BOLOGNA – Da secoli, le ostriche sono considerate un potente afrodisiaco, sia grazie all’elevato contenuto in zinco – che favorirebbe la produzione di testosterone – sia per il buon tenore di aminoacidi essenziali, utili al rilascio di serotonina, nota anche come “l’ormone della felicità”. E anche quest’anno, nella festa degli innamorati sarà la regina delle tavole italiane a case e fuori casa. Le ostriche generalmente vengono classificate in due categorie: ostriche concave e ostriche piatte. Le ostriche piatte hanno una forma piuttosto arrotondata, raggiunge la misura massima di 10 cm di diametro e sono le più pregiate, in quanto offrono note gustative intense, ma delicate. E per festeggiare il tradizionale appuntamento di San Valentino, il Consorzio Pescatori di Goro (COPEGO) lancia la confezione da 1 Kg. dedicata all’amore e agli innamorati e distribuita nei supermercati italiani. Anche nella Sacca di Goro, negli ultimi anni, l’attività di diversificazione ha orientato i produttori verso lo sviluppo di processi produttivi innovativi, con l’introduzione dell’ostrica in sacca assicurando sostenibilità economica (crescita dell’area, nascita nuove aziende, stabilizzazione politiche di prezzo), ambientale (garanzia di controllo sull’uso delle risorse, basso impatto ambientale) e sociale (miglioramento della qualità di vita lavorativa dei pescatori) all’intero comparto.
L’ostrica concava (Crassostrea gigas), pur essendo originaria dell’area del Pacifico, è ormai considerata cosmopolita giacché introdotta accidentalmente o volontariamente in molte aree geografiche temperate, comprese le coste italiane e nel Delta del Po, dove è presente dalla seconda metà degli anni Sessanta. In Italia il consumo di ostriche è in crescita, specialmente in determinati periodi dell’anno, ma la quasi totalità viene importata soprattutto dalla Francia. La produzione nazionale, infatti, si attesta sotto le 500 ton./anno, a fronte di un consumo annuo di circa 182.000 ton.,/anno. “Ancora una volta – dichiara Cristian Maretti, Presidente di Legacoop Agroalimentare – il COPEGO si conferma un player importante nel panorama commerciale, particolarmente attento a rafforzare e fidelizzare il legame con i propri consumatori. Ma occorre sfatare il mito dell’ostrica come bene di lusso – incalza Maretti – in quanto oggi è un prodotto alla portata di tutti. E proprio per favorirne un consumo a largo spettro – conclude il Presidente di Legacoop Agroalimentare – occorre ridurre l’IVA abbassandola al 10% (anziché al 22%) e continueremo a chiederlo al governo affinché possa essere inclusa tra i beni di largo consumo”. L’Italia vanta una antica tradizione di allevamento di ostriche, risalente ai tempi degli antichi romani, ma con la caduta dell’impero la tradizione si è persa e solo con l’inizio dell’era moderna le ostriche hanno riacquistato una loro importanza, in particolare sulle tavole dell’aristocrazia francese, tanto da diventare nell’immaginario collettivo un prodotto totalmente legato alla Francia. Solo negli ultimi dieci anni anche nel nostro Paese è stata ripresa la tradizione con una certa continuità. Sono esempi significativi l’ostrica rosa di Scardovari, l’ostrica verde del Golfo dei Poeti in Liguria, l’ostrica bianca del Gargano, l’ostrica di Sardegna e l’ostrica di Goro, dove da qualche anno si produce anche l’ostrica d’oro.
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