“Per la prima volta nella sua storia il Comune di Bologna ha deciso di dotarsi di un Piano strategico per lo Sport – spiega l’assessore allo Sport, Turismo e Cultura Matteo Lepore – L’Amministazione comunale, in questo mandato, ha voluto dare maggiore rilevanza allo sport, sia in termini di risorse che portando avanti una riorganizzazione interna del Comune di Bologna. In particolare si evidenzia la scelta del Sindaco di creare un unico assessorato Cultura, Turismo e Sport come forte scelta di integrazione delle politiche che maggiormente hanno un peso, sia sulla promozione internazionale della città, sia sulla coesione sociale dei Quartieri. Concepire lo sport come ‘un luogo di incontro urbano’ e pertanto di ‘cura delle relazioni’, ci consente di guardare ad un nuovo ruolo delle politiche sportive, al pari delle politiche culturali. Una strategia globale per la sostenibilità che, se calata nel contesto regionale e bolognese, può individuare nella rete degli impianti e delle associazioni sportive una infrastruttura materiale e immateriale di straordinario valore, attorno alla quale organizzare un nuovo ruolo delle istituzioni pubbliche, dei cittadini, degli ‘imprenditori civili’ e degli educatori, per citare solo i protagonisti principali”.
Un piano che prevede i seguenti investimenti, da parte dell’Amministrazione comunale, attraverso il proprio Bilancio o convenzioni già sottoscritte:
7 milioni di euro impianti sportivi di terra comunali
3 milioni di euro per le palestre popolari
500.000 euro per playground e spogliatoi palestre scolastiche
4 milioni di euro per il PalaDozza
6 milioni di euro per le piscine comunali
Nella Città Metropolitana di Bologna gli atleti attivi sono 90.000. Questo dato, se rapportato alla popolazione, segnala la presenza di 88,9 atleti tesserati ogni 1.000 abitanti: il 4% in più rispetto al dato regionale e ben oltre il 20% rispetto la media nazionale.
Nella pratica agonistica è il calcio a riscuotere più successo, con i suoi 16.789 atleti tesserati CONI, seguito da pallacanestro (9.608), tennis (7.989) e pallavolo (5.812). Da una lettura di questi numeri emerge una peculiarità del tutto bolognese: nella città metropolitana il basket rappresenta il secondo sport agonistico più praticato, a differenza del resto di Italia o della stessa Emilia-Romagna, dove invece è il volley ad attestarsi alle spalle del calcio. La pratica sportiva amatoriale muta il quadro delle discipline più praticate: in questo caso è il nuoto ad avere il primato con 30.700 persone coinvolte, seguito dalla ginnastica a corpo libero o con attrezzi (17.700 praticanti), dal calcio (15.623) e dalla danza (11.287).
L’indagine condotta da Nomisma mette in luce i dati sulla città, segnalando una massiccia propensione allo sport e al movimento tra i giovani bolognesi. Ad aver praticato sport nell’ultimo anno è infatti l’84% degli studenti tra i 6 e i 19 anni, mentre solo il 5% ha fatto una vita completamente sedentaria. Il breakdown per età evidenzia una flessione al crescere dell’età: la propensione alla pratica sportiva dei ragazzi 14-19 anni si ferma al 74%, perdendo – rispetto alle classi di età precedenti – una quota di sportivi pari al 10% interessata al semplice movimento. Si tratta di un fisiologico allontanamento dallo sport dovuto principalmente ad un maggior impegno scolastico (motivazione che riguarda il 26% dei ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado che non ha praticato sport nell’ultimo anno) o alla sostituzione dello sport con altro hobby (20%).
Non solo, l’età risulta essere fattore determinante anche se si guarda ai motivi per cui si fa sport e alle attività praticate. Se, infatti, i ragazzi delle scuole primaria e secondaria di I grado svolgono lo sport per cui si sentono più portati, nelle fasi successive a guidare la scelta diventano il divertimento legato all’attività sportiva e la voglia di mantenersi in forma (motivazione dichiarata dal 22% dei ragazzi delle scuole secondarie di II grado che hanno praticato sport).
Con riferimento al tipo di sport praticato, emblematico è il caso del nuoto che spopola tra i più giovani (42% di chi fa sport), ma che perde posizioni col passare degli anni, coinvolgendo solo il 16% degli studenti delle scuole secondarie di II grado.
