Questa la replica di Filippo Lo Giudice, segretario territoriale dell’Ugl di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna alla lettura della lettera spedita il 3 agosto ai legali del sindacato.
Mittente Enzo Lattuca a cui l’Ugl aveva inviato una diffida e chiesto di rimediare all’improvvisa esclusione dalla firma al Patto comunale del Lavoro, l’atto finale di un percorso a cui la stessa Ugl era stata invitata e che l’aveva vista protagonista partecipando agli incontri plenari e duali e con la presentazione di idee e rilievi.
“E’ stato lo stesso sindaco Lattuca ad invitare l’Ugl più di un anno fa alla prima convocazione degli “attori economico e sociali della città” per avviare un “percorso partecipato” che doveva giungere ad un “documento condiviso”. Abbiamo fatto la nostra parte per 12 mesi e poi all’ultimo minuto ci siamo visti sbattere la porta in faccia. Cosa lo ha convinto , in una notte, a non invitarci per la firma, l’atto finale del Patto del Lavoro? Forse che si può essere democratici , gli ex del Pci oggi si dicono: Dem, a giorni alterni? Un atto spregevole, una scelta pregiudiziale e discriminatoria, che Lattuca ha rivendicato. E noi gli ricordiamo che la norma vuole che il sindaco rappresenti la comunità locale nella sua interezza e non soltanto per la parte politica che lo ha votato o che più gli aggrada”: aggiunge Filippo Lo Giudice.
“Il fatto che il massimo rappresentante delle istituzioni locali, un sindaco di una città capoluogo (seppure in duo con Forlì) , si permetta di escludere in questo modo da un processo partecipativo pubblico un sindacato confederale, rappresentativo e firmatario di contratti di primo e secondo livello offende non soltanto la sigla dell’Ugl , ma soprattutto i rappresentanti dei lavoratori e gli iscritti stessi, le centinaia di lavoratori, impiegati, metalmeccanici, dipendenti pubblici e privati che a questo sindacato si affidano ogni giorno. Un triste segnale di una forte degenerazione democratica , di una cattiva politica che ha portato il dibattito socio-politico italiano ai livelli che conosciamo.”: afferma il segretario territoriale dell’Ugl di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna.
“Ed escludendo un sindacato libero da un atto pubblico, si insultano migliaia di giovani e donne che nei valori sindacali si riconoscono e che ogni giorno trovano sostegno e conforto ai loro problemi rivolgendosi alle sedi sindacali, compresa quella dell’Ugl presente a Cesena da anni. Un atto arbitrario che non sarà lasciato cadere nell’indifferenza, e suoniamo un campanello d’allarme soprattutto a chi ha cuore la difesa della democrazia e dei principi che la sorreggono”: conclude il segretario territoriale dell’Ugl di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna, Filippo Lo Giudice.
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