A Modena attivo da anni un servizio di sorveglianza, monitoraggio e interventi di contrasto. L’assessora Filippi ha risposto all’interrogazione di Giacobazzi (FI)
MODENA – A Modena è attivo, già da anni, un piano integrato di azioni per la derattizzazione che prevede un servizio di sorveglianza e monitoraggio e interventi di contrasto sia programmati, nei siti considerati endemici (come fossati, canali e alcuni accessi fognari), sia a richiesta, sulla base di segnalazioni specifiche.
Lo ha spiegato l’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi che, nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 25 febbraio, ha risposto all’interrogazione presentata da Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) per sapere, appunto, se esiste un piano di derattizzazione, quale società se ne occupa, da quanto tempo e con quali costi, come relaziona sull’attività svolta e come viene eseguito il monitoraggio delle trappole.
L’assessora Filippi ha spiegato che il piano di derattizzazione rientra nel più ampio complesso dei servizi di igiene urbana affidati all’impresa Biblion, con sede operativa a Bologna, che ha vinto un primo appalto nel 2012 e un secondo, in scadenza ad aprile, nel 2015 per un valore di circa 177 mila euro all’anno, comprensivo di tutti i servizi. Oltre alla derattizzazione, i servizi di igiene urbana comprendono la disinfestazione, per contrastare la diffusione di insetti come la zanzara comune e la zanzara tigre, le blatte, le formiche, le vespe e altri insetti dannosi o molesti; la disinfezione, cioè interventi di sanificazione per eliminare agenti e microrganismi patogeni; il diserbo, per contenere la diffusione delle malerbe soprattutto in centro storico, e i trattamenti fitosanitari.
Nel dettaglio, nell’ambito delle azioni programmate, il piano di derattizzazione prevede un impianto di sorveglianza e monitoraggio attraverso la verifica costante dei circa 220 siti endemici individuati, come fossati e canali del contorno urbano e aree che presentano situazioni favorevoli all’insediamento per la presenza di cibo e acqua, e il controllo di una quarantina di accessi fognari, concentrati soprattutto nella zona del centro storico, dove vengono effettuati interventi regolari circa una volta al mese. Gli interventi a richiesta vengono effettuati su segnalazione di infestazioni in aree pubbliche o edifici comunali (gli interventi in aree private, invece, sono di competenza dei proprietari). Attualmente, sono circa una settantina le postazioni di questo genere attive in città, mentre nel 2020 le segnalazioni sono state 230 con una percentuale di risoluzione pari a oltre il 90 per cento.
Di norma, gli interventi durano alcune settimane (non più di sei, in conformità alle nuove indicazioni per l’uso di prodotti rodenticidi), anche in base all’entità dell’infestazione, e vengono eseguiti secondo i principi delle buone pratiche: dopo un primo sopralluogo, vengono collocati gli erogatori con le esche che vengono controllati ogni 15 giorni; gli erogatori rimangono fino alla completa eradicazione dell’infestazione, che si rileva quando i consumi scendono a zero, le tracce (come escrementi e rosure) sono assenti e cessano anche le segnalazioni.
Il gestore rendiconta mensilmente i servizi effettuati, ma l’amministrazione è in grado di seguire gli interventi anche in tempo reale attraverso l’accesso alla piattaforma predisposta dall’azienda, come richiesto dal capitolato d’appalto, dalla quale si possono rilevare le collocazioni delle trappole, la frequenza dei controlli e il calendario e lo stato di avanzamento anche di tutti gli altri servizi di igiene urbana effettuati (come, per esempio, gli interventi larvicidi contro la zanzara tigre in tombini e caditoie).
Ringraziando per la risposta “articolata e completa”, il consigliere Giacobazzi ha specificato che l’intento dell’interrogazione era capire “se i controlli sulle trappole fossero realmente effettuati”.