Nell’ambito della sua attività di ricerca Nomisma ha analizzato anche la valenza sociale dello sport, visto l’importante ruolo come strumento di inclusione. In quest’ottica sono stati condotti approfondimenti specifici su due target di interesse: studenti stranieri e popolazione con più di 65 anni.
Rispetto al primo focus realizzato, emerge una minor propensione dei giovani stranieri a praticare sport in maniera continuativa rispetto ai coetanei nati con entrambi i genitori italiani: solo il 43% degli studenti nati all’estero con almeno un genitore straniero ha praticato sport in modo regolare, a fronte del 55% degli studenti nati in Italia con almeno un genitore straniero e addirittura dell’83% registrata tra gli studenti con entrambi i genitori italiani.
Significativa risulta anche la maggiore inclinazione degli studenti stranieri a praticare attività senza istruttore in spazi sportivi ad accesso libero (il 17% degli studenti nati all’estero da almeno un genitore straniero che praticano sport vs il 3% dei giovani praticanti con entrambi i genitori italiani).
Il focus sulla terza età, realizzato attraverso la conduzione di interviste nei centri sociali per anziani della città catturando una parte di domanda già attivata e sensibile all’importanza del mantenersi in forma, fa emergere che sport non è solo giovani, ma sport è città.
Il 69% degli over 65 ha, infatti, praticato sport negli ultimi 12 mesi, principalmente su suggerimento del medico (38%) e prediligendo attività quali ginnastica dolce/posturale, che risulta la disciplina scelta dal 75% di chi pratica sport in strutture organizzate. Chi non accede a corsi organizzati si mantiene in movimento facendo esercizio fisico (76% degli over 65): diffuse soprattutto le passeggiate (abitudine del 79% di chi fa movimento), in particolare nei parchi (57%) o in spazi pubblici (38%), privilegiando così la pratica all’aria aperta.
Sotto il profilo degli impianti Bologna rappresenta la parte importante dell’offerta sportiva della Città Metropolitana: secondo i dati elaborati dal CONI nel 2015, la città conta 569 complessi sportivi (il 44% del totale metropolitano), 843 impianti (48% del totale metropolitano) e 1.296 spazi elementari di attività. In questo contesto l’Amministrazione comunale ha in gestione o in proprietà il 20% degli spazi disponibili in città, suddivisi in 117 strutture tra complessi sportivi e impianti e 259 spazi elementari di attività.
Linee progettuali affinché nessuno si senta escluso
Verrà realizzato un programma per promuovere l’economia sociale dello sport: creazione di start-up che abbiano l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale con il coinvolgimento di associazioni e di soggetti
del terzo settore. Le attività saranno finanziate da Programma Operativo Nazionale “Città Metropolitana 2014-2020” (PON METRO). Favorire un percorso dedicato allo sport all’interno del progetto ‘Insieme per il lavoro’ condiviso tra Città Metropolitana, Curia, associazioni economiche e sindacati.
Saranno realizzate e rigenerate 3 palestre popolari nella città di Bologna: Palestrina popolare Centro Belletrame; nuova Palestra popolare Centro Sportivo Pizzoli; nuova Palestra popolare Centro Sportivo Barca.
E ancora, buone pratiche sport-integrazione-diritti, sport-salute-movimento, sport-accessibilità, sport-giovani-tifo-cultura: proseguire e valorizzare le buone pratiche già esistenti all’interno di associazioni e club sportivi, al fine di sostenere e moltiplicare; creazione di un forum e di progetti di comunicazione dedicati.
Progetto “Defibrillatori – città cardioprotetta”: l’Amministrazione ha deciso di dotare i propri impianti sportivi di tale apparecchiature, in modo che questi siano sempre presenti nei luoghi nei quali si pratica sport, non solamente durante le competizioni. Si vorrebbe estendere questo programma in tutti i luoghi nei quali si pratica sport, a partire dalle palestre scolastiche cittadine. Il progetto prevede il coinvolgimento di ASL, 118, associazioni di volontariato e donatori privati, oltre che la collaborazione delle società sportive e dei soggetti gestori.
Progetto Playground e palestre scolastiche: l’Amministrazione riceve un report semestrale sullo stato dei playground (campetti) cittadini grazie al contratto globale per la gestione del verde. A partire da questo lavoro di monitoraggio, intende predisporre un piano di investimenti propri e una raccolta fondi verso privati per sostenere un programma straordinario di interventi e manutenzione. Tale piano sarà accompagnato da un programma di interventi nelle palestre scolastiche cittadine.
