Ferrara

Pietre d’inciampo, domani l’evento a Ferrara

Posa delle prime 15 opere in memoria delle vittime della Shoah. Ne seguiranno altre per un “Monumento diffuso”

via mazzini 2 – foto pierluigi benini

FERRARA – Tutto è pronto per la posa delle prime 15 pietre d’inciampo a Ferrara, programmate con un evento cerimonia per domani, giovedì 16 gennaio. Originariamente previsto, l’artista Gunter Demnig non potrà essere presente a causa di un improvviso ricovero in ospedale.

In accordo con lo stesso artista e la sua organizzazione, si è deciso di procedere alla posa delle pietre d’inciampo comunque nella data programmata di domani. L’evento è organizzato dal Comune di Ferrara, dalla Comunità Ebraica di Ferrara, dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, dall’Istituto di Storia Contemporanea, dall’Università degli Studi di Ferrara, dall’Archivio di Stato di Ferrara e dal Conservatorio di Musica “Girolamo Frescobaldi” di Ferrara, ed è coordinato da Alessia Pedrielli, responsabile dei Progetti strategici del Comune di Ferrara, e curato da Cristina Nagliati, componente dello staff Progetti strategici.

Gli Stolpersteine (letteralmente, “pietre d’inciampo”) sono cubetti di cemento – grandi all’incirca quanto un sanpietrino – ricoperti da una lastra di ottone, sui quali vengono incisi i dati biografici delle vittime da commemorare (nome, anno di nascita, giorno e luogo della deportazione, data di morte). Vengono posati davanti alle porte dell’ultima residenza conosciuta dei deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti. L’obiettivo dell’artista è restituire l’individualità alle persone che le persecuzioni nazi-fasciste hanno tentato di cancellare. Si chiamano Pietre d’inciampo proprio perché vogliono metaforicamente portare chi le calpesta ad “inciampare” in una riflessione su quei tragici accadimenti, al fine di conservarne la memoria storica. La prima fu apposta a Colonia, in Germania, nel 1995. Grazie al passaparola oggi si incontrano oltre 100.000 Pietre d’Inciampo in oltre 2.000 città in tutta Europa.

La cerimonia del 16 gennaio a Ferrara si articolerà in due momenti principali: prima in via Mazzini e, successivamente, in Sala Estense. L’appuntamento è alle 9:00 in via Mazzini (davanti al civico 88) con i saluti istituzionali del sindaco di Ferrara Alan Fabbri e del presidente della Comunità ebraica di Ferrara Fortunato Arbib, cui seguiranno le pose delle pietre d’inciampo.

Saranno posizionate 15 pietre commemorative in tre punti di via Mazzini. Al civico 14 sono dedicate alla famiglia Rietti-Cavalieri (Nello Rietti, Giulia Rietti, Leonella Rietti, Gastone Rietti e Argia Cavalieri); al civico 85 alla famiglia Forti-Jesi-Lampronti (Leone Forti, Carolina Jesi, Berta Forti, Umberto Lampronti e Carlo Lampronti) e al civico 88 alla famiglia Fink-Bassani-Lampronti (Isacco Fink, Carlo Bassani, Giuseppe Bassani, Rina Lampronti e Marcella Bassani).

L’evento sarà accompagnato dalle note del violinista Alessandro Perpich. Oltre al sindaco Alan Fabbri e al presidente della Comunità ebraica, Fortunato Arbib, interverranno Amedeo Spagnoletto direttore del Meis e Anna Maria Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia contemporanea. Alle 10:30, invece, saranno le scuole, già coinvolte nei mesi scorsi nel progetto “Pietre d’inciampo a Ferrara” con diversi momenti formativi, a prendere parte alla cerimonia con un corteo sempre in via Mazzini per un omaggio simbolico alle famiglie cui sono dedicate le pietre. Per consentire lo svolgimento dell’evento, via Mazzini sarà chiusa al traffico dalle ore 8:30 alle 11:00.

Alle 11:00 in Sala Estense (Piazza del Municipio 14) ci sarà la presentazione dei lavori realizzati dalle scuole in occasione della prima giornata di posa delle pietre d’inciampo, dove si esibiranno con musiche, canti, letture e performance gli allievi del Conservatorio di Musica “Girolamo Frescobaldi” di Ferrara e gli studenti dell’istituto comprensivo “Giorgio Perlasca”, dell’istituto comprensivo “Dante Alighieri”; dell’istituto tecnico economico “Vittorio Bachelet”, del liceo classico “Ludovico Ariosto” e del liceo artistico “Dosso Dossi”. Interverranno il sindaco Alan Fabbri, il presidente della Comunità ebraica Fortunato Arbib, Amedeo Spagnoletto direttore del Meis e Anna Maria Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia contemporanea.

Le prime 15 Pietre d’Inciampo che saranno apposte sono solo l’inizio di un percorso. Altre pietre saranno aggiunte, affinché la città estense diventi un vero e proprio “monumento diffuso” in memoria delle vittime della Shoah.

“Finalmente anche Ferrara è coinvolta nel progetto monumentale delle pietre d’inciampo, ideate dall’artista Gunter Demnig per tenere viva la Memoria collettiva contro ogni forma di negazionismo e di oblio: il suo lavoro intende ricordare tutti i deportati nei campi nazisti che non hanno più fatto ritorno a casa. Queste pietre sono ormai ovunque in Europa. Mancava all’appello Ferrara: ora anche la nostra città ne farà doverosamente parte. Con l’installazione delle prime pietre d’inciampo ricorderemo i primi tre nuclei familiari di ebrei ferraresi deportati, nostri concittadini. La volontà è rendere ancora una volta visibile, per non dimenticare mai, quanto ha caratterizzato una pagina buia della storia, che ha dolorosamente coinvolto direttamente anche la nostra città”, aveva sottolineato il sindaco Alan Fabbri.

“Il 16 gennaio a Ferrara verranno depositate le prime 15 pietre di inciampo, le prime di una lunga lista. Potremo così ricordare attraverso la posa delle pietre dinanzi alle porte delle abitazioni, coloro che sono stati deportati e assassinati nei lager. Inciampare virtualmente su questi blocchetti di colore lucido, che riportano i dati delle persone scomparse, porterà alla luce qualcosa di essenziale: non racchiudono solo nomi da citare, ma la storia di intere famiglie ferraresi. La memoria non può risolversi in appuntamento occasionale e celebrativo, ma costituire parte integrante della vita quotidiana. Attraversando le strade del ghetto, verrà spontaneo chiedersi cosa sono quelle strane pietre posate sul selciato”, ha aggiunto il presidente della Comunità ebraica, Fortunato Arbib.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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