BOLOGNA – E’ notizia di questi giorni il trasferimento a Lodi del direttore dell’unità operativa di radiologia dell’ospedale di Castel San Giovanni, dott.ssa Paola Scagnelli, in attesa che sia bandito un nuovo concorso per radiologi. “Non solo in questa struttura, che serve il distretto di Ponente del territorio piacentino e che risulta un presidio fondamentale per agevolare l’accesso alle cure ai pazienti dei comuni limitrofi, – spiegano i consiglieri regionali Pd Katia Tarasconi e Gian Luigi Molinari – ma anche in altre strutture sanitarie sia piacentine sia nel resto della regione, sono previste nei prossimi mesi procedure di trasferimenti e pensionamenti di personale medico qualificato”.
“Siamo preoccupati – continuano – perché si rischia di avere ripercussioni negative sui servizi di cura poiché non è garantita un’adeguata copertura del turn over: pare un’assurdità, ma il numero dei medici a disposizione non è abbastanza per compensare la richiesta. Temiamo, pertanto, che i bandi di concorso vadano a vuoto”. I consiglieri hanno poi puntualizzato: “si tratta di un problema generalizzato che riguarda cioè tutta la sanità italiana e che vede coinvolte da vicino le strutture più piccole, nelle quali è più difficile trovare candidati interessati”.
I dati dicono che nel giro di 5 anni l’80% dei medici di famiglia, pediatri e medici ospedalieri andrà in pensione e l’università italiana non pare possa fornire numeri che compensino i pensionamenti.
“Riteniamo – dichiarano gli esponenti dem – che si dovrebbero apportare modifiche al percorso formativo italiano, eccessivamente lungo e difficoltoso: potremmo essere costretti in un futuro non troppo lontano, a rivolgerci a professionalità formatesi all’estero, magari con un’impostazione ed una preparazione professionale divergenti da quelle maturate presso le nostre università. Sarebbe un controsenso – incalzano – perché moltissimi dei nostri studenti italiani di medicina vanno a sostenere esami in Germania, Inghilterra, Svizzera dove termineranno gli studi e saranno certi di lavorare”.
Come si legge nell’atto ispettivo presentato dai consiglieri piacentini, ogni anno escono dalla facoltà di medicina e chirurgia circa 9000 medici. Chi di questi laureati tenta il concorso regionale per medicina generale (l’ultimo è stato effettuato a settembre con 1600 partecipanti) cerca di rientrare in un numero di posti pari a una ottantina per ciò che riguarda l’Emilia-Romagna. I vincitori di borsa di studio dopo tre anni di corso potranno inserirsi in altra graduatoria regionale per avere un posto da medico condotto.
“Chiediamo alla Giunta rassicurazioni per il futuro e quali strumenti intenda mettere in atto qualora i concorsi non vadano a buon fine e si riscontri carenza di organico. Ribadiamo anche la proposta – concludono – di pianificare nelle sedi idonee un percorso di approfondimento sulle modalità di formazione universitaria che, coinvolgendo tutte le Istituzioni competenti e le università, sia in grado di fornire risposte adeguate alla necessità di coprire il turn over con personale adeguatamente formato entro il nostro sistema di istruzione”.
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