La priorità per l’impiantistica sportiva di base
La volontà di rafforzare Bologna come città inclusiva vede come prima sfida di questa direzione strategica una declinazione in ambito sportivo, puntando a rendere ancora più accessibile non solo lo sport in città, ma anche l’attività fisica. Un’attenzione particolare meritano gli anziani in condizione di maggiore fragilità, così come quanti soffrono di disturbi fisici che frenano il coinvolgimento, come possono essere alcune tipologie di cardiopatici; così come chi ha disturbi del comportamento, come quelli alimentari. Tra i soggetti a cui dedicare un’attenzione prioritaria rientrano inoltre quanti hanno disabilità, senza trascurare quanti possono sentirsi emarginati per motivi sessuali o razziali.
E ancora, mettere in campo azioni decise tese a favorire l’accesso e la pratica di alcune discipline, per le quali oggi la situazione appare maggiormente pregiudicata. In primo luogo l’atletica leggera, per la quale la situazione dell’impiantista è più critica in termini manutentivi e per la quale la città riveste invece un ruolo preminente in area metropolitana per numero di impianti, ma dove una nuova centralità del capoluogo passa per il ripristino della piena funzionalità di alcuni di essi. In secondo luogo la pallavolo, che oggi sconta più di altre discipline un deficit nell’impiantistica cittadina, soprattutto per lo svolgimento di competizioni. Un discorso analogo meritano gli impianti da allenamento, considerando anche il crescente appeal che riscontra questa disciplina nello scenario nazionale. Poi la ginnastica ritmica, che analogamente al volley appare deficitaria di strutture in cui competere, ma che sta vivendo un momento di forte crescita nei numeri e nei successi agonistici. Infine il rugby, lo sport che sta registrando il numero maggiore di proventi a sfondo sociale ed educativo.
La terza sfida è senz’altro ambiziosa: fare di Bologna una piattaforma nazionale, centrale per l’allenamento degli atleti destinati alle principali manifestazioni internazionali. Se l’ambizione ultima è certamente quella di poter ospitare quante più manifestazioni agonistiche – come già sarà (ed è solo un esempio) per gli Europei di calcio Under 21 nel 2019 – il posizionamento dell’impiantistica cittadina risulta oggi sbilanciato verso gli spazi per allenamento e con una capienza di pubblico ridotta. Una tipologia di impianto quest’ultima che si può valorizzare maggiormente facendo leva sulle grandi professionalità sportive presenti a Bologna e sul fatto che gli allenamenti non richiedono capienze di pubblico specifiche.
Una quarta sfida è dare risposte a quanti già oggi si allenano o gareggiano negli impianti a gestione comunale e lamentano una situazione maggiormente deficitaria per gli spogliatoi presenti negli impianti.
Favorire la pratica dello sport come strumento per il benessere dei bolognesi è una ulteriore sfida per il Piano Strategico. Le indagini svolte a livello cittadino evidenziano quanto sia elevata la sensibilità verso la pratica sportiva tra i più giovani e nelle loro famiglie. Ma accanto a tale propensione emerge un warning che non può di certo essere trascurato: propensioni e sensibilità iniziali lasciano troppo di frequente spazio in giovane età all’abbandono della pratica sportiva, relegando l’attività fisica ad occasioni più sporadiche, comunque limitate al mantenimento. Sostenere l’esercizio fisico per il mantenimento lungo tutto l’arco della vita significa però ripensare – almeno parzialmente – all’impiantistica.
L’esito del percorso partecipato e l’agenda degli investimenti sugli impianti di terra, playground e palestre scolastiche
È necessario programmare la realizzazione di impianti che favoriscano la pratica di alcune discipline, oggi non sufficientemente supportate dall’impianto infrastrutturale complessivo: sono emerse carenze rispetto a discipline quali l’atletica leggera, la pallavolo, la ginnastica ritmica, e proposte interessanti relative alla disciplina del rugby, che posizionerebbe Bologna come punto di riferimento a livello regionale.
Il Piano degli investimenti prevede, pertanto, finanziamenti per la realizzazione di strutture che siano in grado si sopperire a tali carenze, utilizzando sia fondi propri che risorse di altri enti quali Bandi Ministeriali, Regionali, Bandi CONI, Finanziamenti Europei.
