CESENA – Sarà un omaggio a Gabriele Basilico il prossimo appuntamento di Frame, la rassegna di incontri tra cinema e fotografia che si tiene al multisala cinema Eliseo di Cesena lunedì 8 aprile alle ore 21.00 realizzata da Serena Amatori e Alex Monogawa. Una serata molto attesa e dedicata ad uno dei maggiori fotografi italiani, Basilico è considerato uno dei maestri della fotografia italiana ed europea contemporanea. All’interno della sua vasta opera di riflessione sulle trasformazioni dei territori urbanizzati nel passaggio dall’era industriale a quella postindustriale, il tema della città come complesso e raffinato prodotto dell’economia e della storia occupa un posto centrale. Fulcro portante della serata sarà la proiezione del film Basilico L’infinito è là in fondo, il documentario ripercorre le tappe principali della carriera di Gabriele Basilico, dalle prime foto di reportage scattate in gioventù negli anni dell’impegno politico, ai Ritratti di Fabbriche della fine degli anni Settanta, fino agli ultimi lavori nelle grandi Metropoli degli anni 2000, attraverso il docufilm emerge senza dubbio la poetica di questo grande artista. La serata sarà arricchita da due importanti ospiti, il regista del film Stefano Santamato che dialogherà con il pubblico spiegando cosa lo abbia spinto a realizzare un film su Basilico, le scelte cinematografiche e spunti e riflessioni sul mondo e l’immaginario che ha creato il fotografo e Giovanna Calvenzi, Photo editor per riviste famose, membro della giuria del World Press Photo Contest, curatrice di mostre internazionali, direttrice artistica dei Rencontres Internationales de la Photographie di Arles, guest curator di Photo España, delegato artistico del Mois de la Photo a Parigi 23. Giovanna Calvenzi è stata la compagna di vita di Gabriele Basilico. Nel documentario racconta: «Vedo la sua prima foto e sono sicura che non sarebbe mai diventato un fotografo».
Fotografo, architetto, urbanista. Per Gabriele Basilico fu coniato il termine “fotografare alla Basilico”. Nelle sue foto l’assenza di esseri umani risuona come una folla invisibile; nelle sue strade vuote pulsa la vita delle città, i suoi muri non sono limiti ma sipari che celano l’infinito. Paesaggi che non ti fermeresti a guardare, diventano ipnotici e non smetteresti mai di fissarli. «Sono diventato un fotografo di luoghi»: così Gabriele Basilico racconta sé stesso.
Ad undici anni dalla scomparsa di Basilico è stato scelto di inserire all’interno di Frame il primo documentario sull’opera del maestro della fotografia di architettura: Basilico – L’infinito è là in fondo. A raccontare Basilico, voci di spicco del mondo della cultura, persone che gli sono state vicine e che ne custodiscono aneddoti, riflessioni e ossessioni. Per fare alcuni nomi: Stefano Boeri, Gianni Berengo Gardin, Oliviero Toscani, il regista Amos Gitai, la storica della fotografia Roberta Valtorta. Tra queste, due in particolare guidano lo spettatore in un autentico viaggio: Toni Thorimbert, reporter, ritrattista, affermato fotografo di moda e art director, inizia a fotografare giovanissimo, documentando le tensioni sociali e politiche degli anni Settanta. Con la sua reflex ha immortalato Jennifer Lopez, Willem Dafoe, Giuseppe Tornatore, Paolo Villaggio, Jovanotti, Marcell Jacobs.
Nel documentario, Thorimbert propone un confronto tra gli scatti di Basilico e la città contemporanea attraverso lo sguardo di cinque giovani fotografi chiamati a dialogare con l’eredità del Maestro. «Ci sembrava bello attualizzare il potenziale del linguaggio di Gabriele e non fare una documentario unicamente celebrativo» spiega Thorimbert. «Gabriele per me è stato un mentore. Nella Milano della metà degli anni 70 la fotografia era un’operazione intellettuale, politicamente schierata, e i fotografi erano intellettuali».
