Il titolo dell’esposizione, “I giovani non hanno più…”, aperto a varie interpretazioni, allude allo sdegno con cui le generazioni si criticano una dopo l’altra, mettendo in scena il difficile dialogo tra differenti universi culturali.
«L’idea di questa mostra – spiega il gallerista Nicola Mazzeo – viene da lontano, da un incontro a Miami… anzi no da Sacramento, dove è nato Daniel Johnston, anzi no da Milano dove si sono incontrati Tommaso e Laurina… che forse però si sono incontrati su Instagram. Se è difficile dire dove, forse possiamo provare con quando. Nei primi anni ’90, quando lo stile figurativo di Johnston comincia a diffondersi, sdoganato dalla maglietta di Kurt Cobain. No; nei primi anni 2000, quando Laurina comincia a sviluppare quello stile di fusione culturale che rende il suo lavoro unico; o ancora nel tardo 2018 quando Tommaso e Laurina scoprono in Johnston un mito in comune. Ma anche quando Martina Corbetta comincia a lavorare intensamente con Laurina oppure quando RIZOMIarte, che aveva già lavorato con Johnston nel 2012, vede la silhouette di Johnston fare capolino da un quadro di Laurina. Il punto importante qui è la fusione di tre lavori e di tre modalità di espressione che insieme funzionano perfettamente, perché la radice è per tutti il confronto con quelle figure “mitologiche” che si depositano nella coscienza, diventando poi medium di un discorso personale. Questo discorso assume in seguito valenze diverse: per Johnston quasi religiosa, per Buldini psicanalitica, per Paperina di linguaggio stilistico. È chiaro che i riferimenti culturali di Johnston sono quelli tipici di una generazione precedente rispetto a quelli di Buldini e Paperina, ma nel diventare Johnston per loro proprio uno di questi riferimenti scopriamo il processo di sedimentazione che è all’origine della costruzione degli universi culturali».
«Il linguaggio naturale, vivido e diretto, a tratti infantile di Daniel Johnston – conclude Maria Chiara Wang, autrice di uno dei testi critici presenti nel catalogo – ha calamitato l’attenzione dei giovani degli anni ’80 e ’90, di cui è stato capace di cantare e illustrare stati d’animo, irrequietudini e solitudini».
Il percorso espositivo comprende trenta opere, dieci per ogni artista. I lavori di Daniel Johnston sono quasi tutti in formato A4, ad eccezione di un’opera di maggiori dimensioni. I dipinti di Tommaso Buldini e Laurina Paperina nascono dal confronto con la ricerca del maestro statunitense e non sono mai stati esposti prima. Buldini ha lavorato, in particolare, sul formato ovale con colori acrilici; Laurina sulla piccola dimensione.
L’esposizione sarà visitabile fino al 19 giugno 2021, da lunedì a venerdì con orario 10.00-19.00, oppure su appuntamento. Per informazioni: t. +39 0521 572782, m. +39 339 7931250, info@rizomiarte.com, www.rizomiarte.com.
Al termine della mostra di Parma, le opere saranno trasferite presso di spazi di Martina Corbetta Arte Contemporanea a Giussano (MB). Sarà successivamente pubblicato un unico catalogo che raccoglierà le due esperienze espositive.
Mostra promossa da:
Scheda tecnica:
Daniel Johnston, Laurina Paperina, Tommaso Buldini
I GIOVANI NON HANNO PIÙ…
RIZOMIarte
Strada Garibaldi 29, Parma
29 maggio – 19 giugno 2021
Inaugurazione: sabato 29 maggio, a partire dalle ore 12.00
Orari: da lunedì a venerdì ore 10.00-17.00, oppure su appuntamento
Per informazioni e appuntamenti:
RIZOMIarte
Strada Garibaldi 29, Parma
T. +39 0521 572782 / M. +39 339 7931250
info@rizomiarte.com / www.rizomiarte.com
Foto: Daniel Johnston, Dans not afraid, 2010, pennarelli su carta, 30×21 cm. Courtesy RIZOMIarte
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