Si ritiene che il complesso delle attività sopra descritte comporti un investimento, nel mandato di 7 milioni di euro: tali risorse sono già state previste negli strumenti di programmazione triennale, che potranno essere, anch’essi, aggiornati, in relazione alla evoluzione della richiesta e della definizione delle priorità. Oltre che all’interno degli impianti sportivi, lo sport, soprattutto a livello antagonistico amatoriale, viene praticato all’interno delle palestre scolastiche. Sono previsti interventi di ristrutturazione, in particolare sugli spogliatoi, per permettere che le attività sportive possano essere svolte in maniera adeguata.
Oggetto dello studio sono stati anche i campi a libera fruizione presenti sul territorio comunale dove vengono svolte molte attività soprattutto nel periodo primaverile-estivo e che non essendo oggetto di specifici contratti di gestione, sono spesso in pessimo stato manutentivo. Rispetto a questi si provvederà ad effettuare interventi in quelli maggiormente utilizzati, anche cercando di attirare capitale privato attraverso patti di collaborazione (procedura attraverso la quale si è già provveduto ad intervenire in vari playground) o sponsorizzazioni. In merito alle palestre scolastiche e agli impianti a libera fruizione, l’Amministrazione ha già provveduto all’interno del Piano degli investimenti a prevedere un importo di 500.000 euro.
Il Palazzo dello Sport
Altro intervento, già previsto all’interno del Piano degli investimenti, riguarda il Palazzo dello Sport che permetterà un uso poliedrico dell’edificio, non solo legato a grandi avvenimenti sportivi ma anche ad avvenimenti culturali e attrattivi della città. A tal fine è già stato effettuato l’intervento sull’impianto di illuminazione che, per ridurre ulteriormente il consumo energetico, è stato dotato di un sistema di controllo che permette una programmazione e personalizzazione dell’impianto anche in remoto, che consente una regolazione totale del flusso luminoso dell’impianto in modo da poterlo configurare e differenziare per allenamenti, partite e spettacoli. E’ inoltre in via realizzazione l’intervento di sostituzione del parquet del campo da gioco, in quanto l’esistente presenta ormai segni di degrado ed usura non più riparabili per via ordinaria. Inoltre è stato effettuato il distacco della vecchia centrale termica (che alimentava sia il PalaDozza che le vicine scuole Gandino Guidi), con la realizzazione di una nuova centrale termica ubicata all’interno dell’edificio scolastico ed inserendo l’intervento di efficientamento energetico della centrale termica del PalaDozza previsto dal programma di fondi europei Piano Operativo Nazionale PON Metro. L’intervento complessivo prevede una spesa pari a 4 milioni di euro.
Oltre agli interventi che verranno realizzati a cura dell’Amministrazione sono previsti una serie di lavori all’interno del bando di gestione, quali ad esempio la realizzazione di un Museo relativo alla storia del Palazzo dello sport e del basket bolognese e la ristrutturazione degli spazi un tempo occupati dal Bar Atlantico. Tutti gli interventi sia quelli comunali che quelli privati porteranno ad un utilizzo completo e funzionale del Palazzo sia per avvenimenti sportivi anche di rilevanza nazionalizzale ma anche per gradi eventi.
Le Piscine comunali di Bologna: il progetto e gli investimenti
Nelle piscine comunali di Bologna si registrano giornalmente oltre 6.000 presenze che, in proiezione annuale (per convenzione i giorni di apertura sono 360 con almeno 12 ore di apertura quotidiana) ci forniscono un dato di frequenza straordinario di oltre 2.000.000 di contatti.
In questo dato globale sono comprese tutte le attività: quelle per le donne in stato di gravidanza, per i bebè, tutta la vasta gamma di corsistica, il perfezionamento e pre-agonistica, il nuoto sincronizzato, la pallanuoto, l’attività subacquea, i settore master, il nuoto pinnato, l’agonistica per tutti i livelli, attività per i diversamente abili, per le scuole, per la terza e quarta età, fino alle varie forme di fitness in acqua.
La città di Bologna, dopo la ristrutturazione della vasca da 50 metri dello Stadio e la permanenza in funzione di quella dello Sterlino, dispone di due vasche olimpioniche. Quella dello Stadio, che si sta confermando come una delle migliori del Paese, è in grado di ospitare manifestazioni agonistiche di tutti i livelli. Già nel corso del 2017 ha ospitato eventi di eccellenza con un riflesso importante anche sul piano turistico, anche se, nonostante la città presenti un’offerta ricettiva adeguata al continuo accrescersi del turismo individuale, occorre potenziare maggiormente il sistema per l’ospitalità collettiva del turismo sportivo.
