CESENA – Bilancio positivo per le aziende panamensi a Macfrut che hanno visto nella fiera un hub logistico verso l’Europa. In questa edizione raddoppiata è stata la presenza delle imprese dello stato centroamericano nella collettiva organizzata da ProPanama, l’autorità statale che ha la funzione di attrarre le importazioni e promuovere le esportazioni.
Si tratta, in parte, della diretta conseguenza degli stravolgimenti sulle rotte logistiche da e per l’Europa causate dal blocco del passaggio sul Mar Rosso a causa delle turbolenze in quell’area. D’altro canto, le nuove logiche del trasporto merci verso il Mediterraneo fanno da contraltare agli interessi dei panamensi che puntano in maniera crescente al mercato del ‘Vecchio Continente’ e che vedono nell’Italia un hub logistico strategico, raggiungibile attraverso la rotta atlantica, e quindi fuori dalle zone in guerra, collegato anche altre destinazioni dell’Unione, fra cui i Paesi Baltici e quelli dell’Est.
“La crescita di attenzione verso Macfrut, la fiera italiana della filiera ortofrutticola – spiega Yaser Rodriguez, gerente commerciale di Golden Fruits Panama, azienda specializzata nella vendita di ananas – è dovuta innanzitutto al fatto che il mercato italiano e quello europeo sanno valorizzare l’elevata qualità dei nostri prodotti. Peraltro, la domanda è in costante crescita anche per l’aumento di residenti europei di origine sudamericana”.
Grazie alla concomitanza di fattori pedoclimatici unici, dati dalla convergenza di due oceani, l’Atlantico e il Pacifico, che permettono la coesistenza di due tipi di climi diversi, sia equatoriale che tropicale, a Panama si riesce a produrre frutta con un grado zuccherino superiore alla media e che si distingue sul mercato collocandosi su un segmento di prezzo premium.
Oltre alla frutta tropicale alcune imprese si occupano anche dell’esportazione di orticole e di prodotti della pesca con alto valore aggiunto. Tra queste Gusto Fruit presente a Macfrut con il suo rappresentante per tutta l’Europa che assicura: “Ci facciamo carico di tutte le spese. Oltre a quelle produttive, ad esempio, anche quelle di spedizione”.
“Raggiungiamo i 19° brix per i nostri ananas – ha detto Eiezer Dominguez, proprietario dell’azienda Capitan Piña Panama-. Sul mercato il valore massimo è 16”.
Favorisce il ‘ponte commerciale’ Panama-Italia, inoltre, il fatto che gli standard produttivi dello Stato centroamericano, le certificazioni e le normative siano allineati completamente con quelli europei.
“Dopo la prima collettiva dell’anno scorso, con cinque espositori – spiega Yelsica Helen Caballero, capo esportazioni di ProPanama – quest’anno siamo tornati con dodici aziende per rafforzare le relazioni commerciali con l’Italia. Ci siamo proposti sul mercato con un marchio-Paese che guarda ai canali distributivi di nicchia che sappiano valorizzare la qualità, la connettività e la grande diversità della frutta esotica. Ringraziamo il presidente Piraccini per questo invito che, già dalla prima edizione, si è tradotto in concrete opportunità commerciali ma anche in investimenti nazionali verso l’Italia che ha un’offerta di innovazione e tecnologia applicata al settore primario molto interessante”.
Per far fronte ai picchi di domanda di frutta esotica, molte imprese panamensi stanno espandendo gli areali coltivati anche di dieci volte tanto. Come ad esempio l’azienda Pitavera, specializzata nella produzione di Dragon Fruit, sia bianco che rosso, che ha avviato un piano di sviluppo per passare dagli attuali tre ettari ai trenta appena piantati. “A Macfrut stiamo già proponendo il raccolto del 2026 – afferma Virgilio Milord Franceschi, ceo di Pitavera – perché fino all’anno prossimo abbiamo già venduto tutto a causa della produzione di parecchio inferiore rispetto alla domanda. Il mercato del dragon fruit è uno di quelli, tra la frutta esotica, che registra il maggiore aumento con un +2,3% l’anno e un giro d’affari globale di circa 2,5 miliardi di dollari”.
In espansione anche l’azienda Produccion Agricola Internacional che punta al raddoppio degli areali dove produce diverse varietà tropicali: dagli attuali 25 a 50 ettari. Trovandosi sulla sponda atlantica del Paese, l’azienda riesce a raggiungere via nave, le coste della Spagna in 12 giorni e in 14 quelle dell’Italia e dell’Olanda.
“Vogliamo rafforzare la nostra posizione in Italia – specifica Denis Santana, proprietario dell’azienda a conduzione familiare, Panama Squash -. Attualmente esportiamo circa 200 container di frutta in tutto il mondo, tra cui anguria e meloni, ma solo 20 sono destinati al mercato del italiano.
Una delle novità nello stand di ProPanama, quest’anno, sono i prodotti di Nutriely’s, azienda specializzata nella vendita di frutta esotica deidratata con tecniche all’avanguardia e basata su un modello di economia circolare. “Aiutiamo i produttori a ridurre gli sprechi in campo – spiega Elide Gonzalez alla guida dell’azienda -. Il nostro processo di deidratazione della frutta si svolge a basse temperature che permettono di mantenere intatte le proprietà nutrizionali dei prodotti”.
Il Gruppo Panama Fruit, costituito nel 2000, e presente allo stand di proPanama anche con l’azienda Premium Tropical Exports è specializzato nella produzione di papaya fresca di varietà hawaiana. “Attualmente – spiega Maryan Safi, sales manager di Premium Tropical exports che vende anche anguria, otoe, zucca e zenzero – i nostri mercati di riferimento sono gli Stati Uniti e il Canada ma siamo molto interessati ad entrare nella piazza europea dove, lavorando solo con prodotti premium, arriveremo attraverso il trasporto aereo che ci permette di raccogliere i frutti al giusto punto di maturazione e nel giro di poche ore farli arrivare sugli scaffali”.
Tra le altre aziende panamensi presenti presso lo stand ProPanama c’erano anche Pitahya Brothers e Las tres Piñas.
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