A tal fine, con particolare riferimento ai soggetti passivi IMU che possiedono immobili sul territorio comunale, PGE è stata dotata negli ultimi anni di banche dati contenenti informazioni utili per valutare la loro posizione rispetto agli adempimenti di dichiarazione e di versamento.
Partendo dall’archivio complessivo dei contribuenti IMU, che sono circa 108.000, negli ultimi due anni PGE ha lavorato sull’incrocio delle nuove banche dati disponibili, aggiornando i dati rilevanti ai fini dell’imposta, fra cui le residenze anagrafiche, la stipula di contratti di locazione sugli immobili posseduti, eventuali legami familiari fra proprietario e occupante.
L’analisi ha prodotto una lista di posizioni anomale, che sono state quindi prese in carico per verifiche più mirate. Un primo blocco di pratiche, di importo unitario maggiormente significativo, è stato gestito con riferimento all’annualità 2014, e ha condotto all’archiviazione di una serie di posizioni ed alla notifica di avvisi di accertamento, entro il 31 dicembre 2019, per quelle che sono risultate effettivamente irregolari.
Nel corso del 2020, pur con gli inevitabili rallentamenti dovuti all’emergenza Covid, è proseguita l’analisi sulle posizioni anomale, stavolta con riferimento all’annualità 2015, e procedendo ai controlli anche su differenze di importo inferiore, per un totale di 42.000 soggetti passivi. Questa attività ha condotto alla notifica di ulteriori avvisi di accertamento, in numero di circa 800 entro il 31 dicembre 2020. Al termine di questa fase, sono rimaste da analizzare circa seimila posizioni che, avvalendosi del differimento del termine di decadenza al 26 marzo 2021, sono state sottoposte ad ulteriori controlli automatizzati e ad alcune verifiche puntuali che, tuttavia, non è stato possibile effettuare “a tappeto”. Da quest’ultima scrematura, sono rimaste circa 4.200 anagrafiche con una differenza a debito, per le quali si è proceduto alla notifica degli avvisi di accertamento nell’ultima settimana.
Nel ragionevole dubbio che questi ultimi provvedimenti, in quanto filtrati in prevalenza mediante controlli automatizzati, possano non essere riusciti ad agganciare alcuni aspetti specifici del possesso di immobili (rapporto pertinenziale, comodati d’uso a parenti di primo grado, diritti di abitazione non registrati catastalmente, agevolazioni per agricoltura, e simili), è stato concordato con PGE di mettere a disposizione dei contribuenti, oltre agli strumenti consueti, una piattaforma informatica su cui inserire le richieste di riesame della pratica e le motivazioni per cui si ritiene che l’avviso di accertamento debba essere annullato o rettificato.
La suddetta piattaforma è presente al seguente indirizzo web: https://avvisiimu.comune.parma.it/parma/RichiestaRiesame.aspx ed è accessibile attraverso il codice utente (codice fiscale) e il codice verifica (codice pratica di accertamento).
Ovviamente, l’auspicio è che il numero di posizioni accertate erroneamente sia limitato, ma in ogni caso PGE si è strutturata per dare ai contribuenti tutta l’assistenza necessaria nel riesame delle pratiche e per l’eventuale annullamento in tempi rapidi e con modalità semplificate.
Si tratta di un’attività che sicuramente creerà alcuni disagi, dei quali PGE e l’amministrazione si scusano anticipatamente con i contribuenti, ma che è indispensabile per completare la bonifica dell’archivio IMU, anche con le informazioni di ritorno dalle istanze di riesame. In questo modo, in vista dei controlli sulle annualità successive (2016-2017-2018), programmati per i prossimi mesi, le emissioni di avvisi di accertamento potranno essere più puntuali e precise e i casi di annullamento o rettifica torneranno nell’ambito dell’errore fisiologico.
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