FORLÌ – Passato, presente e futuro del giornalismo organizzato in forma cooperativa, un prisma che contiene molte facce, dai sodalizi che pubblicano quotidiani ai periodici dedicati al movimento, fino alle nuove forme di comunicazione pensate in primo luogo per la rete e i social media. Se ne parla lunedì 19 settembre ai Musei San Domenico di Forlì, con inizio alle ore 17, alla presentazione del libro “Percorsi di giornalismo cooperativo in Romagna” (Edit Sapim, 2022, 128 pagine). Alla presentazione interverranno il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti, il curatore del volume Emilio Gelosi, lo storico Tito Menzani, il presidente della rete di imprese Treseiuno Manuel Poletti e il presidente di Cooperdiem Gabriele Zelli. Il libro è dedicato alla memoria di Gaetano Foggetti e Bruno Carioli — due esponenti del movimento che tanto hanno dato alla causa del pluralismo dell’informazione.
Il volume racconta per la prima volta questo mondo in forma collettiva, attraverso il contributo e le testimonianze di numerosi professionisti dell’informazione ed esponenti cooperativi. In Romagna il settore è stato sempre ricco di esperienze, come dimostra la ricerca dello storico dell’Università di Bologna Tito Menzani che ripercorre gli anni dal dopoguerra a oggi, ma sempre tenendo al centro i principi della cooperazione: una testa un voto, mutualismo, solidarietà, partecipazione, nonché valori nuovi quali inclusione, cura dell’ambiente e sostenibilità.
«La Romagna, terra di cooperazione, è una terra di giornalismo cooperativo sotto molti punti di vista – dice il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti –. Lo dimostra la presenza di giornali pubblicati da importanti cooperative per i propri soci. Lo dimostra la presenza di una filiera organizzata in rete di impresa, Treseiuno, che spazia nei tanti campi che la comunicazione ha assunto in epoca moderna. Lo dimostra il proliferare di cooperative di giornalisti finalizzate alla pubblicazione di quotidiani e periodici. Qui sono nate alcune delle più importanti testate italiane condotte da aziende mutualistiche i cui soci sono gli stessi redattori. Qui è nata e si è sviluppata la campagna per il pluralismo dell’informazione “Meno giornali meno liberi” che ha assunto dimensioni nazionali».
«Dalla ricerca — spiega il curatore Emilio Gelosi – appare chiaro che anche in un’epoca di comunicazione abbreviata e istantanea la scelta di pubblicare un giornale ha un ruolo chiave nella costruzione di una comunità basata sui valori cooperativi. Quello che emerge è un universo fatto di piccole e grandi iniziative informative, di quotidiani e periodici, di siti web, di servizi stampa e agenzie di comunicazione, di reti di imprese, videomaker e case editrici, fino ad arrivare agli “house organ” cartacei che le grandi imprese cooperative continuano a pubblicare per tenere vivo il rapporto con i propri soci».