Il Presidente della Regione: “Collaboriamo con Prefetture, Magistratura e forze di pubblica sicurezza facendo fronte comune: anche per questo abbiamo voluto che il processo Aemilia si svolgesse qui in Emilia, prima a Bologna e poi a Reggio Emilia”
BOLOGNA – “Via le mafie dall’Emilia-Romagna. Ci battiamo ogni giorno affinché cresca la coscienza civile e la cittadinanza responsabile, per non lasciare spazi di alcun tipo alla criminalità organizzata. E collaboriamo con le Prefetture, gli inquirenti e le forze dell’ordine, impegnati in un lavoro straordinario ogni giorno, come hanno dimostrato anche oggi, facendo fronte comune. Anche per questo abbiamo voluto che il processo Aemilia, nel quale la Regione si è costituita parte civile, si svolgesse qui in Emilia, prima a Bologna e poi a Reggio Emilia, finanziando l’allestimento degli spazi necessari alle udienze con oltre un milione e 200 mila euro di fondi regionali. Ringrazio il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, i vertici della Dda e tutti gli investigatori che hanno condotto quest’altra operazione contro la ‘ndrangheta nella nostra regione, che, lo ribadisco, vogliamo libera dalle cosche”.
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, di fronte alla nuova operazione condotta contro famiglie ‘ndranghetiste in Emilia-Romagna, in particolare la famiglia Grande Aracri, che questa mattina ha portato a numerosi arresti e interventi su società, beni e conti correnti, grazie alle indagini coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia e condotte dagli uomini della Squadra mobile di Bologna in collaborazione con quelle di Parma, Reggio Emilia e Piacenza.
“Non va né taciuta né sottovalutata la presenza della criminalità organizzata anche in Emilia-Romagna- prosegue Bonaccini- dove cerca di infiltrarsi nella pubblica amministrazione e nell’economia legale. Per questo abbiamo approvato nel 2016 il Testo unico a sostegno della cultura della legalità e per la prevenzione dei fenomeni mafiosi, e prima ancora, sulla ricostruzione post sisma, abbiamo collaborato con Governo e Prefetture istituendo le white list, con l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori lavori, individuando le attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa, e varando il Girer (Gruppo interforze ricostruzione Emilia-Romagna). E ancora, nel marzo 2018, abbiamo siglato un nuovo protocollo tra Regione e Prefetture per rafforzare l’azione di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni criminali e mafiose in Emilia-Romagna. Finanziamo decine di progetti con le scuole sulla legalità e qui sono circa 120 i beni sequestrati alle mafie, sul cui riutilizzo la Regione stanzia fondi importanti. Quella contro le mafie è una battaglia che possiamo vincere- chiude il presidente della Regione- dando il massimo appoggio alla magistratura e alle forze di pubblica sicurezza, ma ricordandoci sempre che ogni giorno ciascuno di noi deve fare la sua parte, schierandosi con la legalità”.