presso La confraternita dell’uva, via Belmeloro 1E – Bologna
Presentazione del nuovo libro di
Davide Pappalardo
L’onda nera
Un caso siciliano per Libero Russo
NE PARLA CON l’AUTORE GIANLUCA MOROZZI
Cosa posso fare io, un vecchio, aiutato da due giovani ingenui contro tutte queste bestie? Mi chiedo ancora una volta.
A parte mangiare una granita niente, temo.
Dopo il successo di Che fine ha fatto Sandra Poggi?, torna lo scalcagnato investigatore Libero Russo, per un’ultima indagine (forse…), in Sicilia.
Quasi ottantenne e ormai in pensione, affetto da gravi problemi di salute ma soprattutto esistenziali, Libero Russo è costretto a partire da Bologna alla volta di Acireale, per risolvere un caso. I suoi due pronipoti, Nabucco ed Emma, infatti, lo supplicano di aiutarli a recuperare la più importante scoperta archeologica della zona, la Venere dell’Etna, un’antica statua che è stata trafugata, peraltro proprio sotto il naso del nipote. Tra zuffe, rapimenti, amori e depistaggi, osteggiato dalla locale cosca mafiosa dei Trunzi e da gruppi di neofascisti, Libero si ritroverà suo malgrado in una vicenda ingarbugliata, in cui si intrecciano malavita, mondo universitario e interessi nascosti. A coadiuvarlo nella ricerca della verità, oltre ai due pronipoti, sarà una squadra sui generis, quasi un’Armata Brancaleone siciliana: Biagio Mamma Mia, uomo sbeffeggiato da tutti e con una grande passione per gli Abba; Maria, una vedova dall’eloquio forbito capace di fargli perdere la testa (e che ricorda tantissimo Franca Leosini); Paolo, squattrinato rider che si arrabatta tra un lavoretto e l’altro, e Nina, giovane di origine nomade ed esperta di antichità.
Con la sua consueta ironia, tra situazioni assurde, personaggi tra il buffo e il bestiale, citazioni pop e le riflessioni caustiche di uno degli investigatori più burberi e mordaci degli ultimi anni, Pappalardo ha scritto un giallo avvicente e dalla prosa fluida, senza fronzoli. Il linguaggio è forte, lo stile incalzante, la trama avviluppa il lettore. Non manca la critica sociale: “L’onda nera” è un romanzo che parla del presente, di una Sicilia approdo di migranti ma in cui non sembra esserci spazio per l’accoglienza e la solidarietà. Anzi, lo stesso Russo, rischia di essere travolto dall’”onda nera”, una coltre oscura di intolleranza, ingiustizia sociale e razzismo, in cui personaggi prepotenti e ignoranti sembrano farla da padrone.
Comunque mi sono detto… perché non far trionfare una volta tanto i perdenti? Un vecchio fallito, due ragazzini, lo scemo del villaggio. Perché non far vincere i deboli? Perché i violenti, i prepotenti, gli spocchiosi ignoranti devono trionfare sempre?
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