È durata due mesi l’analisi di stabilità sulle 2.827 piante che popolano l’area. Sono 29 quelle gravemente danneggiate e da rimuovere con un intervento nei prossimi giorni
MODENA – È terminato nelle scorse settimane l’intervento di monitoraggio sui 2.827 alberi, tra pioppi, frassini, querce, carpini, tigli e aceri, che popolano il parco Ferrari di Modena. Affidata a un agronomo specializzato e durata circa due mesi, l’ispezione ha permesso di eseguire l’analisi di stabilità e il censimento delle essenze presenti ed è stata eseguita nell’ambito del piano di controllo, analisi di stabilità e valutazione del rischio del patrimonio arboreo messo in atto dal Comune di Modena.
Dall’esame è emerso che oltre l’82 per cento delle piante valutate si trova in buone condizioni di salute; circa 440 (pari a poco più del 15 per cento) avranno bisogno di un monitoraggio periodico con cadenza non superiore ai due anni, oltre a eventuali interventi colturali, mentre sono 38 gli alberi che presentano problemi più gravi e, tra questi, 29 quelli pericolosi e a rischio di caduta, a causa di necrosi del tronco, carie estese o infezioni non recuperabili, per i quali è stato prescritto l’abbattimento urgente. L’intervento di rimozione, coordinato dai tecnici del servizio Manutenzione urbana del Comune di Modena, sarà effettuato nei prossimi giorni, non appena le condizioni meteorologiche lo permetteranno.
Nell’ambito dell’analisi di stabilità tutti gli alberi sono stati indagati rilevando la specie, il diametro del fusto, l’altezza e la struttura della pianta, lo stato vegetativo, oltre allo stato fitosanitario e alla condizione fitostatica. Sulla base della condizione di stabilità degli alberi presi in esame, la prescrizione di eventuali interventi ha tenuto conto anche di ulteriori elementi di rischio come la collocazione in aree maggiormente frequentate o la presenza di bersagli sensibili, per esempio tavoli o panchine, nell’area circostante.
Il censimento ha confermato anche che il popolamento arboreo del parco Ferrari è piuttosto giovane, con piante che di regola non vanno oltre i 40 anni di età e che, nella maggior parte dei casi, hanno tronchi che raramente superano i 50 centimetri di diametro.