Ottantesimo della Liberazione di Cesena (FOTO)

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Ottantesimo Liberazione Cimitero inglese

Vicolo intitolato al soldato canadese Ernest Alvia Smith e inaugurazione del rifugio antiaereo della Rocca alla presenza dei testimoni diretti Loris Pedrelli e Carlo Rossi e di una rappresentanza di studenti cesenati

CESENA – Una mattinata intensa in cui passato e presente hanno dialogato tra loro, non senza commozione. Così come previsto dal programma delle iniziative definito dall’Amministrazione comunale di Cesena, d’intesa con le associazioni locali, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione della Città, avvenuta il 20 ottobre del 1944, le celebrazioni sono state avviate con la deposizione di una corona commemorativa al Cimitero Militare degli Alleati e con l’intitolazione del vicolo adiacente al Cimitero ad Ernest Alvia Smith dei Seaforth Highlanders of Canada che guidò il suo gruppo di due uomini nella traversata del fiume Savio durante la notte tra il 21 ed il 22 ottobre.

Ai due momenti istituzionali hanno preso parte il Vicesindaco Christian Castorri, l’Assessore alla Cultura Camillo Acerbi, il Presidente del Consiglio comunale Filippo Rossini e una rappresentanza di studenti della scuola secondaria di primo grado “Anna Frank”, oltre alle associazioni d’arma e combattentistiche.

La mattinata è entrata nel vivo con l’apertura straordinaria del rifugio antiaereo realizzato nel colle della Rocca Malatestiana e affacciato su viale Mazzoni tramite due principali accessi. Partecipata dagli studenti delle scuole “Pascoli” e “Viale della Resistenza”, la cerimonia è stata arricchita dalle commoventi testimonianze di due cesenati, Loris Pedrelli e Carlo Rossi, che nel 1944, all’età di 10 e 12 anni, vissero i giorni tragici della guerra, dei bombardamenti su Cesena, correndo, ad ogni allarme, nei rifugi distribuiti in città per proteggere i cittadini dagli attacchi aerei.

“La giornata di oggi – commenta l’Assessore alla Cultura Camillo Acerbi – segna l’avvio di una grande festa di compleanno, quella della Liberazione di Cesena. Per celebrare questo momento importante per la nostra città e per tutti noi, oltre al ricco programma di iniziative che si svilupperà nel corso del fine settimana, abbiamo fatto in modo che tutti, soprattutto i più giovani, potessero visitare uno dei luoghi simbolo di quegli anni: il rifugio della Rocca”. “Il 20 ottobre – prosegue l’Assessore – celebriamo l’ottantesimo compleanno di Cesena libera: dopo la prima guerra mondiale in Italia si instaurò il regime dittatoriale del fascismo e anche Cesena, come le altre città italiane, vide restringersi le proprie libertà. Non si era più liberi di condividere la propria opinione e neppure di essere ebrei. In questo modo, dopo aver ricordato i nostri concittadini ebrei arrestati e deportati con la collocazione, davanti alle rispettive abitazioni, delle pietre d’inciampo, oggi il filo della memoria passa da questo luogo particolarmente frequentato nel corso dell’ultimo anno, prima della liberazione. Il rifugio della Rocca era il luogo di riparo più grande presente in città e a partire da oggi sarà possibile visitarlo anche grazie alla guida dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, che ringraziamo”.

Al fianco dell’Assessore Acerbi, del Presidente del Consiglio comunale di Cesena e di Ines Briganti, Presidente dell’Istituto storico, questa mattina erano presenti anche Carlo Rossi e Loris Pedrelli, preziosi testimoni diretti degli anni bui dell’occupazione tedesca.

Pedrelli, che con la famiglia viveva nella zona di Porta Fiume, al Ponte Vecchio, ha ricordato con assoluta nitidezza e momenti di viva commozione, l’arrivo dei primi tedeschi alla caserma “Decio Raggi”. Si è soffermato sul fragore degli spari, sulla paura che atterriva i cittadini ma soprattutto sul coraggio di alcuni, tra cui il suo papà Francesco, che schierandosi in difesa dei civili e dei valori democratici, a cui da sempre si affidavano, hanno affrontato i giorni tristi dell’estate 1944 con la certezza che la libertà sarebbe arrivata, anche se a caro prezzo.

Anche Carlo Rossi, orfano di guerra, abitava nella zona dei Maceri. È impossibile dimenticare il senso di paura che si viveva in quel tempo. “Io – ha confessato – ero sempre in tensione ed è stato proprio in collegio, dove tutti erano molto severi, a volte ingiustamente, a non avere paura. A questi giovani oggi presenti chiedo di non perdere mai il coraggio e di non avere paura perché se si vive di paure non si va lontano”.

Le celebrazioni proseguiranno nella giornata di sabato e nella giornata di domenica. La programmazione integrale è reperibile sul sito del Comune di Cesena: https://www.comune.cesena.fc.it/novita/liberazione-cesena-2024/.