PARMA – Blu come colore dell’anima, come nota cromatica che richiama la profondità dell’oceano, l’intensità del cielo terso, la vastità dell’orizzonte. Oppure, la forza di un legame affettivo indissolubile che resiste oltre la morte. La mostra dell’artista Tiziana Castelluccio, originaria di Castell’Arquato, reca nelle parole scelte a comporre il titolo “The Wide Wild Blue Profiles” tutti questi significati e altri ancora che si potranno ammirare, tra disegni dipinti in acrilico su piani lignei e sculture in terracotta, sempre con acrilico, dal 3 al 9 maggio 2019 alla Galleria S. Andrea, in via Cavestro 6, a Parma.
L’Associazione UCAI Sezione di Parma presenterà l’evento che vedrà anche una inaugurazione ufficiale prevista per sabato 4 maggio alle ore 17: un momento speciale in cui l’artista avrà modo d’introdurre i visitatori non solo alla conoscenza delle sue opere, ma anche tra le pagine del libro di poesie “Poetry at the window” composte dal marito, scrittore e poeta, David Burgess poco prima della sua scomparsa. Nelle parole dell’artista Castelluccio il senso profondo di questa scelta: “Sarà un’occasione per me di chiudere un cerchio emotivo. Mi sono detta: facciamo quest’ultima cosa sottobraccio, presentiamo insieme le nostre creazioni”
Poesia e arte figurativa che si uniscono, quindi, un’altra volta, si tengono per mano e parlano una lingua comune (l’inglese, poiché il marito era statunitense), in un racconto di vita vissuta, di sensazioni ed emozioni che nel caso di Tiziana Castelluccio hanno trovato la massima espressione creativa proprio nel periodo di malattia del marito: “Cominciai a dipingere per stargli vicino, per aiutarlo ed essere presente quanto più mi fosse possibile. Iniziai così a dipingere su legno, più o meno intorno al 2014, mossa dal desiderio di trovare una pace, un benessere interiore che fosse di sostegno anche a lui”
Se si pensa, dunque, alla fonte ispiratrice dei dipinti, si comprende più nitidamente la particolare attenzione per il colore blu, tradizionalmente associato alla parte maschile, dove però la sfumatura dolorosa non prevale. Qui, ci tiene a ribadire l’artista, non c’è un riferimento diretto all’espressione inglese “I’ve got the blues” che tende ad indicare uno stato di depressione e sofferenza, ma piuttosto l’espressione di una ricerca volta alla serenità, seppur nella consapevolezza che la propria metà sia venuta a mancare. Non a caso i quadri esposti conservano tutti una particolare cifra stilistica e cioè quella di rappresentare figure femminili morbide e materne, dipinte solo di profilo, in una prospettiva che rivela al mondo, dunque, una sola metà sopravvissuta e terrena, ma dove è ancora viva la forza di un sentimento d’amore profondo, proprio come il blu più intenso.
ORARI DI APERTURA DELLA MOSTRA:
tutti i giorni 10-12/16-19 – domenica 16-19
(ingresso gratuito)
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