Mercoledì 11 dicembre ore 18.30 primo appuntamento di “Oltre Pulcheria” al Cinema Politeama, via S. Siro, 7
PIACENZA – Oltre Pulcheria – Piacenza – Dicembre 2019
Direzione artistica Paola Pedrazzini
Mercoledì 11 dicembre, ore 18.30, al Cinema Politeama, via S. Siro 7, è in programma il film documentario di Enrico Cerasuolo “La passione di Anna Magnani”. Interviene il cinefilo e critico cinematografico Carlo Confalonieri. INGRESSO LIBERO E GRATUITO.
“Anna Magnani è la più grande attrice che abbia mai visto”
Bette Davis
“Il viso di Anna Magnani è quello della realtà invincibile, è la bellezza così profonda che sembra unire la sofferenza e l’estasi”
Tennessee Williams
“E’ una forza della natura. Non so se sia un’attrice o no, questo non posso giudicarlo. Ma in ogni caso la cosa più importante sullo schermo è la forza della natura, che è più importante che l’attrice”
Marlene Dietrich
“Quasi emblema, in noi l’urlo della Magnani sotto le ciocche disordinatamente assolute, rinnova nelle disperate panoramiche, e nelle occhiate vive e mute si addensa il senso della tragedia. È lì che si dissolve e mutila il presente, e assorda il canto degli aedi”
Pier Paolo Pasolini
“La Magnani è la quintessenza dell’Italia, una personificazione assoluta del teatro, il vero, con le scenografie di carta pesta, le lampade che fumano, gli ornamenti d’oro scoloriti”
Jean Renoir
Sinossi
Un ritratto intimo della grandissima attrice italiana, emblema del neo-realismo e icona del cinema mondiale: la corsa di Anna interrotta dagli spari dei nazisti in Roma Città aperta, porta alla ribalta del mondo intero le lacerazioni della guerra e diventa il simbolo di una nuova idea di cinema che scende in strada per raccontare il reale. Anna è unica, rivoluziona la rappresentazione della donna al cinema, incarnando un modello femminile diverso da tutte le dive che l’hanno preceduta e da quelle che verranno. È icona dell’italianità e della donna vera, in opposizione a quelle finte modellate sul desiderio maschile. Attraverso la sua immensa capacità attoriale “la Magnani” dà corpo al realismo delle passioni e dei sentimenti, ispirando i grandi registi del cinema europeo e americano: Roberto Rossellini,
Luchino Visconti, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Jean Renoir, Sidney Lumet, Daniel Mann, George Cukor, Stanley Kramer. Hollywood, che le conferisce l’Oscar nel 1956 (l’unica attrice italiana ad averlo vinto con un film girato in lingua inglese fino ad oggi), tenterà invano di chiuderla nuovamente in uno stereotipo che non si addice alla sua esuberante e vulcanica personalità. Donna libera, madre single, profondamente legata a Roma e alla “romanità”, Anna vive con pericolosa e vitale intensità le amicizie, gli amori, le passioni, portandoli nella sua arte, incarnando uno stile unico per originalità e straordinaria modernità.
Nel film l’autore dialoga con l’attrice in una conversazione immaginaria che ci guida attraverso le sue interpretazioni cinematografiche, le sue interviste, le testimonianze dei grandi personaggi che hanno incrociato la sua carriera e i ricordi del figlio Luca. Basato sull’utilizzo creativo di materiali d’archivio (tra cui alcuni provenienti dall’archivio di famiglia) il film contiene un’intervista audio inedita fatta all’attrice dalla giornalista e scrittrice Oriana Fallaci.
