All’Auditorium Paganini presenti gli alunni di 15 istituti
PARMA – Come difendersi dalle insidie della rete e usarla in modo consapevole: è questo l”obiettivo del progetto “Cittadinanza digitale a scuola” che ha coinvolto 15 scuole statali e non statali del I ciclo di Parma e che ha vissuto il momento conclusivo del primo anno di attività all’Auditorium Paganini, dove i giovani, in rappresentanza delle diverse scuole, hanno portato gli esiti dei laboratori effettuati durante l’anno con contributi importanti che vanno dai video al decalogo internet.
É stato un anno proficuo per i 3.500 ragazzi, i 300 insegnanti ed altrettanti genitori che hanno partecipato al progetto “Cittadinanza Digitale a scuola” volto a diffondere un uso consapevole dei social network. Si tratta di un progetto biennale che coinvolge 15 scuole della città: Istituto Comprensivo Albertelli-Newton, Istituto Comprensivo D’Acquisto, IC Ferrari, IC Micheli, IC Toscanini-Einaudi, IC Via Montebello, IC Parmigianino, IC Puccini, IC Giuseppe Verdi, Convitto Nazionale M. Luigia, DD F.lli Bandiera, IC Sanvitale Fra Salimbene, Istituto De La Salle, Istituto P.G.E. Porta, Istituto San Benedetto. Il progetto è coordinato dall’Istituto Comprensivo Montebello e prevede costi che si aggirano sui 200 mila euro.
É stato finanziato per circa 157 mila euro da Fondazione Cariparma, dal Comune di Parma, con il coinvolgimento di Associazione culturale Coinetica, Telefono azzurro e Lions. Alla giornata conclusiva hanno preso parte gli alunni, i dirigenti scolastici coinvolti, Alessandra Melej dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Montebello capofila del progetto, Pier Paolo Eramo dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Sanvitale – Salimbene, il sindaco Federico Pizzarotti; la vicesindaco, con delega alla scuola ed ai servizi educativi, Nicoletta Paci; il professor Gino Gandolfi consigliere Fondazione Cariparma, Francesca Scandroglio di Telefono Azzuro; la deputata Micaela Campana; il dirigente della Polizia Postale – Emilia Romagna, Geo Ceccaroli; Alessandro Lucarelli per Parma Calcio 1913; la testimonial Sahra Schelingensiepen e Giovanni Salerno, responsabile del Settore Educazione di Telefono Azzurro.
Il primo cittadino, Federico Pizzarotti, ha ringraziato tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato per la riuscita del progetto, in particolare la vicesindaco Nicoletta Paci ed il personale dei servizi educativi del Comune. “Ho iniziato con un Commodore 64 – ha ricordato il sindaco – un tempo i problemi di oggi non c’erano. Oggi abbiamo a disposizione strumenti molto potenti che possono essere usati in modo positivo, ma che possono avere anche aspetti negativi. Per questo è importante conoscere le insidie legate al loro utilizzo, in modo che possano essere soprattutto strumenti di crescita”.
Il professor Gino Galdolfi ha ricordato che Fondazione Cariparma è attenta ai bisogni del territorio. “Fondazione Cariparma – ha ricordato – è al primo posto a livello nazionale nel rapporto tra flussi di denaro erogati e popolazione residente. Fondazione Cariparma ha registrato un avanzo di 23 milioni di euro ed ha investito 12 milioni di euro sul territorio per iniziative a sostegno di persone, cultura e formazione. Ringrazio, quindi, tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questo importante progetto, in particolare le insegnanti”. Ha citato Carlo Maria Martini: “Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non si avrà raccolto”.
Il progetto nasce dalla consapevolezza che il problema fondamentale è il gap educativo creato dal dilagare degli smartphone nella scuola del primo ciclo e dall’utilizzo sempre più intenso nella didattica delle tecnologie legate a internet, senza una corrispondente crescita delle competenze digitali di docenti, alunni e famiglie. Gli smartphone sono ormai sempre più a disposizione degli alunni delle scuole del primo ciclo a partire dalla quarta classe della scuola primaria, con un picco corrispondente alla seconda secondaria. Circa il 90% degli studenti delle scuole medie possiede uno smartphone con acccesso ad internet e utilizza WhatsApp e altri social per rimanere connesso con gli amici. Parallelamente le linee di indirizzo e i piani “scuola digitale” del MIUR hanno progressivamente popolato di tecnologie le scuole italiane e hanno richiesto a docenti e alunni una notevole rivisitazione dell’insegnamento e dell’apprendimento, attraverso un massiccio utilizzo di internet, di piattaforme social (facebook, edmodo, moodle), software web based (googleapps, office365, prezi e decine di app didattiche), strumenti cloud (drive, dropbox, ecc.) per la ricerca, la produzione, la comunicazione e la condivisione di saperi e learning object.
Il progetto si focalizza principalmente sui temi della sicurezza in rete, del rapporto tra reale e virtuale, dei pericoli dovuti allo squilibrio tra potenzialità degli strumenti stessi e capacità dei loro giovani utenti (sexting, gioco d’azzardo, adescamenti in rete), negli usi distorti o patologici che se ne possono fare (cyberbullismo) e delle vere e proprie dipendenze che ne possono scaturire.
In questa “giungla digitale” i bambini e i ragazzi si muovono con disinvoltura senza che loro stessi, le loro famiglie e la scuola abbiano piena coscienza di tutti i fenomeni psicologici e culturali collegati. Con questo progetto le scuole del primo ciclo di Parma hanno voluto assumere un ruolo pieno e consapevole in termini educativi e didattici e inserire nel curricolo scolastico la formazione all’uso di internet e dei social network, declinando conoscenze, abilità e competenze relative ai diversi anni di scuola. Tutto questo sviluppando competenze digitali e all’uso di internet e rafforzando i diritti di cittadinanza degli alunni, delle famiglie e degli insegnanti sulla rete. Il percorso compiuto ha avuto come obiettivi da perseguire la consapevolezza e le competenze degli alunni e delle famiglie su internet e social network attraverso la creazione e la sperimentazione di uno specifico curricolo dalla quinta primaria alla terza secondaria delle scuole partner. Sono stati coinvolti genitori, alunni e docenti. Per i genitori si è proceduto alla formazione tecnica di un gruppo di genitori sull’uso dei social network, e alla costituzione di un gruppo di lavoro (un rappresentante dei genitori per scuola) per la produzione di un codice di comportamento, con l’aiuto di uno psicologo e la possibilità di accesso allo sportello di ascolto con psicologi per situazione problematiche o per consulenza e con incontri informativi sull’uso consapevole dei social network per le famiglie delle 15 scuole aderenti.
Per gli alunni sono state strutturate attività incentrate sulla formazione e l’uso consapevole dei social network e di internet con laboratori e incontri di informazione. Per i docenti le azioni hanno previsto formazione di un gruppo di docenti (un rappresentante per scuole) per l’elaborazione di un curriculum verticale di competenze digitali; formazione dei docenti tramite gruppi metodologici didattici, pillole formative e sperimentazione nelle classi per portare i social network e l’uso di internet nella didattica giornaliera.