A leggere le pagine di Orfani d’inchiostro, viene da chiedersi se il potere liberatorio ed evocativo della parola scritta potrà salvare le anime perdute intossicate dall’odio.
Una prima risposta la dà l’autore Simone Orlandi: “Questo romanzo è un grande atto d’amore per i libri, compagni fedeli che non ti lasciano mai solo. Ho scritto questa storia pensando a come potrebbe essere un mondo in cui la letteratura è vietata. Perché prima di essere appassionato di scrittura sono un avido lettore. Mi rivolgo a tutti coloro che ritengono che un libro ci possa salvare la vita.”
L’autore. Nato nel 1985 a Bologna, città in cui vive attualmente, è laureato in giurisprudenza e impiegato in una società di telecomunicazioni. Da sempre accanito lettore, nel 2020 nasce la sua passione per la scrittura. Da allora ha pubblicato tredici racconti in antologie a tema.
È finalista nel 2020 del Castel Nero Grasparossa Noir Festival con il racconto Conseguenze. Nel 2021 esce Turbolenze mentali per Edizioni Scudo, prima antologia personale che raccoglie dieci racconti. Orfani d’inchiostro è il suo primo romanzo.
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