Parma

Parma, le conseguenze del COVID-19 sulle interazioni sociali

Ricerca condotta da Marta Calbi (Laboratorio di Neuroscienze Cognitive Sociali del DIMEC) pubblicata su Nature Scientific Reports

PARMA – In uno studio dell’Ateneo, le conseguenze del coronavirus sulle interazioni sociali.

La pandemia da COVID-19 ha inevitabilmente e profondamente cambiato la natura delle nostre interazioni quotidiane. Questo è vero non solo a causa del distanziamento sociale, ma anche dei dispositivi di protezione individuale che siamo tenuti ad indossare. Si tratta di misure necessarie e imprescindibili per contrastare la trasmissione del contagio, ma come influenzano il riconoscimento delle emozioni altrui? Se naso e bocca sono coperti da una mascherina o da una sciarpa riconosceremo ugualmente le emozioni delle persone vicine a noi? Il tipo di dispositivo di protezione modula il nostro desiderio di distanziarci fisicamente e socialmente dagli altri? Esistono differenze in queste risposte tra femmine e maschi?

Lo studio, condotto in Italia nel maggio scorso da Marta Calbi, assegnista di ricerca dell’Università di Parma nel  Laboratorio di Neuroscienze Cognitive Sociali del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, e pubblicato su Nature Scientific Reports, si è posto l’obiettivo di rispondere a queste domande. I risultati mostrano che i partecipanti riconoscono le emozioni di felicità e rabbia anche quando i volti sono parzialmente coperti.

In un contesto di pandemia, l’uso di un dispositivo di protezione appropriato ed efficace (mascherina) porta le persone a ridurre la distanza reciproca, promuovendo così la relazione interpersonale. Femmine e maschi, però, si comportano diversamente: mentre le prime scelgono quanta distanza tenere dall’altra persona sulla base dell’emozione vista, i secondi scelgono la distanza secondo il tipo di dispositivo indossato dall’altra persona, riducendola per il dispositivo più efficace. Lo studio ha inoltre mostrato una correlazione tra la paura del virus COVID-19 e tratti di personalità, mettendo in evidenza l’impatto del virus sul nostro benessere psicofisico.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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