“Con la scomparsa di Otello Montanari Reggio Emilia perde un altro protagonista del Novecento. Del XX secolo, Montanari ha vissuto in prima persona le esperienze che hanno fatto la storia del nostro territorio e del nostro Paese, a partire dalla Resistenza, che lo vide rimanere ferito e portarne i segni per tutta la vita durante un conflitto a fuoco con i fascisti lungo la via Emilia, e dalle proteste di piazza nel 1960 contro il governo Tambroni. Poi l’impegno in politica, nel Partito comunista, come deputato dal 1958 al 1963 e anche come consigliere provinciale dal 1975 al 1990. Proprio in quel periodo fu protagonista, fondando anche un apposito Comitato, della campagna a difesa delle origini reggiane del Tricolore, che Craxi voleva ‘trasferire’ a Milano. Fu, quella, una delle sue tante, caparbie e a volte anche solitarie battaglie, che nascevano da un intuito formidabile e dalla ferma convinzione negli ideali in cui ha sempre creduto e che portava avanti con una straordinaria passione.
Una battaglia, ben presto vinta con merito, celebrata nel 1996 con la istituzione della Festa nazionale della bandiera, con la definitiva affermazione del nostro vessillo quale simbolo dell’appartenenza ad una storia comune attraverso il settennato del Presidente Ciampi e con la realizzazione di quel Museo del Tricolore dove da oggi lo attende l’ultimo saluto da parte di una città che ha sempre amato.
L’altra – che lo vide protagonista nel 1990 con il “Chi sa parli”, una locuzione passata alla storia reggiana e divenuta tutt’uno con il personaggio, a conferma della sua statura – Otello Montanari l’ha vinta, non senza dolore, solo con lo scorrere dei decenni e con l’affermarsi della ragione e del rigore della storia.
“Io ero e sono Nessuno”, disse nel 2010 in una intervista, rifacendosi al suo nome da partigiano gappista senza nascondere la sofferenza che ancora sentiva. In realtà Otello Montanari era e rimarrà un uomo forte ma sensibile, passionale ma al tempo stesso concreto, determinato nell’esprimere le proprie opinioni come solo chi è spinto da profondi principi e valori può esserlo. Così io lo ricordo e per questo la sua scomparsa lascia in noi, oggi, un vuoto profondo.”
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