del terreno, secondo i più attenti dettami della architettura ecosostenibile.

COSA FARE

PRIMAVERA
La campagna bolognese e ferrarese, sono questi i luoghi in cui poter prendere una bicicletta ed iniziare a correre lungo i terreni di pianura.
Siamo nella cosiddetta “bassa padana”, dove piccole stradine seguono con precisione i confini degli appezzamenti di terreno ed il grano avvolge tutto con il suo colore dorato.

ESTATE
Una tappa ideale in un ipotetico Tour che collega le città di Ferrara e Bologna. Dagli estensi ai portici bolognesi, avrete modo di scoprire storia, tradizione e costumi che uniscono queste due città tanto differenti, tutte condensate nel piccolo centro storico del borgo di Pieve e di Cento.

AUTUNNO
Il periodo migliore per apprezzare i musei e la gastronomia locale, che qui esprime il meglio della cucina bolognese e ferrarese.
E poi la nebbia, il clima freddo che invoglia a sedersi a tavola, magari accompagnati da un bel bicchiere di rosso e da qualche fetta di salumi locali.

INVERNO
La stagione ideale per apprezzare la pittura ed i luoghi al chiudo in generale, che pi cui significa vedere grandi maestri come Guercino e Guido Reni.

EVENTI

Sagra del Maccherone al Pettine – Mese di giugno
Un evento che celebra i tradizionali maccheroni striati, fatti rigorosamente a mano dalle sfogline del paese e conditi con sughi in diverse varianti: ragù, ragù e piselli, prosciutto, vegetariano. Il menù comprende anche secondi piatti e dolci della tradizione.

ENOGASTRONOMIA

Le ricette tipiche pievesi rientrano nella tradizione gastronomica bolognese ed emiliana e sono per lo più piatti semplici, realizzati con ingredienti naturali come farina, strutto, uova e verdure d’orto.

Le donne di famiglia, infatti, si ingegnavano per far risaltare a tavola i gusti di una cucina povera, riuscendovi brillantemente, tanto che ancora oggi questi piatti sono sulle nostre tavole e protagonisti di sagre di paese.

Uno dei piatti più succulenti sono i tradizionali ”Maccheroni al Pettine” che hanno dato vita alla Sagra paesana. Per fare i maccheroni dalla sfoglia, tirata rigorosamente a mano con il mattarello, si ritagliano dei quadretti che vengono arrotolati su una bacchettina passandoli sul ”pettine” (quello del vecchio telaio usato un tempo dalle massaie per la tessitura) per conferire loro la tipica striatura.

La Pro loco, che organizza anche la Sagra, indica fra i condimenti appropriati per i Maccheroni al Pettine il ragù tradizionale alla bolognese (sugo a base di carne di manzo e maiale con o senza aggiunta di piselli); il sugo allo speck (con speck, zucchine e pomodori, tirati in padella con panna) o il sugo alla pievese (con ragù a base di cotechino di maiale).

COME RAGGIUNGERE PIEVE DI CENTO

AUTO
Da Bologna, prendere l’autostrada A13 Bologna-Padova, uscita Altedso. Da qui prendere la SP1 bis fino a Pieve di Cento.

TRENO
Treno Ferrovie dello Stato Bologna-Ferrara, fermata di San Pietro in Casale (9 km)

AUTOBUS
Da Bologna linea extraurbana TPER Bologna Extraurbana
Dalla stazione ferroviaria di San Pietro in Casale, via Cesare Battisti, linee 455 e 456

Foto: Pieve di Cento Piazza Rocca

A cura di Walter Manni

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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