Note di regia
Mi ritengo molto fortunato per aver avuto l’opportunità di raccontare Anna Magnani in un film. Il percorso per realizzarlo è stato lungo, più di due anni. Il punto di partenza è stato la Magnani icona del Neorealismo: nel 2011 avevo realizzato un documentario sui 150 anni dell’Italia unita e la sequenza della morte di Pina in Roma città aperta era stato uno degli archivi irrinunciabili, che ha continuato a darmi i brividi anche dopo averla vista cadere centinaia di volte. Volevo capire la grandezza della Magnani come attrice e l’ho fatto innanzi tutto immergendomi nella visione dei suoi film ed esplorando una domanda di base che molti si sono posti su di lei: è stata una forza della natura o una grande attrice? La risposta l’ho trovata nelle dichiarazioni di chi ha lavorato con la Magnani, come Franco Zeffirelli che dice che “riesce nel miracolo raro di professionalizzare la realtà”, e soprattutto nelle sue parole, quando si definisce “un’attrice-artista, quando il personaggio coincide talmente con quello che ho dentro – perché tutte noi abbiamo migliaia di donne dentro, mica una sola – e mi si lascia buttarlo fuori”. In Anna Magnani, più che per altri grandi attori, la vita personale si interseca e si confonde con quella rappresentata sullo schermo, per questo la mia scelta di scene di film da utilizzare nel documentario è stata guidata dal rappresentare questo corto circuito. Nel percorso di ricerca sugli archivi da fonti sia italiane che internazionali mi sono avvicinato ad Anna in quanto artista e poi come persona. Decisivo in questo senso è stato l’aiuto di Luca Magnani, che mi ha concesso l’opportunità di passare delle giornate con le sue lettere, foto, articoli, sceneggiature annotate, districandomi nell’enorme quantità grazie
alla guida preziosa della sua biografa Matilde Hochkofler. È così che ho scoperto Anna come persona, per arrivare a un ritratto che credo si possa definire intimo. Per questo motivo ho scelto di scrivere il testo della voce narrante in seconda persona, rivolgendomi direttamente ad Anna. Uno dei materiali più importanti per avvicinarsi al suo punto di vista è inedito, un’intervista realizzata dalla giornalista Oriana Fallaci. È stata una mia scoperta, tanto inaspettata quanto casuale e bizzarra. Durante le ricerche per il film mi sono imbattuto in una foto di Anna Magnani e Oriana Fallaci, dove ho notato la presenza di un registratore a bobina e ho pensato che la conversazione potesse essere stata registrata. Ho saputo dell’esistenza di un Fondo Fallaci, presso la Biblioteca del Consiglio Regionale della Toscana, e li ho contattati. Mi hanno risposto molto gentilmente, ma all’epoca stavano ancora riordinando i materiali e non sapevano rispondermi. Mesi dopo li ho ricontattati ed è arrivata la buona notizia: la bobina c’era ed è stata riversata, diventando uno dei materiali inediti più preziosi. Più tardi, pensando di utilizzare la foto nel montaggio, ho scoperto che in realtà quell’immagine non esisteva… era un foto- montaggio. È così che ho trovato quello che cercavo seguendo una falsa pista.
Bio filmografia
a cura di Matilde Hockofler
Anna Magnani nasce a Roma il 7 marzo 1908. Si è sempre sentita abbandonata sin da quando bambina viveva a Roma con la nonna, “tra una lacrima di troppo e una carezza in meno”, quella carezza che avrebbe voluto ricevere da Marina, la mamma lontana che si era trasferita a Alessandria d’Egitto. Proprio dal desiderio di quell’amore negato nasce la sua vocazione artistica che la spinge a cercarlo nell’applauso del pubblico. Studia pianoforte all’Accademia di Santa Cecilia di via Vittoria, ma quando scopre che nello stesso palazzo ha sede la scuola di recitazione Eleonora Duse diretta da Silvio d’Amico, decide di cambiare indirizzo di studi. Già al secondo anno è scritturata dalla Compagnia Drammatica Italiana di Dario Niccodemi con Vera Vergani, una delle più importanti dell’epoca. Negli anni successivi farà parte di altre compagnie da quella di Antonio Gandusio a quella di Aristide Baghetti. Quando nel 1935 sposa il regista Goffredo Alessandrini, il cinema l’ha già scoperta, anche
se per alcuni anni le affida soltanto piccole parti. Dalle tavole del teatro di prosa, dove si rivela interprete di dolente drammaticità, arriva alla prima travolgente affermazione comica nelle riviste accanto a Totò. Separatasi da Alessandrini ha una breve e intensa storia d’amore con il giovane attore Massimo Serato da cui nasce il figlio Luca. Il primo grande riconoscimento internazionale arriva con Roma città aperta di Roberto Rossellini, con cui, dopo la fine delle riprese, vivrà una appassionata storia d’amore. Sono gli anni in cui si afferma come una delle personalità più importanti e riconosciute del nuovo cinema italiano del dopoguerra. Da Il bandito di Alberto Lattuada a L’onorevole Angelina di Luigi Zampa, da Molti sogni per le strade di Mario Camerini a Amore di Rossellini che ne confermano le singolari qualità d’interprete. Quando Rossellini gira Stromboli con Ingrid Bergman, la temperamentosa Anna su un’isola vicina non esita a realizzare Vulcano con il regista tedesco William Dieterle, innescando una sensazionale guerra dei vulcani di fronte alla stampa internazionale. Subito dopo aver impersonato il complesso personaggio della madre in crisi di Bellissima di Luchino Visconti, è Camilla, l’attrice contesa tra il