Bologna

Oggi pomeriggio un’area verde del quartiere Savena sarà intitolata ad Alida Valli

BOLOGNA – Sabato 9 giugno alle 15, l’assessore Virginia Gieri che presiede la Commissione per la Denominazione delle vie cittadine, insieme alla presidente del Quartiere Savena Marzia Benassi, intitoleranno l’area verde situata tra via Carlo Marx in prossimità di via Due Madonne ad Alida Valli (Alida Maria Altenburger – Attrice 1921 – 2006).

Tante sono le intitolazioni al femminile che il Comune di Bologna ha deciso di mettere in campo, a partire dal progetto “Le strade delle donne” che ha portato alla scelta di due nominativi, Ilaria Alpi e Maria Montessori, a cui verranno intitolate due aree verdi, rispettivamente vicino all’Ospedale Maggiore e un’altra tra le vie Laura Bassi Veratti, Giuseppe Mezzofanti e Giampiero Zanotti. A breve ne arriveranno anche altre: uno spazio verde in zona Barca sarà intitolato “Il parco delle Artiste” per ricordare figure di donne che hanno segnato la storia dell’arte, nello stesso quartiere saranno individuate altre due aree verdi che saranno intitolate a due pittrici bolognesi Luciana Casalini e Angela Teresa Muratori mentre nel quartiere San Donato-San Vitale si intitolerà a Margherita Guidacci, poetessa e traduttrice, l’area verde situata tra via Girolamo Curti e la stazione ferroviaria Santa Rita. Il Comune di Bologna si è inoltre dotato di un’applicazione cartografica Toponimi femminili che rappresenta i luoghi della città di Bologna che sono intitolati alle donne, strade, piazze, percorsi pedonali o aree verdi.

Alida Valli, al secolo Alida Maria Altenburger, nasce a Pola, da madre istriana e padre trentino, il 31 maggio 1921. Frequenta a Roma i corsi del Centro Sperimentale di Cinematografia ed esordisce giovanissima sul grande schermo. Fin dall’inizio interpreta ruoli da protagonista e diventa, ben presto, un’attrice simbolo.

Nel 1942 il suo film Noi vivi subisce, su pressione di Mussolini, la censura fascista. A differenza di molti suoi colleghi, nell’autunno del 1943 la Valli, per evitare di recitare in film di propaganda fascista, rifiuta di trasferirsi negli studi cinematografici del fascismo saloino (il “Cinevillaggio” di Venezia) e rimane a Roma dove si nasconde con l’aiuto di alcune amiche.

Negli oltre 100 film nei quali ha recitato durante la sua lunga carriera, ha lavorato, tra gli altri, con registi del calibro di Mario Soldati, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Gillo Pontecorvo, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Bertolucci e ricevuto, molti premi tra i quali la Grolla d’oro nel 1955 per “Senso”, un Nastro d’argento nel 1947 come migliore attrice protagonista per “Eugenia Grandet”, due David di Donatello, uno nel 1982 come migliore attrice non protagonista per “La caduta degli angeli ribelli” e uno alla carriera nel 1990, il Leone d’oro alla carriera nel 1997 oltre a numerosissime nomination e altri riconoscimenti. Trascorre gli ultimi anni della sua vita in estrema povertà, al punto che per vivere le viene concesso il vitalizio della legge Bacchelli e muore a Roma il 22 aprile 2006.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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