RICCIONE (RN) – “Lo scrittore Giuseppe Lo Magro racconta la sua Riccione come un luogo fatato, meta di tanti personaggi illustri che, tra il 1875 e il 1925 sono arrivati qui, se ne sono innamorati e sono rimasti a viverci, e che grazie a queste presenze Riccione è divenuta meta conosciuta e desiderata. I locali per il divertimento si sono moltiplicati, aperti palcoscenici, organizzati spettacoli con la partecipazione di tutti gli artisti più in auge. E Riccione è diventata la città delle idee, delle novità, delle mode”. Sono le parole scritte nella delibera con cui l’amministrazione comunale ha concesso il patrocinio al quarto e ultimo libro della “Tetralogia 2022” di Giuseppe Lo Magro. La presentazione dell’ultima fatica dell’ex presidente di Famjia Arciunesa dal titolo “Palcoscenici e spettacoli a Riccione” avverrà sabato 21 gennaio alle 17 al Palazzo del Turismo di Riccione.
Di seguito la presentazione del libro scritta dallo stesso autore.
Riccione è un luogo fatato. Lo è sempre stato. Un luogo affascinante e incantatore. Non si spiega altrimenti perché tanti personaggi illustri, conoscitori dei popoli e viaggiatori del mondo, siano capitati tra il 1875 e il 1925, da città pulsanti di vita, in questo lembo di terra privo di storia, se ne siano innamorati e siano rimasti a viverci, profondendo energie, ingegno, capitali, sino alla fine dei loro giorni. Per capire meglio apriamo una “finestra” leggendo stralci del depliant “Cenni sul paese di Riccione e suoi bagni marittimi” scritto nel 1868, (cioè un secolo e mezzo fa) da Don Carlo Tonini, un “diavolo” di pretino, parroco di Riccione per due volte (1832-37 e 1848-78) e suo primo “promotore turistico”. “Il paese di Riccione giace in amena fertile pianura e sorridenti colline… si affaccia sul mare e la sua popolazione di mille anime è dedita alla coltura dei campi, al commercio, alla pesca… i suoi pesci, i suoi crostacei sono con avidità ricercati come i più saporiti, segno di una marina salubre con spiaggia sottile, sabbia fine, acqua limpida …per i migliori bagni di tutto il litorale. Si respira aria salubre perché il luogo è aperto… la popolazione è di atletica costituzione, di un bel colorito, sana… i bambini al giungere di Maggio incominciano a far bagni marini… come pesci li vedi svelti guizzar nell’onde… se trovano un battello vi saltan dentro a frotte e via a passeggiar pel mare”.
Aria salubre, vegetazione spontanea, mare pulito, sabbia fine, affabilità della gente? Sono queste le magie ammaliatrici? Scorrendo il lungo elenco degli illustri “ammaliati” possiamo esserne certi. Il dottor Giovanni Ceccarini di Torrice, sposo di Maria Boorman di New York, è attirato dalle verdi colline ricche di flora e fauna e costruisce una meravigliosa villa a Torre Rossa di Scacciano, in posizione panoramica. Il conte Giacinto Soleri Martinelli di Siena, sposo della contessa Conati di Verona, realizza il sogno di creare una “Città giardino” lottizzando 90.000 mq – anticipandolo con l’esempio della sua villa sul mare, circondata da un giardino impreziosito da aiuole fiorite e vasche con pesci multicolori. Il conte Pietro Sghedoni di Modena, sposo della principessa russa Manoukbey di Mosca, amante delle arti, compera a Torino un teatro in legno e lo ricostruisce a fianco della sua villa in viale Viola. Il Conte Felice Pullè di Modena, sposo di Fanny Ricci, medico di fama continentale, con carriera militare grondante di onorificenze, sceglie Riccione per il clima adatto alla cura della moglie. Il conte Luigi Guarini di Forlì, con l’occhio già al futuro, realizza il Politeama Park tra Viale Roma e la spiaggia, con giochi, giostre, teatro, ring, negozi. Vero precursore dei parchi divertimento.
Il commendatore Gaetano Ceschina di Milano, divenuto milionario grazie alle forniture all’Esercito Italiano durante la “Grande Guerra”, pur possedendo chilometri di litorale sull’Adriatico, si fa la villa a Riccione, poi compera il Teatro Sghedoni e lo dedica al figlio Dante. Infine, ciliegia sulla torta, costruisce il Grand Hotel con 155 camere e lo arreda con tutti i lussi di quei tempi. Tanto fervore contagiò anche imprenditori locali come gli Amati: Emilio, Sebastiano e Lucio (primo albergo moderno con “water closed” – pensione con chalet in spiaggia, anticipatore del chiringhito – vongole in scatola); Domenico Galavotti (albergo da 100 camere con servizio di cestini da viaggio); Secondo e Severo Savioli (ponte in legno sul Rio Melo – Dancing Savioli); Domenico Mancini (lottizzazione per marinai e operai – ristorazione). Cronaca di eleganti serate di gala; storia e foto del Veglione Rosà d’inverno; storia della eclettica attrice Pina Renzi morcianese, 58 film girati, teatro, canzoni, amante di Riccione città scelta per i suoi ultimi anni di vita.
Nella storia di Riccione c’è anche Benito Mussolini di Predappio, sposo di Rachele Guidi, Capo del Governo nel ventennio fascista che per promuovere se stesso, scelse di venire in vacanza nella Perla verde, preferendola a località limitrofe traboccanti di storia, ma prive di fascino e incanto. Grazie a queste presenze Riccione è conosciuta, desiderata e sempre più affollata. Spuntano locali per il divertimento, si aprono palcoscenici, si organizzano spettacoli con la partecipazione di tutti gli artisti più in auge. E sono gli “ammaliati” ad esserne artefici, promotori o fruitori. Riccione diventa la città delle idee, delle novità, delle mode… diventa il faro del divertimento!
Ah, dimenticavo. A Riccione è nato anche “Aquafan”, il primo parco acquatico d’Italia. Costruito sulle colline a qualche chilometro dal mare, sembrava una pazzia. Molte “cassandre” ne profetizzarono il fallimento… fu un successo incredibile ed ebbe tante imitazioni… quasi come la Settimana enigmistica.