Gabriele Basilico e’ probabilmente il fotografo di paesaggi urbani più conosciuto al mondo. Nato a Milano nel 1944, si laurea in architettura nel capoluogo lombardo nel ‘73, ma abbandona subito la carriera per cui aveva studiato per dedicarsi alla fotografia. All’inizio della sua carriera si dedica all’ indagine sociale. A cavallo fra gli anni ‘70 ed ‘80 l’influenza dei suoi studi in architettura si fa progressivamente spazio nella sua fotografia. Nel 1982 presenta il suo primo successo internazionale, Milano. Ritratti di fabbriche. Nel 1984 viene “arruolato” dal governo francese per la Mission Photographique de la DATAR, un progetto di documentazione della trasformazione del paesaggio. Basilico e’ l’unico italiano del gruppo di fotografi selezionati, e gli viene assegnata la tematica “Bord de Mer”. Nel 1991 prende parte ad un’ importante progetto sulla città di Beirut, che stava uscendo, devastata, da 15 anni di guerra civile. Fra le rovine si muovono sei fotografi, incaricati di imprimere nella memoria la devastazione creata dal conflitto libanese : Oltre a Basilico ci sono Rene’ Burri, Robert Frank, Joseph Koudelka, Raymond Depardon e Fouad Elkoury. Le fotografie scattate a Beirut segnano la sua definitiva consacrazione internazionale. Da quel momento fin alla fine della sua carriera, interrotasi nel 2013 a causa della morte di Basilico, il fotografo milanese realizza reportage su, in ordine sparso, Berlino, Rio de Janeiro, Shangai, Istanbul,la Silicon Valley, Roma, le valli del Trentino, Mosca. Ha pubblicato oltre sessanta libri fotografici personali, ricevuto numerosi premi internazionali e le sue fotografie sono state esposte in tutto il mondo.
L’architettura delle aree urbane e le trasformazioni del paesaggio contemporaneo sono l’oggetto della ricerca fotografica di Gabriele Basilico, che può essere considerato il primo grande fotografo di spazi architettonici, una figura che fino a quel momento non era mai esistita. “ Mi ero dato una specie di missione” racconta Basilico, “testimoniare come lo spazio urbano si modifica. Oggi lo fanno in tanti, negli ultimi dieci anni e’ stato considerato il lavoro più artistico che ci sia, e non c’è città al mondo che non venga fotografata” Basilico crea un proprio stile, immediato e riconoscibilissimo per raccontare le città: uno stile documentale e analitico con cui sembra vivisezionare lo spazio urbano creato dall’uomo. Le sue foto non colgono l’attimo, non rubano immagini di vita cittadina come quelle di Berengo Gardin o William Klein, ma riproducono la complessità urbana attraverso uno sguardo aperto e contemplativo che rimanda a Walker Evans.
Da segnalare che grazie al sostegno di Romagna Iniziative viene data la possibilità a tutti i giovani under 25, studenti, fotografi o appassionati di fotografia e cinema di entrare gratuitamente alla rassegna cinematografica Frame che si tiene al multisala cinema Eliseo di Cesena che intreccia cinema e fotografia attraverso proiezioni e incontri con registi e protagonisti. È sufficiente inviare una mail a questo indirizzo frame.rassegna@gmail.com indicando nome e cognome, data di nascita e serata alla quale si vuole partecipare. La rassegna ha ottenuto anche il patrocinio culturale dell’Ordine degli architetti di Forlì/ Cesena che attribuisce il riconoscimento di crediti formativi professionali agli architetti che parteciperanno alla serate cinematografiche (1 cfp per ogni film).
L’ingresso alle proiezioni è fissato a 8,5 euro, ridotto 6,5 per informazioni 054721520 o 3480107848.
CINEMA ELISEO MULTISALA CESENA
VIALE CARDUCCI 7
47521 CESENA (FC)
INFO 0547/21520 – 3480107848
www.cinemaeliseo.it/
www.facebook.com/monogawa.backtogawa
IG monogawa_
FRAME
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INCONTRI TRA FOTOGRAFIA E CINEMA
SECONDA EDIZIONE
18-25 MARZO/ 8-15 APRILE
Multisala cinema Eliseo
Viale Carducci 7, Cesena (FC)
Progetto Alex Monogawa, Serena Amatori, Cinema Eliseo
Lunedì 8 aprile ore 21.00
GABRIELE BASILICO – L’INFINITO È LA IN FONDO
Incontro con il regista del film Stefano Santamato e la photo editor Giovanna Calvenzi
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