Cesena

Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, i risultati della mappatura in Centro storico (FOTO)

“Cesena parte avvantaggiata ma c’è molto da lavorare”

CESENA – La fruibilità dei percorsi pedonali è in generale sufficiente ma c’è ancora da lavorare per eliminare tutte le barriere architettoniche che rallentano il transito delle persone con difficoltà motorie temporanee o permanenti. È questo il dato principale emerso dalla mappatura eseguita in Centro storico (corrispondente a un’estensione di 30 chilometri lineari) dallo studio A.D.R. di Leris Fantini e relativa al Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.). L’indagine inoltre è stata integrata dal questionario pubblico lanciato dall’Amministrazione comunale il 20 ottobre 2020 come punto di partenza per predisporre un piano di iniziative volto a garantire la massima accessibilità agli spazi e ai luoghi della città. Questo Piano infatti è teso a rilevare e classificare tutte le barriere architettoniche presenti in un’area circoscritta, il centro storico cittadino, ma anche all’interno di edifici e di spazi pubblici urbani, come strade, piazze, parchi, giardini. È dunque stata indispensabile la partecipazione di quanti, persone con disabilità motorie, anziani, bambini, ipovedenti e non vedenti, persone sorde, caregivers familiari, hanno dato il proprio contributo.

“Al contrario di molte altre città – commenta Leris Fantini dello studio A.D.R. che ha eseguito la mappatura – Cesena vanta un numero basso di rilevazioni di criticità. Non che non ci siano, però rispetto ad altri centri urbani dell’Emilia-Romagna, e non solo, abbiamo ravvisato questa differenza. Cesena parte avvantaggiata ma c’è molto da lavorare. Il P.E.B.A. infatti non è solo un piano per le persone con disabilità ma è un’occasione per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini. Nel centro storico abbiamo rilevato alcune criticità, tra le altre: la mancanza di soluzioni sensoriali per le persone non vedenti o ipovedenti che facilitano l’orientamento e aumentano la sicurezza; e l’assenza di alcuni elementi di arredo urbano. Particolare rilevanza invece assumono i lavori in corso lungo il Viadotto Kennedy con tanto di segnalazioni tattiche a pavimento”.

“Il 60% degli interventi proposti – prosegue Fantini – possono ricadere sulla normale manutenzione già programmata dall’Amministrazione comunale. Questo vuol dire che più della metà dei costi previsti dal P.E.B.A. è già coperto”.

Nello specifico, lo studio A.D.R. ha rilevato alcune tipologie di criticità più ricorrenti e individuate nel centro storico di Cesena e definite oggi, mercoledì 21 luglio, nella Sala del Consiglio del Palazzo comunale nel corso di una presentazione pubblica:

PAVIMENTAZIONI non fruibili dovute a:

  1. Dissesto della pavimentazione dovuto alla presenza di pozzetti e caditoie irregolari
  2. Sconnessioni puntuali, deformazioni, fugature, presenza di ciottoli
  3. Pendenza trasversale eccessiva di alcuni percorsi

ASSENZA DI:

  1. Percorsi protetti
  2. Segnali tattilo-plantari e contrasti cromatici per l’orientamento
  3. Attraversamenti pedonali accessibili
  4. Strisce zebrate o poco visibili
  5. Segnaletica informativa tattile di orientamento su supporto (mappa)
  6. Corrimano ai lati di scale o percorsi in pendenza

DISLIVELLI pericolosi determinati da:

  1. Gradino o più gradini non raccordati da un piano inclinato
  2. Scivoli con pendenza eccessiva

OSTACOLI costituiti da:

  1. Cassetta postale
  2. Cassonetti della spazzatura sul percorso
  3. Fioriere sul percorso, alberi, rami o cespugli sporgenti
  4. Pali fissi a corredo di segnaletica o cartello pubblicitario o cartello di fermata autobus
  5. Sosta non regolamentare di veicoli
  6. Rastrelliere portabiciclette in posizione inadeguata
  7. Arredo mobile per la ristorazione su percorso pedonale

PARCHEGGI

  1. Parcheggio riservato sprovvisto di segnaletica orizzontale

ARREDO URBANO per riqualificare lo spazio pubblico:

  1. Giochi per parchi: assenza di attrezzature fruibili
  2. Assenza di rastrelliera per sosta di cicli e motocicli
  3. Assenza di stalli a corredo di seduta preesistente
  4. Assenza di panche per la seduta
  5. Assenza di fontane accessibili

Ogni anno gli Enti Pubblici finanziano opere di realizzazione e/o manutenzione stradali, lavori di sistemazione dell’arredo urbano, ristrutturazioni di edifici pubblici (scuole, strutture sanitarie, centri polivalenti, teatri), con adeguamento delle strutture alle normative vigenti in materia di sicurezza, prevenzione incendi, e così via; di fatto non sempre tali interventi vengono eseguiti prevedendo l’abbattimento delle barriere architettoniche presenti. Lo strumento finalizzato ad ovviare a tali criticità è il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA o PAU) che prevede l’analisi della situazione dell’accessibilità a livello edilizio ed urbano, con il rilievo delle barriere presenti negli edifici e percorsi urbani, l’individuazione delle possibili soluzioni con stima di massima dei costi, configurando in tal modo la fase preliminare della progettazione di lavori pubblici ai sensi della normativa vigente in materia, nonché la definizione di esigenze prioritarie, consentendo quindi una programmazione degli interventi collegata il più possibile con quelli previsti in altri ambiti di competenza o con il mutamento fenomenologico del territorio.

La legge che introduce l’obbligo di adozione di piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche da parte degli Enti Pubblici risale al 1986. I Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche non coinvolgono solamente le Amministrazioni Comunali, ma tutti quei soggetti che hanno funzioni e quindi strutture pubbliche o aperte al pubblico.

La metodologia applicata nello specifico a Cesena, consentirà di ottenere i seguenti risultati:

  • Adempimento alla normativa nazionale (L. 41/86 e L. 104/92);
  • Quadro generale della situazione relativa alle barriere architettoniche nell’ambito territoriale di competenza, ovvero il centro storico;
  • Individuazione della stima di massima per l’eliminazione delle barriere architettoniche;
  • Possibilità di programmare e di dilazionare nel tempo (per successivi stralci) gli interventi per il superamento delle barriere architettoniche;
  • Base per definire un abaco di soluzioni/comportamenti da inserire all’interno degli strumenti urbanistici comunali PUMS e RUE.

È opportuno sottolineare che nell’affrontare le problematiche dell’accessibilità, va salvaguardato il principio secondo cui ogni cittadino deve poter accedere e utilizzare le strutture pubbliche in condizioni di autonomia e sicurezza; in generale si invita all’uso del “buon senso” nell’applicazione delle specifiche indicazioni tecniche previste dalla normativa e non solo. L’approccio da noi mantenuto durante la rilevazione delle criticità prevedibili in ambiente tutelato è stato quello di non stravolgere lo spazio con proposte estremamente onerose e di difficile attuazione, bensì di andare nella direzione di una maggiore sostenibilità della prestazione richiesta. Si è cercato dunque di suggerire interventi riconducibili generalmente alla manutenzione ordinaria e straordinaria e, nello stesso tempo, di limitare l’intervento a quelle situazioni dove era necessario alzare il livello di sicurezza dei pedoni, la continuità dei percorsi sempre in un’ottica di utenza più ampia possibile.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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