Il più importante risultato del mandato amministrativo 2011-2016 in ambito sportivo è stato senz’altro la firma della convenzione per la concessione in gestione alla società consortile “Acqua Seven” di tutte le piscine comunali bolognesi: Cavina, Longo 25 metri, Spiraglio, Stadio 50 metri, Sterlino, Tanari-ISART, Vandelli.
Partecipa alla gestione la quasi totalità del mondo natatorio cittadino, che sviluppa ogni genere di attività in piscina, sia formativa che agonistica a tutti i livelli: gli Enti di promozione sportiva AICS, CSI e UISP e le società 2000Service, De Akker, President e SO.GE.SE, che hanno la responsabilità della gestione tecnica e delle attività rivolte ai nuotatori individuali non organizzati o associati.
Questo esempio di partenariato pubblico-privato prevede che la società di gestione Acqua Seven si faccia carico della ristrutturazione e delle migliorie delle strutture, nonché di investimenti per oltre 6 milioni di euro nel corso dei primi cinque anni di gestione; la durata della convenzione è di 25 anni, per ognuno dei quali il Comune di Bologna erogherà un contributo economico.
Il nuovo progetto dello Stadio
Il Comune è proprietario dello Stadio Dall’Ara e ha condiviso con la società Bologna FC 1909 la necessità di procedere alla valutazione di ipotesi di intervento volte a migliorare la utilizzabilità della struttura, rendendola da una parte adeguata agli standard oggi richiesti per le manifestazioni sportive di carattere nazionale e internazionale, dall’altra meglio inserita nel contesto urbano all’interno del quale è collocata (risolvendo problemi di accessibilità, sosta e impatto delle manifestazioni sull’intorno). Anche lo Stadio, come le attrezzature fieristiche e aeroportuali, è una importante dotazione metropolitana, della cui localizzazione centrale la città beneficia. Un progetto di riqualificazione può e deve avere quindi un rilevante impatto economico, urbanistico e sociale, che la città e la dimensione metropolitana di Bologna.
Nell’estate del 2017, l’Amministrazione ha promosso un percorso di coinvolgimento dei cittadini sul Quadrante Ovest della città, lo Stadio Dall’Ara e il Cierrebi. Una scelta successiva alla manifestazione di interesse che il Presidente Joey Saputo ha inviato al Sindaco il 23 febbraio scorso. Nella sua lettera di risposta al Presidente Saputo, il Sindaco esprimeva soddisfazione per la determinazione – manifestata dal Bologna FC 1909 – di volere avviare un processo di ammodernamento dello Stadio Renato Dall’Ara che, oltre a valorizzare un così importante bene architettonico della città, poteva portare a un miglioramento sostanziale dell’impatto sul contesto circostante.
Lo Stadio Dall’Ara, costruito nel 1925-27 su progetto di Umberto Costanzini e Giulio Ulisse Arata e inaugurato 90 anni fa, è il maggiore impianto sportivo di Bologna, e costituisce un patrimonio pubblico, appunto tutelato dallo Stato per la sua valenza storico-architettonica. Il Comune, che è il proprietario, ha autorizzato nel 2016 il Bologna F.C. 1909 a presentare un primo studio di fattibilità sulla sua ristrutturazione alla Soprintendenza per i Beni architettonici. Questo primo progetto, che prevede una significativa riduzione dei posti a sedere, la copertura integrale e l’avvicinamento dei posti al campo con l’eliminazione della pista di atletica, ha ricevuto parere favorevole dalla Soprintendenza e costituisce il riferimento a partire dal quale si definiscono i contenuti della proposta di intervento formulata dalla società. Il piano di riqualificazione proposto consentirebbe di ristrutturare e valorizzare il Dall’Ara, mantenendo la proprietà pubblica, attraverso un intervento che salvaguarderà la struttura originale, limitando l’impatto delle strutture metalliche aggiunte in occasione dei campionati mondiali di calcio di Italia ‘90. A gennaio 2018, il Sindaco di Bologna è in attesa di ricevere formalmente uno studio di fattibilità economica e strutturale da parte del Bologna FC 1909 relativo al progetto di ristrutturazione del Dall’Ara così come condiviso. Tale passaggio è fondamentale per concludere l’istruttoria tecnica del Progetto Stadio e condividere con la cittadinanza i passi successivi.
Allegati scaricabili:
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