Piacenza

Piacenza, “La bella storia di Hachiemon e della sua arte”

Venerdì 28 ottobre, alle 17.30, alla Passerini Landi la presentazione del libro di Bruno Gallotta

PIACENZA – Prosegue alla biblioteca Passerini Landi, in concomitanza con la mostra “Hokusai: 100 vedute del Fuji – cento modi per parlare di Dio senza mai nominarlo”, il ciclo di incontri “Ottobre giapponese”, dedicato alla cultura e all’arte del Paese del Sol levante.
Venerdì 28 ottobre alle 17.30, presso il salone monumentale della biblioteca, si terrà la presentazione del libro “La bella storia di Hachiemon e della sua arte” di Bruno Gallotta, curatore della mostra dedicata a Hokusai e presidente dell’associazione culturale “DoGo – l’incontro delle Vie”. Parafrasando il titolo di un libro di successo in Giappone ai tempi di Hokusai, Bruno Gallotta, adottando uno stile “discorsivo”, esamina sinteticamente l’intera produzione hokusaiana nelle sue varie fasi di formazione e sviluppo, ma soprattutto ne individua un preciso disegno nella sua globalità finora inesplorato. Nella introduzione al libro, Giuseppe Forzani scrive: “Questo è un libro per principianti e per professionisti al medesimo tempo. Il neofita scopre un mondo nuovo, il conoscitore vede questo mondo a lui noto da un angolo di visuale inconsueto e vivacissimo, quello dell’evoluzione spirituale”.

L’occasione per addentrarsi in questo mondo è costituita dalla possibilità di visitare fino al 29 ottobre la mostra relativa alle Cento vedute del Fuji intorno alla quale il curatore ha cucito non solo un generoso catalogo, ma anche un allestimento essenziale e godibilissimo, nella forma e nei contenuti. Tutto viene spiegato con semplicità cristallina – perfettamente in linea con quella utilizzata anche da Hokusai per far arrivare il suo messaggio – dalle grandi didascalie, che prendono per mano il visitatore e lo accompagnano passo passo nel tour in bianco e nero delle tavole. I molteplici livelli di lettura ben si adattano sia ai profani – che restano rapiti dall’atmosfera pregna di poesia delle tavole e dai coloratissimi oggetti che accompagnano l’esposizione – sia a chi con l’arte giapponese già va a braccetto, che potrà scovare uno scrigno di tesi innovative e per certi versi rivoluzionarie. A catturare l’attenzione, al di là del tratto magico di Hokusai, provvede l’atmosfera profondamente zen che, anche grazie al leggerissimo allestimento, circonda questo lungo e leggiadro cammino verso e attorno al monte simbolo del Giappone.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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