È decisamente sopra la media il numero di farmacie della nostra provincia che hanno aderito all’iniziativa e che, con un lodevole 71% del totale, sono seconde in regione solo a quella di Ravenna. Dei più di 18mila test eseguiti tra lunedì e mercoledì scorso, inoltre, quasi 1.300 provengono dal nostro territorio. E se Bologna ne ha processati circa 5mila, una popolazione come la nostra, quasi quattro volte inferiore, restituisce la cifra dell’impegno e del senso civico piacentino. 711 sono infatti i genitori o conviventi che, tra capoluogo e provincia hanno scelto di sottoporsi al pungidito, mentre tra i minori spicca la fascia 14-18 anni (185), seguita dagli universitari (133) e dagli studenti tra i 6 e i 10 anni (107). Palma di genere alle femmine che, 719 contri 556 maschi, risulta in linea col trend delle altre province. Dei volontari sottoposti ai test, in 44 sono risultati positivi a Covid-19 (il 3,5%), una media di poco superiore a quella regionale (3.0%). La positività, che ricordiamo indicare mera presenza di anticorpi, ha fatto sì che questi soggetti fossero prontamente contattati per procedere a tampone nasofaringeo, stabilendo se l’infezione fosse pregressa o ancora in essere. Non solo: un recente accordo siglato con Regione Emilia Romagna renderà da oggi quest’eventuale, suppletivo passaggio, ancor più rapido.
“Sarà lo stesso farmacista, d’ora in poi, a prenotare i tamponi molecolari per i pazienti risultati positivi ai test – spiega il presidente di Federfarma Piacenza Roberto Laneri -: un modo per velocizzare la procedura e snellire l’intero iter. Al bisogno, entro 48 ore dal test sierologico, verrà fissato l’appuntamento alla presenza della persona interessata, così da consegnarle seduta stante il foglio di prenotazione. Dalle 24 alle 48 successive al tampone, il cittadino ne riceverà l’esito direttamente sul Fascicolo Sanitario Elettronico, attraverso PEC, posta ordinaria o ritiro brevi manu. Un servizio in più – conclude Laneri – di cui i professionisti piacentini sono felici di farsi carico per contribuire al felice svolgimento dello screening, unico strumento utile a mappare, soprattutto tra i giovani, andamento epidemiologico e incidenza degli asintomatici”.
Bene ricordare allora che detta indagine, basata su test sierologici, non vuole e non deve sostituirsi ai normali tamponi.
L’obbiettivo di questa iniziativa – mette in evidenza Luca Baldino, direttore dell’Ausl di Piacenza – è quello di valutare, con un ulteriore strumento, la diffusione del virus sul territorio. Tutti gli indicatori di questi giorni, che stanno assumendo un andamento sempre più esponenziale, ci sollecitano a continuare in questa direzione. Il tracciamento tempestivo dei casi che si possono attivare nelle scuole, negli ospedali, come negli altri luoghi di frequentazione comunitaria, ci consente di individuare, circoscrivere e spegnere sul nascere eventuali focolai. Il test sierologico – aggiunge il direttore – serve a individuare la presenza di anticorpi. Chiunque ritenga di essere venuto a contatto diretto con un positivo, non deve però utilizzare questo strumento, ma contattare il proprio medico di base”.
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