Venerdì 20 gennaio è stato presentato, presso la Casa di Reclusione di Opera, a Milano, il libro di Sandro Capatti (Edit Faenza)
PARMA – Si è tenuta, venerdì 20 gennaio scorso, presso la Casa di Reclusione di Opera, a Milano, in anteprima nazionale e in attesa delle prossime che seguiranno, la presentazione su invito del libro del fotoreporter Sandro Capatti, “Teatro 360° riabilitare,educare, essere…”(Edit Faenza). Un evento che si è rivelato molto di più di una semplice presentazione, trattandosi, piuttosto di un particolare momento di incontro, tra il mondo dell’arte e quello della reclusione e dei carcerati. La lungimiranza di un’Amministrazione Penitenziaria, quella del Carcere di Opera che ha aperto le sue porte al mondo esterno per creare un momento di intensa fusione come solo attraverso l’arte si riesce ad ottenere.
Finalmente un carcere non più visto come istituzione distante ed alienante ma come una finestra che si affaccia al mondo circostante, uno specchio che riesce a riflettere idee ed emozioni. Da parte sua invece Sandro Capatti, per la presentazione della sua sesta pubblicazione, ha scelto questo luogo speciale, per restituire e consegnare un tributo di riconoscenza ad uno di quei luoghi “reclusi” che si sono offerti e mostrati, con altrettanta generosità, ai suoi occhi e al suo obiettivo fotografico per essere ripresi consentendogli di poter realizzare il suo tanto ambito progetto “Teatro 360° riabilitare, educare, essere”. Un progetto che, come scrive l’autore nel libro,” nella sua più ampia concezione, si propone di documentare, tramite la fotografia, un luogo speciale, quello del teatro inteso come luogo di trasformazione interiore o consapevolezza del sè”. Si tratta di un tipo di teatro ed insieme di laboratori teatrali, svolti in carcere e nelle varie strutture più o meno restrittive, quelli ripresi dalla macchina fotografica di Capatti che, entrando con la discrezione dell’ osservatore nel mondo dei reclusi, cerca di portare fuori dalle mura, l’esperienza dei ristretti che attraverso il teatro hanno sperimentato una nuova forma di riabilitazione personale ancor prima che sociale. Un racconto quello di Sandro Capatti che, attraverso le immagini, di pagina in pagina, con l’esperienza del reportage fotografico, narra di un teatro che, guarda oltre sè stesso, proiettando i suoi protagonisti “reclusi” oltre i loro stessi confini, alla scoperta dell’arte e di forme di vita ancora da esplorare.
Il volume, porta con sè, unitamente al riconoscimento del Patrocinio del Ministero della Giustizia, quello della Regione Emilia Romagna, della Provincia e del Comune di Parma, dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Dipartimento delle Belle Arti.
Nel libro, alla presentazione del progetto scritta dell’autore Capatti, si affianca, la Prefazione di Luigi Pagano, già Vice Capo DAP, attualmente Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, l’introduzione per mano di Cristina Valenti, Professore Associato, Dipartimento delle Arti, dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e il contributo scritto di Maria Inglese, Psichiatra.