Occupazioni abusive, “A Modena fenomeno contenuto”

L’assessora Vandelli ha risposto all’interrogazione di Galli (FI): “Nessuna nel patrimonio pubblico e nel privato si tratta prevalentemente di sfratti per morosità”

MODENA – “Il lavoro integrato delle Forze dell’Ordine e le politiche dell’Amministrazione per prevenire la pressione abitativa fanno sì che le dimensioni del fenomeno delle occupazioni abusive siano assai contenute e ciò consente un efficace lavoro nella repressione”.

Lo ha detto l’assessora comunale all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 17 dicembre rispondendo a un’interrogazione di Andrea Galli (FI) sull’occupazione abusiva di abitazioni private.

Il consigliere ha riportato situazioni in Italia in cui i proprietari usciti di casa si sono ritrovati la casa occupata al ritorno e hanno dovuto trovare temporaneamente altra sistemazione in attesa della reimmissione del proprietario secondo i tempi dei Tribunali. “Qual è la valutazione dell’Amministrazione su questo tipo di reato?”, ha chiesto, domandando inoltre se risulta che questi fatti siano già accaduti a Modena e, se sì, in quale numero. Galli ha infine chiesto se non si ritiene opportuno “concordare con le forze di Polizia Municipale una linea di condotta univoca qualora, in assenza di contratti d’affitto e non di semplici morosità, le stesse siano in presenza dell’occupazione abusiva di appartamenti privati”.

L’assessora ha portato in Aula alcuni dati relativi sia al patrimonio pubblico che privato: “Occupazioni abusive nel patrimonio del Comune di Modena non se ne registrano – ha affermato – e la gran parte delle occupazioni abusive in alloggi privati riguarda situazioni di sfratto per morosità o in cui il contratto di affitto è arrivato a termine, ma l’alloggio non è ancora stato liberato. Nel corso dell’anno 2015 – ha proseguito – la Polizia municipale ha effettuato 256 controlli di stabili abbandonati, sono state presentate sette querele da parte di privati ed effettuati nove interventi in edifici o terreni pubblici, che hanno portato a deferire all’Autorità giudiziaria complessivamente 25 soggetti”. Vandelli ha inoltre aggiunto che il nucleo Problematiche del Territorio della Municipale ha trattato 61 ordinanze di rilascio immobili relative ad alloggi Erp ed extra Erp, di cui 24 portate ad esecuzione con liberazione immobile, mentre le altre situazioni sono state sospese per intervenuto accordo mediante la sottoscrizione di un piano di rientro della morosità. L’assessora ha infine sottolineato che “il primo modo per prevenire le occupazioni è avere il controllo del territorio: l’Amministrazione ce l’ha e la stessa Acer controlla in modo molto puntuale le varie situazioni nell’Edilizia residenziale pubblica”.

Sul tema è intervenuto anche il capogruppo del Pd Paolo Trande, che ha definito “rilevante” il dato che non ci siano situazioni di occupazioni abusive di immobili di proprietà pubblica: “Vuol dire – ha precisato – che le diverse politiche abitative messe in campo in questi anni dall’Amministrazione, dai Peep agli alloggi Erp, hanno consentito, in questa città, di dare risposta alle diverse esigenze abitative arrivate nel corso del tempo”.

Nella replica, il consigliere Galli ha parlato di “spiegazione esaustiva”, ma ha fatto una puntualizzazione a partire da un episodio di cui è stato testimone: “Vorrei sapere se il Comune ha intenzione di fissare dei parametri per definire come gli agenti della Municipale possano intervenire in situazioni di questo genere, perché ho paura che in futuro si verifichino”.

In chiusura l’assessore Vandelli ha precisato che “vi sono reati che consegnano poteri immediati alle Forze dell’Ordine, in altre situazioni non è così, come in questo caso. Di fronte all’occupazione non autorizzata di abitazione privata – ha ricordato – la Municipale e le altre Forze dell’Ordine non hanno titolo di azione immediata: deve prima essere fatta una querela e serve un provvedimento dell’autorità giudiziaria. Gli agenti possono tentare piuttosto di mettere in campo una mediazione per prevenire livelli di conflittualità superiori”.

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