fidanzato Felipe, il torero Ramón e il viceré Ferdinando, protagonista di La carrozza d’oro di Jean Renoir. Scelta dal drammaturgo Tennessee Williams va a Hollywood per interpretare La rosa tatuata di Daniel Mann accanto a Burt Lancaster, l’intenso melodramma che, prima attrice italiana, le fa conquistare l’Oscar. Durante la lavorazione del suo secondo film americano Selvaggio è il vento di George Cukor, recita accanto all’attore Anthony Franciosa con il quale intreccia una sfortunata storia d’amore. Ritorna di nuovo a Hollywood per Pelle di serpente di Sidney Lumet con Maron Brando. Il volto irregolare segnato dalle esperienze della vita, i grandi occhi luminosi, i capelli scarmigliati, la voce roca, la risata improvvisa, Anna vive il profondo bisogno di libertà che la porta a cercare l’indipendenza. Le sue storie d’amore, le tempestose litigate, le polemiche e le provocazioni, ne fanno l’interprete-personaggio che sullo schermo si alimenta della propria fragilità, delle insicurezze e delle contraddizioni di un carattere forte, sempre sul punto di esplodere. La donna e l’attrice non sono separabili l’una dall’altra nelle figure femminili a cui dà vita con tutta se stessa, con la partecipazione totale di chi non si allontana mai dalla propria autobiografia. Nei personaggi indimenticabili dei suoi ultimi film – la dark lady di Nella città l’inferno di Renato Castellani, la comparsa di Cinecittà di Risate di gioia di Mario Monicelli, la ex- prostituta di Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini – si rivela ancora una volta la grandezza dell’attrice. Il richiamo al teatro è irresistibile quando nel 1965 Franco Zeffirelli le dà la possibilità di interpretare il personaggio di La lupa di Giovanni Verga, con una tournée che arriva fino a Mosca con grande successo. L’anno dopo affronta Medea di Jean Anouilh per la regia di Giancarlo Menotti. Dopo molte resistenze accetta di interpretare per la televisione italiana quattro film, La sciantosa, 1943:un incontro, L’automobile, 1870 diretti da Alfredo Giannetti. La sua ultima apparizione sugli schermi avviene con Roma di Federico Fellini che ha voluto a tutti i costi la presenza dell’attrice romana che considera il simbolo della città. Sono solo pochi secondi in cui fa in tempo a esprimere a Federico la sua diffidenza prima di chiudergli il portone in faccia. Il successo televisivo rinnova la sua popolarità e ispira numerosi progetti destinati a non concretizzarsi per l’insorgere della malattia, un tumore al pancreas che la porterà alla morte il 26 settembre 1973. È sepolta al cimitero di San Felice nella cappella donata dal Comune del Circeo, dentro la grande teca di cristallo su cui il figlio Luca ha fatto scrivere: “A mia madre Anna Magnani che ha lottato e mi ha difeso con la sapienza della prudenza”.
CV del regista Enrico Cerasuolo
Nato a Venezia en 1968. Formazione come sceneggiatore (McKee 1988, Arista 1996) e regista (Michalcov 1990, Richards 1991, Università di Torino 1991). Insegnante di sceneggiatura dal 1989 al 2001 e allo IED dal 2009 al 2013. Discovery Campus Masterschool 2002. Laurea in Scienze Politiche, Storia Contemporanea. Presidente della casa di produzione indipendente Zenit Arti Audiovisive di Torino a partire dalla sua fondazione nel 1992. Ha scritto e diretto documentari a partire dal 1992 e dal 2004 per il mercato internazionale, ricevendo numerosi riconoscimenti
HA SCRITTO E DIRETTO:
La passione di Anna Magnani (2019, 52’), ritratto intimo della grande attrice icona del Neorealismo.
La Resistenza tra scelta e martirio (2014, 55’), tre storie esemplari della Resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale.
Ultima chiamata (2013, 90’), storia di un libro che avrebbe potuto cambiare le sorti del mondo, The Limits to Growth (I limiti dello sviluppo).
Andante ma non troppo – 150 anni di storia d’Italia (2011, 118’), viaggio alla scoperta di quello che ha unito e separato gli italiani, ieri e oggi, in occasione della celebrazione del 150° anniversario dell’unificazione.
Il volto nascosto della paura (2008, 52’), documentario scientifico sulle ricerche sulla paura e l’ansia a New York dopo il trauma dell’11 settembre.
I pirati dello spazio (2007, 52), documentario sulla corsa allo spazio attraverso la storia personale di due straordinari radioamatori.
Il sogno di Peter (2007, 54’), documentario sul percorso di riabilitazione di un ragazzo di strada di Nairobi, Kenya.
Checosamanca? (2006, 98’), documentario collettivo, episodio sugli avvocati di strada di Torino.
L’enigma del sonno (2004, 60’), documentario scientifico sui disturbi del sonno.
La Passione di Anna Magnani – Scheda tecnica
Anno di produzione: 2019
Una produzione: Les Films du Poisson, Zenit Arti e Audiovisive Arte France
In collaborazione con: Rai Com
In associazione con: Istituto Luce- Cinecittà
Un film scritto e diretto da: Enrico Cerasuolo
Prodotto da: Massimo Arvat e Estelle Fialon
Con: Luca Magnani
Montaggio: Marco Duretti
Musica originale: Cristiano Lo Mele
Fotografia: Marco Pasquini
Fonico: Angelo Marotta
Montaggio del suono e missaggio: Adrien Françoise
Correzione colore: Eric Salleron
Produttrice archivi: Ilaria Sbarigia
Direttore di produzione: Aurélia Couturier
Consulente di produzione: Francesca Portalupi
Adattamento testi: Laurent Roth
Consulente storica: Matilde Hochkofler
www.pulcheria.it
www.fondazionefarecinema.it