I due regolamenti sono stati presentati dall’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli che ha sottolineato la funzione sociale degli orti “come strumento, nel caso degli anziani, per la promozione di un invecchiamento attivo e di tutela della salute, stimolando l’attività fisica e la socialità. E come mezzo per sviluppare la socialità, l’integrazione e le capacità collettive e individuali nel caso degli orti urbani, destinati a residenti, famiglie e associazioni”. Come ha spiegato ancora l’assessora, i nuovi regolamenti (che rientrano nella serie di interventi di riordino, compattamento e rinnovamento che l’amministrazione sta attuando) contengono modifiche “che applicano i principi di un’economia più sostenibile e circolare, accogliendo i suggerimenti proposti dai gruppi consiliari”.
In particolare, a questo proposito, il regolamento degli orti per anziani sostiene i metodi di coltivazione ecocompatibili, anche attraverso momenti di formazione e consulenza sui prodotti adeguati. Con lo stesso obiettivo, stabilisce che almeno un quarto delle assegnazioni sarà riservato a orti da coltivare secondo i principi del biologico e della lotta integrata. Stabilisce, inoltre, che gli scarti della coltivazione rimangano a disposizione degli ortolani e vengano utilizzati per produrre compost, da usare invece del terreno concimato che viene normalmente acquistato, anche con il supporto del settore Ambiente del Comune. Infine, nell’ottica di ridurre il consumo di acqua, il regolamento stabilisce che saranno effettuati controlli su come viene utilizzata.
Gli orti per anziani, che esistono a Modena dagli anni ’80, sono appezzamenti di circa 50 metri quadrati che, di norma, vengono assegnati a cittadini che abbiano compiuto i 60 anni e che siano in grado di provvedere personalmente e autonomamente alla coltivazione. Questi orti sono gestiti in collaborazione con l’associazione Ancescao e i Centri sociali e comitati anziani e orti, ai quali sono assegnati. All’interno dei centri sociali e comitati anziani, l’assemblea degli ortolani elegge una Commissione orti che ha la funzione di gestire l’area ortiva. Le domande di assegnazione devono essere presentate al Comitato dell’area prescelta, indipendentemente dalla propria residenza. Gli ortolani sono tenuti a versare una quota di gestione per la conduzione del proprio orto e dell’area ortiva in generale e a rispettare le regole per quanto riguarda la coltivazione, l’uso degli attrezzi e dell’acqua.
Gli orti urbani dedicati a progetti di agricoltura sociale, hanno finalità prevalentemente sociali, ricreative, didattiche e culturali, creando percorsi di cittadinanza attiva come occasioni di aggregazione sociale. Promuovono, inoltre, progetti di rigenerazione urbana e diffondono tecniche di coltivazione biologica e biodinamica e di prodotti a km zero e stagionali per il consumo familiare e collettivo, in una prospettiva di miglioramento della qualità della vita che inizia dall’alimentazione. Favoriscono, infine, le attività didattiche nei confronti dei giovani e quelle di supporto a processi di riabilitazione fisica e psichica.
I 60 orti realizzati nel 2016 in via Capuana e gli oltre 40 aperti alla fine del 2019 nel parco di viale Gramsci, sono affidati dal Comune attraverso una convenzione con soggetti del Terzo settore, in seguito a un percorso di co-progettazione. Le associazioni, a loro volta, assegnano i singoli orti a cittadini che ne hanno fatto domanda o ad associazioni che realizzino un progetto (attualmente le assegnatarie sono quattro).
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