Più di 500 mila euro per il sostegno alla povertà estrema
RIMINI – Una complessa e articolata rete di sostegno alle persone più fragili che, con l’arrivo del freddo, rischiano di pagare più di altri anche la situazione generata dal Covid-19.
Dai volontari dell’unità di strada alle mense, dai progetti innovativi come l’housing first agli alberghi che integrano e in parte sostituiscono i classici dormitori. In più kit di emergenza e igiene personale. Non si ferma in tempi di Covid ma, anzi, si moltiplica, la complessa e multiforme rete di solidarietà ed assistenza che vede il Comune al fianco di un consistente sistema di associazioni di volontariato, a contrasto della povertà e a sostegno dei senza fissa dimora. Restare a casa, infatti, per chi una casa non ce l’ha, e per chi da anni vive per strada, comporta difficoltà ancora maggiori.
Più di 500 mila euro messi in campi sia per sostenere servizi consolidati che per avviare progetti innovativi.
L’ultimo arrivato, in ordine di tempo, è l’albergo per l’accoglienza dei senza fissa dimora, che sarà operativo nei prossimi giorni. Una struttura in grado di garantire il rispetto delle normative sanitarie e di sicurezza, evitando al massimo il rischio contagio, garantendo la distanza minima tra le persone, e qualsiasi tipo di assembramento. Una struttura in grado di ospitare tra le 25 e le 30 persone, in soluzioni separate e singole. L’esito dell’istruttoria del Comune di Rimini è proprio di questi giorni. Ad assegnarsi il progetto, per il quale sono stati stanziati 55 mila euro, è stata la Caritas – con la collaborazione dell’Associazione Papa Giovanni XXIII – che ha individuato, per la sua realizzazione, un albergo di Torre Pedrera.
Unità di strada
Sono già attivi, perché in realtà non si fermano mai, i volontari dell’unità di strada per i senza fissa dimora. Un progetto ormai consolidato, finalizzato sia all’offerta di interventi a bassa soglia e primo intervento, sia al monitoraggio della persone senza fissa dimora presenti sul territorio e alla mappatura dei luoghi del disagio. Caritas, Croce Rossa e Associazione Papa Giovanni XIII si alternano nel portare nelle strade riminesi conforto e sostegno ai senza fissa dimora offrendo pasti, the caldi, biscotti, oppure coperte e sacchi a pelo, oltre a calore umano e umanità.
Lunedì sono i volontari di Caritas a scendere in strada, martedì e venerdì quelli di Croce rossa, mentre il resto della settimana è coperto dalla APG XXIII.
I servizi territoriali
Sono operativi sia le mense che i dormitori, compresi i servizi docce. Le mense attive sono quelle della Caritas e di Sant’Antonio, che si sono attrezzate per continuare il servizio nel rispetto delle norme sanitarie per il contrasto al Covid, con porzioni monouso e distanziamenti. Stesso discorso per il servizio docce, che rimane aperto per due giorni a settimana.
I dormitori per l’accoglienza dei senza fissa dimora ospitano attualmente una cinquantina di persone distribuite tra le strutture gestite dall’Associazione Papa Giovanni XXIII e da Rumori sinistri. Oltre a questo rimane aperto l’Albergo sociale, nato per ospitare per un periodo transitorio persone in situazione di disagio abitativo emergenziale (come quando si arriva alla data di esecuzione dello sfratto, senza che il nucleo familiare si sia potuto attivare per trovare una nuova soluzione abitativa) che attualmente ospita sei persone. Numeri ridotti per garantire il rispetto delle norme sanitarie.
I nuovi interventi
Il Comune di Rimini è riuscito a potenziare la portata dei servizi di protezione sociale attraverso nuovi interventi pensati per la gestione delle emergenze. Si va dai pacchi viveri ai kit di emergenza (con mascherine e igienizzanti), dai prodotti di igiene a quelli per la cura personale, fino alle attrezzature per l’assistenza e l’ospitalità.
Più di 600 i kit di emergenza, con beni di prima necessità, più di mille i kit di igiene personale, contenenti mascherine e igienizzante, oltre importanti accessori per l’igiene e la cura personale, differenziati per maschi e femmine. Si è inoltre potenziata la dotazione per la gestione di eventuali emergenze grazie all’arrivo di coperte, brandine, sacchi a pelo.
Housing first
Entro fine anno arriveranno a diciotto, ma sono già tredici le soluzioni abitative individuate per altrettante persone senza fissa dimora, inseriti nel progetto Housing first. Un nuovo modello di intervento per il contrasto alla marginalità grave che inverte i canoni formali dell’assistenza, partendo da dove solitamente si termina, dando cioè abitazione ai senza fissa dimora stanziali sul territorio ovvero, autonomia, fiducia. Un progetto unico nel suo genere, nato nel 2013 con quattro o cinque persone, e cresciuto gradualmente fino a diventare oggetto di interesse di grandi capitali europee, come Dublino ed Amsterdam, dove Rimini è stata chiamata ad esporre la propria esperienza.
“La consapevolezza – spiega Gloria Lisi, assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini – è che dobbiamo inventarci nuove modalità logistiche di intervento, mediando tra esigenze sanitarie e necessità sociali. Un esempio è quello dei dormitori comuni, dove il rischio contagio è più alto, che stiamo cercando di aggiornare con soluzioni individualizzate. Non è facile, ma insieme all’associazionismo riminese abbiamo accettato la sfida e proposto soluzioni innovative in grado di aggiornare le modalità, ma non lo spirito del servizio. L’istruttoria appena conclusa sull’albergo per i senza fissa dimora è solo l’ultima in ordine di tempo, e affianca housing first, unità di strada e i servizi territoriali più consolidati. Sentiamo forte il dovere, e la responsabilità, di essere pronti per affrontare queste nuove esigenze e farci trovare pronti, grazie alla rete costruita insieme all’associazionismo, per il difficile periodo che stiamo vivendo e per quelli che potrebbero arrivare”.