È l’obiettivo primario del Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima adottato dal Comune di Modena con l’approvazione in Consiglio comunale
MODENA – Ridurre del 55 per cento entro il 2030 le emissioni di CO2 sul territorio comunale. È questo l’obiettivo primario del Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc) del Comune di Modena: un insieme di azioni concrete, alcune delle quali già in corso, che prosegue il percorso di mitigazione delle emissioni iniziato nel 2009, anno di riferimento per calcolare l’entità della riduzione. Tra il 2009 e il 2018, a Modena, le emissioni di CO2 si sono già ridotte del 28 per cento passando, in valori assoluti, da 7,49 a 5,36 tonnellate per persona. L’obiettivo al 2030 è un’ulteriore riduzione del 27 per cento delle emissioni, per arrivare, appunto, al 55 per cento in meno e a 3,37 tonnellate di CO2 per persona.
Insieme alla mitigazione delle emissioni inquinanti, il Paesc si propone anche l’obiettivo dell’adattamento, cioè del rafforzamento della capacità del territorio di adattarsi agli inevitabili cambiamenti climatici, oltre a quello dell’accesso per tutti i cittadini a un’energia sicura, sostenibile e accessibile.
Elaborato dall’Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile (della quale il Comune di Modena è socio fondatore), il Paesc è diventato operativo dopo essere stato approvato dal Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 4 febbraio, con il voto a favore dei gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena civica) e del Movimento 5 stelle, quello contrario di Forza Italia e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia, l’astensione di Lega Modena.
Il Piano è stato presentato dall’assessora all’Ambiente e alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi che ha sottolineato come, rispetto all’obiettivo fissato dall’Unione europea che prevede una riduzione delle emissioni del 40 per cento al 2030, “quello che ci siamo proposti a Modena è più ambizioso perché punta ad arrivare almeno al 55 per cento, accelerando così la de-carbonizzazione del nostro territorio. Ma è un’ambizione ragionata, basata sul fatto che già nel 2018 avevamo ottenuto una riduzione del 28 per cento, superando in anticipo di due anni l’obiettivo europeo del 20 per cento”.
Come ha spiegato l’assessora Filippi, il Paesc “ricomprende e mette a sistema tutte le azioni per la mitigazione e l’adattamento già in essere o programmate sul territorio come, per esempio, l’efficientamento energetico degli edifici comunali, il progetto per portare a led tutta l’illuminazione pubblica, il Piano urbano della mobilità sostenibile, ma anche azioni di altri soggetti pubblici e privati. Allo stesso tempo indica la direzione da tenere e incentiva nuovi progetti come, per esempio, la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici. Ma soprattutto – ha aggiunto – ci obbliga a monitorare tutte le azioni intraprese per verificare se hanno raggiunto i risultati attesi, e quantificati, in termini di riduzione delle emissioni. Il primo monitoraggio è previsto tra due anni e servirà anche, se necessario, per correggere quello che non ha funzionato e introdurre nuove azioni”.
Progettato nell’ambito delle indicazioni dell’Unione europea, che detta gli obiettivi, il Paesc è anche coerente con gli ambiti di azione e gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. È, inoltre, un piano condiviso: alla sua realizzazione, insieme al Comune di Modena, partecipano, infatti, anche altri enti pubblici e alcuni soggetti privati: Policlinico-Ausl, Unimore, CambiaMo, Hera, Hera Luce, Seta, Acer, il Consorzio attività produttive, l’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile della Regione Emilia Romagna, Aipo, i Consorzi di bonifica e aziende come Tetrapack e Hpe-Coxa.